Nr 88322603

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Alfredo Santarelli - Fat - Tredje bränd glansmajolika
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Alfredo Santarelli - Fat - Tredje bränd glansmajolika

Piatto a Lustro - Manifattura Alfredo Santarelli - Gualdo Tadino Maiolica A Lustro al Terzo Fuoco in Oro dipinta in policromia. Diametro 32 cm Marchio al retro: in Rubino con AS Santarelli e Gualdo Tadino. Le opere venivano siglate con marchio e firma in Blu, Oro, e Rubino. Quelle firmate per Esteso e in Rubino generalmente andavano ad individuare un opera di ottima realizzazione e a cui aveva partecipato nella fase pittorica lo stesso Alfredo Santarelli. Piatto Istoriato con tesa Lustrata in Grottesche oro e Rubino in Campo Blu e con al Cavetto una scena con un cavaliere che si fa strada tra i nemici caduti combattendo sul suo cavallo. Per immagin e forme ricorda opere del cinquecento ispirate alle grafiche di Marcantonio Raimondi sulla Battaglia di Ilio. Alfredo Santarelli nasce a Gualdo Tadino nel 1874 e compie gli studi alla Reale Accademia di Belle Arti di Perugia, diplomandosi nel 1897. Si avvicina alla ceramica lavorando presso la fornace "Rubboli" di Pesaro, allievo del ceramista Giuseppe Discepoli, e affascinato dall'arte della maiolica, nel 1899 inizia i primi esperimenti per riprodurre i riverberi oro e rubino delle antiche ceramiche della sua terra. I suoi primi lavori sono premiati, per i riflessi metallici applicati alle maioliche, nelle esposizioni di Perugia e Foligno. Sul finire dell'Ottocento collabora con la manifattura gualdese "Fedi Ceramiche" Incoraggiato dai risultati ottenuti Santarelli nel 1900 apre, la dove nel XVII° secolo sorgevano le fornaci di Francesco Biagioli detto il Monina, un laboratorio privo di fornace dove, oltre a formare le nuove maestranze, realizza ceramiche che cuoce presso un forno esterno. Nel 1901 sposa Eleonora Sergiacomi, figlia del ceramista Salvatore ed esperta muffolatrice. Tra il 1906 e il 1908 insegna presso la Scuola di Disegno di Gualdo e collabora con molte delle fornaci della zona. Nel 1907 e nel 1912 ottiene una Coppa d'Onore e un Gran Premio a Perugia e nel 1908 è medaglia d'oro a Gubbio. Nel 1919 è invitato a Deruta per dirigere la locale Scuola di Disegno applicato alla ceramica e vi apre una fabbrica ceramica che conduce per due anni. Nel 1921 torna a Gualdo e in poco tempo, aiutato dal figlio Vittorugo, rende la sua fabbrica, la "Santarelli Ceramiche", grande, attrezzata e moderna e, al suo interno, apre una scuola gratuita di disegno applicato. Nel 1925 è tra i promotori del "C.I.M.A." al quale partecipa con la sua manifattura fino al 1933. Nel 1940 lascia la direzione della manifattura al figlio Vittorugo continuando però la sua attività di ceramista. Negli anni Quaranta, oltre a realizzare ceramiche a lustri metallici di antica tradizione, avvia una produzione in stile moderno in cui l'uso dell'oro viene associato a smalti opachi e superfici ruvide che sembrano risentire dell'influenza delle coeve ceramiche derutesi. Negli anni Cinquanta la manifattura ha sede in via Monina 11 a Gualdo Tadino. Nel 1953 la manifattura viene rilevata dal ceramista Teobaldo Pimpinelli e Alfredo Santarelli, con l'ausilio del figlio e di Ezio Rondelli, fonda una società denominata "Ceramiche di Gualdo e Deruta Prof. A. Santarelli" che rimane attiva fino al 1955. Il Piatto non presenta restauri. Imballaggio in doppia scatola adeguatamente imbottita.

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Piatto a Lustro - Manifattura Alfredo Santarelli - Gualdo Tadino

Maiolica A Lustro al Terzo Fuoco in Oro dipinta in policromia. Diametro 32 cm
Marchio al retro: in Rubino con AS Santarelli e Gualdo Tadino.
Le opere venivano siglate con marchio e firma in Blu, Oro, e Rubino.
Quelle firmate per Esteso e in Rubino generalmente andavano ad individuare un opera di ottima realizzazione e a cui aveva partecipato nella fase pittorica lo stesso Alfredo Santarelli.

Piatto Istoriato con tesa Lustrata in Grottesche oro e Rubino in Campo Blu e con al Cavetto una scena con un cavaliere che si fa strada tra i nemici caduti combattendo sul suo cavallo. Per immagin e forme ricorda opere del cinquecento ispirate alle grafiche di Marcantonio Raimondi sulla Battaglia di Ilio.

Alfredo Santarelli nasce a Gualdo Tadino nel 1874 e compie gli studi alla Reale Accademia di Belle Arti di Perugia, diplomandosi nel 1897.
Si avvicina alla ceramica lavorando presso la fornace "Rubboli" di Pesaro, allievo del ceramista Giuseppe Discepoli, e affascinato dall'arte della maiolica, nel 1899 inizia i primi esperimenti per riprodurre i riverberi oro e rubino delle antiche ceramiche della sua terra.
I suoi primi lavori sono premiati, per i riflessi metallici applicati alle maioliche, nelle esposizioni di Perugia e Foligno.
Sul finire dell'Ottocento collabora con la manifattura gualdese "Fedi Ceramiche"
Incoraggiato dai risultati ottenuti Santarelli nel 1900 apre, la dove nel XVII° secolo sorgevano le fornaci di Francesco Biagioli detto il Monina, un laboratorio privo di fornace dove, oltre a formare le nuove maestranze, realizza ceramiche che cuoce presso un forno esterno.
Nel 1901 sposa Eleonora Sergiacomi, figlia del ceramista Salvatore ed esperta muffolatrice.
Tra il 1906 e il 1908 insegna presso la Scuola di Disegno di Gualdo e collabora con molte delle fornaci della zona.
Nel 1907 e nel 1912 ottiene una Coppa d'Onore e un Gran Premio a Perugia e nel 1908 è medaglia d'oro a Gubbio.
Nel 1919 è invitato a Deruta per dirigere la locale Scuola di Disegno applicato alla ceramica e vi apre una fabbrica ceramica che conduce per due anni.
Nel 1921 torna a Gualdo e in poco tempo, aiutato dal figlio Vittorugo, rende la sua fabbrica, la "Santarelli Ceramiche", grande, attrezzata e moderna e, al suo interno, apre una scuola gratuita di disegno applicato.
Nel 1925 è tra i promotori del "C.I.M.A." al quale partecipa con la sua manifattura fino al 1933.
Nel 1940 lascia la direzione della manifattura al figlio Vittorugo continuando però la sua attività di ceramista.
Negli anni Quaranta, oltre a realizzare ceramiche a lustri metallici di antica tradizione, avvia una produzione in stile moderno in cui l'uso dell'oro viene associato a smalti opachi e superfici ruvide che sembrano risentire dell'influenza delle coeve ceramiche derutesi.
Negli anni Cinquanta la manifattura ha sede in via Monina 11 a Gualdo Tadino.
Nel 1953 la manifattura viene rilevata dal ceramista Teobaldo Pimpinelli e Alfredo Santarelli, con l'ausilio del figlio e di Ezio Rondelli, fonda una società denominata "Ceramiche di Gualdo e Deruta Prof. A. Santarelli" che rimane attiva fino al 1955.

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