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Concetto Pozzati - “Come misurare le rose in montagna”
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16 週前

Concetto Pozzati - “Come misurare le rose in montagna”

Dalla collezione di grafica di mio padre nella opera grafica, presenta un piccolo strappo sul fondo del foglio ed un lieve ingiallimento dei bordi ovviabili con utilizzo di paspartout, le foto fanno parte della descrizione, dal vivo l’ingiallimento si nota meno che in foto. Concetto Pozzati, Cugino dello psicologo Luigi Meschieri, ha studiato dapprima a Bologna, per poi continuare a Parigi, presso l'atelier dello zio Sepo, noto cartellonista di fama internazionale, e specializzarsi in grafica pubblicitaria. Dopo un esordio come artista informale, si è avvicinato alle tematiche pop. È al surrealismo che è associata l'arte fredda e metallica di Pozzati, semplice nelle soluzioni ma, allo stesso modo, magica e fantastica, come accade ad esempio nella sua opera Per una impossibile modificazione (1964), in cui un insieme di frutti si rapporta con il suo doppio pittorico in modo paradossale. Questa opera, tra le più note dell'artista, è stata esposta alla Biennale di Venezia del 1964. A questa prima partecipazione del Maestro alla Biennale, hanno fatto seguito altre quattro presenze: nel 1972, 1982, 2007 e 2009). Da non dimenticare la partecipazione del maestro alla documenta Kassel del 1964 . Pozzati ha insegnato all'Accademia di belle arti di Urbino, di cui poi è stato anche direttore fino al 1973; in seguito ha insegnato alle Accademie di Firenze e Venezia. Quando è diventato ordinario della cattedra di pittura all'Accademia di belle arti di Bologna, gli è subentrato l'amico Emilio Vedova. Ha avuto numerosi allievi fra i quali il pittore Guglielmo Mari. È stato accademico di San Luca. Dal 1993 al 1996 è stato assessore alla cultura al comune di Bologna. Nel 1998 è stato direttore artistico della Casa del Mantegna a Mantova.[2] Molte le sue mostre personali di rilievo internazionale[3], tra cui: nel 1963 alla Biennale di Tokyo; nel 1964, 1972, 1982, 2007 e 2009 alla Biennale di Venezia nel 1964 a documenta di Kassel; nel 1969 alla Biennale di Parigi; nel 1974 espone all'Università di Parma, a Palazzo Grassi (Venezia) e alla Quadriennale di Roma (che già aveva esposto sue opere nel 1959, 1965 e 1973); nel 1976 importante antologica al Palazzo delle Esposizioni di Roma, con oltre 200 opere, e al Padiglione d'Arte Contemporanea a Ferrara, inaugurato proprio in occasione di quella mostra;

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Dalla collezione di grafica di mio padre nella opera grafica, presenta un piccolo strappo sul fondo del foglio ed un lieve ingiallimento dei bordi ovviabili con utilizzo di paspartout, le foto fanno parte della descrizione, dal vivo l’ingiallimento si nota meno che in foto.

Concetto Pozzati, Cugino dello psicologo Luigi Meschieri, ha studiato dapprima a Bologna, per poi continuare a Parigi, presso l'atelier dello zio Sepo, noto cartellonista di fama internazionale, e specializzarsi in grafica pubblicitaria.

Dopo un esordio come artista informale, si è avvicinato alle tematiche pop.

È al surrealismo che è associata l'arte fredda e metallica di Pozzati, semplice nelle soluzioni ma, allo stesso modo, magica e fantastica, come accade ad esempio nella sua opera Per una impossibile modificazione (1964), in cui un insieme di frutti si rapporta con il suo doppio pittorico in modo paradossale. Questa opera, tra le più note dell'artista, è stata esposta alla Biennale di Venezia del 1964. A questa prima partecipazione del Maestro alla Biennale, hanno fatto seguito altre quattro presenze: nel 1972, 1982, 2007 e 2009). Da non dimenticare la partecipazione del maestro alla documenta Kassel del 1964 .

Pozzati ha insegnato all'Accademia di belle arti di Urbino, di cui poi è stato anche direttore fino al 1973; in seguito ha insegnato alle Accademie di Firenze e Venezia. Quando è diventato ordinario della cattedra di pittura all'Accademia di belle arti di Bologna, gli è subentrato l'amico Emilio Vedova. Ha avuto numerosi allievi fra i quali il pittore Guglielmo Mari.

È stato accademico di San Luca.

Dal 1993 al 1996 è stato assessore alla cultura al comune di Bologna. Nel 1998 è stato direttore artistico della Casa del Mantegna a Mantova.[2]

Molte le sue mostre personali di rilievo internazionale[3], tra cui:

nel 1963 alla Biennale di Tokyo;
nel 1964, 1972, 1982, 2007 e 2009 alla Biennale di Venezia
nel 1964 a documenta di Kassel;
nel 1969 alla Biennale di Parigi;
nel 1974 espone all'Università di Parma, a Palazzo Grassi (Venezia) e alla Quadriennale di Roma (che già aveva esposto sue opere nel 1959, 1965 e 1973);
nel 1976 importante antologica al Palazzo delle Esposizioni di Roma, con oltre 200 opere, e al Padiglione d'Arte Contemporanea a Ferrara, inaugurato proprio in occasione di quella mostra;

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