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Salvator Rosa (1615-1673) - Paesaggio con figure
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28 週前

Salvator Rosa (1615-1673) - Paesaggio con figure

SALVATOR ROSA [Ambito di] (Napoli, 1615 – Roma, 1673) Paesaggio con figure Olio su tela, cm. 104,5 x 80 NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera senza cornice: Questo limpido paesaggio, incorniciato da alberi nodoso sui lati e dai tronchi bene in evidenza, potrebbe far parte di un valente pittore meridionale attivo a Napoli e a Roma che evoco lo stile di una serie di paesaggi campestri e fluviali, prodotti in gran numero da Salvator Rosa già a partire dalla giovinezza a Napoli e poi, con sempre maggior fortuna e con notevoli varianti, ancora a Firenze e a Roma, tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta del Seicento. A partire dai primi paesi con pescatori o giocatori di carte eseguiti a Napoli (Pescatori di corallo, Columbia Museum of Art, Kress Foundation; Marina, Napoli, Museo di San Martino), Salvator Rosa si specializzò nella pittura di paesaggio rendendosi noto nella sua città natale presso influenti pittori forestieri come il Lanfranco (B. De Dominici, Vite de’ pittori, scultori ed architetti napoletani, ed. a cura di F. Sricchia Santoro e A. Zezza, Napoli 2008, vol. 3, p. 413-414) e, ben presto, anche oltre i confini partenopei. Il dipinto in oggetto, con probabilità evoca le opere della maturità del pittore La Rosa, accostabile per molti aspetti al Paesaggio con tre filosofi di Dresda, Gemaldegalerie (L. Salerno, L’opera completa di Salvator Rosa, Milano 1975, n. 161) o al Paesaggio con soldati di Karlsruhe, Staatliche Kunsthalle (L. Salerno, op. cit. n. 162), opere tutte, queste ultime, ragionevolmente datate agli anni 1656-1660. Salvator Rosa nasce a Napoli, acquisisce una solida istruzione e nel 1629 lo troviamo iscritto come novizio alle Scuole Pie di Padre Calasanzio che lasciò nel 1631 per seguitare la propria formazione artistica con l'ancor giovane Francesco Fracanzano (Monopoli, 1612 - Napoli, 1656). Il sodalizio con il pittore pugliese, la cui collaborazione con Giuseppe Ribera è ampliamente documentata, sarà fondamentale e gli offrirà l'occasione di frequentare non solo l'atelier del celebre artista d'origine iberica, ma anche i più progrediti cenacoli intellettuali dell'epoca. Rimarcare allora la napoletanità di Rosa non significa solo avvalorare un fatto biografico, ma contraddistinguerne il carattere e insieme lo svolgimento di una precisa linea stilistica e culturale. La tela in esame attribuita da Caterina Volpi si include senza esitazioni al catalogo dell'artista, collocandosi al periodo giovanile, ai primi anni quaranta e quindi all'inizio del soggiorno fiorentino (1640-1645), quando l'ascendente del primo naturalismo partenopeo è ancor vivo evocando il paesismo di Domenico Gargiulo (1609-1675). Nasce da questa straordinaria commistione il dipinto qui presentato, che, come ben evidenzia la studiosa, è uno straordinario campionario delle più riuscite invenzioni di paesaggio pittoresco prodotte dall'artista, in virtù della sua spiccata geniale modernità. Ed è altresì importante constatare le prossimità con il Castiglione, che a Roma durante i primi anni Trenta offrirà anch'esso un contributo all'evoluzione di questo peculiare genere pittorico, insieme all'importantissimo Claudio di Lorena e in successione Gaspard Dughet. La tela in esame, in discreto stato di conservazione, descrive uno scorcio marino con un promontorio roccioso, alberi, figure intente a pescare e sul fondo il delinearsi della costa dove si scorgono barche e torri di avvistamento. L'opera trova altresì validi confronti con il 'Paesaggio roccioso e viandanti' proveniente dalla collezione Ralph Howard (cfr. 'Inspired by Rome, on the 400th anniversary of the birth of Salvator Rosaand Gaspard Dughet', Mosca 2015, n. 2 p. 23) e il 'Paesaggio con pescatori e viandanti' di collezione privata (cfr. C. Volpi, Roma 2014, n. 211, p. 518), opere in cui l'artista concede alle sue creazioni un'aria sentitamente pittoresca e un delicato gusto decorativo, suggerendo di conseguenza una datazione al sesto decennio del secolo, tra il 1650 e il 1655. Il presente dipinto ha molti similitudine alle composizioni sopra citate, che risulta evidente dal confronto. Il carattere generale dell’opera in oggetto presenta quella sintesi di tocchi rapidi e vigorosa enfasi riconducibile alle opere del maestro napoletano. Lo stile è tagliente, con un genere paesaggistico nuovo, fatto di intensi chiaroscuri, con i caratteristici cieli attraversati da nuvole, incombendo pesantemente con un cromatismo plumbeo di un ocra caliginoso, e con gli alberi frondosi dai tronchi spezzati. L’autore, pertanto, è da ricercare – con cautela – nell’ambito della cerchia o seguace del maestro partenopeo, noto per le sue opere in cui sposa perfettamente l’arioso paesaggismo di matrice toscano-romana con immagini paesaggistico fortemente personale al maestro La Rosa. In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali discrete considerando l'epoca del dipinto, la superficie pittorica si presenta sporca e in patina. Si notano – a luce di Wood – diversi restauri sparsi e qualche leggera svelatura e ossidazione della superficie pittorica. Non si evidenziano problemi di tipo conservativo grave e la tela originale presenta un vecchio rintelo, che non sembra necessitare di interventi. A luce solare è visibile un fine craquelé rapportato all'epoca. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Le misure della tela sono cm. 104,5 x 80. Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosita in una nuova cornice dorata e lavorato in stile barocco (dimensione cornice cm. 125 x 100 x 8 ca.). PROVENIENZA: Coll. privata PUBBLICAZIONE:  Inedito;  I MITI E IL TERRITORIO nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2023. Su richiesta l’acquirente può chiedere l’acquisto della cornice (come da foto), (le misure della cornice sono cm. 125 x 100 x 8 ca.) di euro 1.200,00. Si garantisce, inoltre, un imballo accurato con cassa in legno esterno e pluriball/cartone/polistirolo interno (costo imballaggio € 100,00 circa) e spedizione tracciabile (€ 100,00 Italia). Per l’esportazione, l’opera è soggetto ad una richiesta di Attestato di Libera Circolazione (Comunità Europea) o Certificato di Esportazione (Trasporto Extra Comunitari), presso l’ufficio di esportazione (Soprintendenza del territorio) con i tempi e i costi gravati (€ 350/€800, tutto incluso: spedizione, imballaggio e partiche esportazioni).

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SALVATOR ROSA [Ambito di]
(Napoli, 1615 – Roma, 1673)
Paesaggio con figure
Olio su tela, cm. 104,5 x 80


NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera senza cornice:

Questo limpido paesaggio, incorniciato da alberi nodoso sui lati e dai tronchi bene in evidenza, potrebbe far parte di un valente pittore meridionale attivo a Napoli e a Roma che evoco lo stile di una serie di paesaggi campestri e fluviali, prodotti in gran numero da Salvator Rosa già a partire dalla giovinezza a Napoli e poi, con sempre maggior fortuna e con notevoli varianti, ancora a Firenze e a Roma, tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta del Seicento. A partire dai primi paesi con pescatori o giocatori di carte eseguiti a Napoli (Pescatori di corallo, Columbia Museum of Art, Kress Foundation; Marina, Napoli, Museo di San Martino), Salvator Rosa si specializzò nella pittura di paesaggio rendendosi noto nella sua città natale presso influenti pittori forestieri come il Lanfranco (B. De Dominici, Vite de’ pittori, scultori ed architetti napoletani, ed. a cura di F. Sricchia Santoro e A. Zezza, Napoli 2008, vol. 3, p. 413-414) e, ben presto, anche oltre i confini partenopei.
Il dipinto in oggetto, con probabilità evoca le opere della maturità del pittore La Rosa, accostabile per molti aspetti al Paesaggio con tre filosofi di Dresda, Gemaldegalerie (L. Salerno, L’opera completa di Salvator Rosa, Milano 1975, n. 161) o al Paesaggio con soldati di Karlsruhe, Staatliche Kunsthalle (L. Salerno, op. cit. n. 162), opere tutte, queste ultime, ragionevolmente datate agli anni 1656-1660.
Salvator Rosa nasce a Napoli, acquisisce una solida istruzione e nel 1629 lo troviamo iscritto come novizio alle Scuole Pie di Padre Calasanzio che lasciò nel 1631 per seguitare la propria formazione artistica con l'ancor giovane Francesco Fracanzano (Monopoli, 1612 - Napoli, 1656). Il sodalizio con il pittore pugliese, la cui collaborazione con Giuseppe Ribera è ampliamente documentata, sarà fondamentale e gli offrirà l'occasione di frequentare non solo l'atelier del celebre artista d'origine iberica, ma anche i più progrediti cenacoli intellettuali dell'epoca. Rimarcare allora la napoletanità di Rosa non significa solo avvalorare un fatto biografico, ma contraddistinguerne il carattere e insieme lo svolgimento di una precisa linea stilistica e culturale. La tela in esame attribuita da Caterina Volpi si include senza esitazioni al catalogo dell'artista, collocandosi al periodo giovanile, ai primi anni quaranta e quindi all'inizio del soggiorno fiorentino (1640-1645), quando l'ascendente del primo naturalismo partenopeo è ancor vivo evocando il paesismo di Domenico Gargiulo (1609-1675). Nasce da questa straordinaria commistione il dipinto qui presentato, che, come ben evidenzia la studiosa, è uno straordinario campionario delle più riuscite invenzioni di paesaggio pittoresco prodotte dall'artista, in virtù della sua spiccata geniale modernità. Ed è altresì importante constatare le prossimità con il Castiglione, che a Roma durante i primi anni Trenta offrirà anch'esso un contributo all'evoluzione di questo peculiare genere pittorico, insieme all'importantissimo Claudio di Lorena e in successione Gaspard Dughet. La tela in esame, in discreto stato di conservazione, descrive uno scorcio marino con un promontorio roccioso, alberi, figure intente a pescare e sul fondo il delinearsi della costa dove si scorgono barche e torri di avvistamento. L'opera trova altresì validi confronti con il 'Paesaggio roccioso e viandanti' proveniente dalla collezione Ralph Howard (cfr. 'Inspired by Rome, on the 400th anniversary of the birth of Salvator Rosaand Gaspard Dughet', Mosca 2015, n. 2 p. 23) e il 'Paesaggio con pescatori e viandanti' di collezione privata (cfr. C. Volpi, Roma 2014, n. 211, p. 518), opere in cui l'artista concede alle sue creazioni un'aria sentitamente pittoresca e un delicato gusto decorativo, suggerendo di conseguenza una datazione al sesto decennio del secolo, tra il 1650 e il 1655.
Il presente dipinto ha molti similitudine alle composizioni sopra citate, che risulta evidente dal confronto. Il carattere generale dell’opera in oggetto presenta quella sintesi di tocchi rapidi e vigorosa enfasi riconducibile alle opere del maestro napoletano. Lo stile è tagliente, con un genere paesaggistico nuovo, fatto di intensi chiaroscuri, con i caratteristici cieli attraversati da nuvole, incombendo pesantemente con un cromatismo plumbeo di un ocra caliginoso, e con gli alberi frondosi dai tronchi spezzati.
L’autore, pertanto, è da ricercare – con cautela – nell’ambito della cerchia o seguace del maestro partenopeo, noto per le sue opere in cui sposa perfettamente l’arioso paesaggismo di matrice toscano-romana con immagini paesaggistico fortemente personale al maestro La Rosa.
In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali discrete considerando l'epoca del dipinto, la superficie pittorica si presenta sporca e in patina. Si notano – a luce di Wood – diversi restauri sparsi e qualche leggera svelatura e ossidazione della superficie pittorica. Non si evidenziano problemi di tipo conservativo grave e la tela originale presenta un vecchio rintelo, che non sembra necessitare di interventi. A luce solare è visibile un fine craquelé rapportato all'epoca. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Le misure della tela sono cm. 104,5 x 80. Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosita in una nuova cornice dorata e lavorato in stile barocco (dimensione cornice cm. 125 x 100 x 8 ca.).

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