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Zanotta - Gabriele Mucchi - Șezlong (2) - Ottoman - Genni - Oțel, Piele
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Zanotta - Gabriele Mucchi - Șezlong (2) - Ottoman - Genni - Oțel, Piele

Nel 1982, nel filone delle riedizioni, entra a fare parte del catalogo Zanotta la chaise longue Genni, disegnata nel 1935 da Gabriele Mucchi. Questo oggetto oltre che per l’eleganza formale colpisce ancora oggi per la sua sorprendente contemporaneità perpetua. E’ realizzata con tubo d’acciaio curvato e cromato, materiale simbolo del linguaggio dei progettisti appartenenti al movimento dell’architettura razionalista che agli inizi del secolo scorso avevano per primi sperimentato le nuove opportunità progettuali offerte dalla nascente industria del mobile moderno. Struttura in acciaio cromato. Molleggio su spirali di acciaio. Seduta regolabile su due posizioni/inclinazioni. Imbottitura cuscino seduta e poggiatesta in poliuretano. Rivestimento cuscini e braccioli in pelle. La poltrona presentata in questa asta si presenta in ottime condizioni d'uso. La struttura in acciaio cromato è stata pulita e lucidata e ora si presenta in condizioni moltobuone con solo qualche segno dell'età più che altro nelle molle che sostengono il materassino Le imbottiture e il rivestimento in pelle si presentano integri solidi con solo lievi segni d'uso. Dimensioni poltrona in cm: Altezza 84 Larghezza 57 Profondità 98 Dimensioni ottomana in cm: Altezza 40 Larghezza 45 Profondità 54 "Design Radicale" offre gratuitamente l'assicurazione sul trasporto per le consegne in Europa. Per la spedizione "resto del mondo" il costo è indicativo. Formuleremo un preventivo ad asta conclusa secondo la destinazione Gabriele Mucchi ( 1899 -, 2002) è stato pittore, architetto, designer, scrittore, illustratore e traduttore. Figlio del pittore simbolista Anton Maria, Mucchi ha occasione di frequentare a Torino, durante l'infanzia, un ambiente colto e stimolante Dopo la guerra, alla quale partecipa giovanissimo, Gabriele Mucchi si laurea e va a lavorare a Roma presso un ingegnere. Nel 1926 si trasferisce a Milano dove ottiene un incarico presso lo studio dell'architetto Gigiotti Zanini. In questi anni la pittura inizia ad affiancare il suo lavoro d'ingegnere edile, fino a diventare la sua attività principale. Fra il 1928 e il 1931 Mucchi vive a Berlino e qui ha occasione di organizzare la mostra di Novecento Italiano nel 1929, alla quale egli stesso partecipa con proprie opere. Interessato alle avanguardie e desideroso di aggiornarsi sulle ultime novità in campo artistico, si sposta a Parigi - dove frequenta Gino Severini, Filippo De Pisis e Mario Tozzi - e rientra a Milano solo nel 1933, in occasione della V Triennale d'arte, per la quale realizza una pittura murale, ora distrutta. Nello stesso anno sposa la scultrice tedesca Jenny Wiegmann (Genni), con la quale avvia un importante sodalizio artistico. Durante gli anni Trenta, Mucchi si avvicina sempre più al critico Edoardo Persico e agli artisti della sua cerchia - tra i quali l'amico Tullio Garbari e Fiorenzo Tomea - e successivamente a Ernesto Treccani e al gruppo di Corrente. La sua casa-studio in via Rugabella 19 diventa un luogo d'incontro di artisti e intellettuali antifascisti. Particolarmente stretta è in questi anni l'amicizia con Domenico Cantatore, Renato Guttuso, Salvatore Quasimodo e Aligi Sassu. Dopo una prima personale a Parigi nel 1931, nel 1939 allestisce a Genova la prima personale italiana. Nel 1941 rifiuta la cattedra di pittura all'Accademia di Brera, per evitare l'iscrizione al Partito Fascista e l'anno seguente è richiamato nell'esercito. Dopo l'8 settembre 1943, Mucchi dismette la divisa; affianca, insieme a Genni, la lotta partigiana, ospitando in casa ebrei e uomini della Resistenza e inizia nella sua pittura l'adesione al Realismo. Nel 1945 s'iscrive al Partito comunista italiano e nel 1950 diventa membro della Società europea di cultura. É membro dei Congressi internazionali di architettura moderna, collabora alla progettazione del Piano A.R. per l'ammodernamento urbanistico di Milano nel dopoguerra e partecipa alla VIII Triennale di Milano nel 1947. Oltre a esporre in moltissime mostre personali, partecipa - tra il 1930 e il 1954 - a numerose edizioni della Biennale di Venezia, della Quadriennale di Roma, del Premio Suzzara e di numerosissime altre manifestazioni nazionali e internazionali. Nel 1955 è allestita una sua grande personale alla Deutsche Akademie der Künste di Berlino, itinerante poi ad Amsterdam, Praga, Dresda e Varsavia. Nel 1956, l'artista ottiene la cattedra di pittura alla Hochschule für Bildende Kunst di Berlino est e si trasferisce in Germania, dove partecipa attivamente, con numerose esposizioni e contributi critici, alla vita culturale del paese. Fin dagli anni Trenta mantiene vivo il rapporto con la letteratura ereditato dal padre e si dedica all'illustrazione di racconti in rivista e di libri e alla traduzione di opere di autori stranieri contemporanei o classici. Collabora inoltre alla fondazione delle edizioni della Meridiana (1947) e alla redazione di alcune riviste, quali "Il calendario del popolo" e "Realismo". Fondata nel 1954 da Aurelio Zanotta, l’azienda si è inizialmente concentrata intorno alla produzione di divani e poltrone, superando la tradizione artigianale delle botteghe del tappezziere - a cui normalmente faceva riferimento la produzione di mobili imbottiti - e indirizzandosi verso un design “colto”, tra le aziende che hanno scritto le prime significative pagine della storia del design italiano. Grazie all’incontro con alcuni personaggi oggi leggendari, intercettati grazie alla curiosità, all’istinto e al carisma del suo fondatore, l’azienda aveva intrapreso un percorso nuovo, iniziando a interessarsi alle nuove tecnologie e ai nuovi materiali, e contemporaneamente dimostrandosi sensibile alle ricerche artistiche più pure, ma soprattutto aprendo le sue porte ai grandi progettisti. #artandantiquesselection-july

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Zanotta - Gabriele Mucchi - Șezlong (2) - Ottoman - Genni - Oțel, Piele

Nel 1982, nel filone delle riedizioni, entra a fare parte del catalogo Zanotta la chaise longue Genni, disegnata nel 1935 da Gabriele Mucchi. Questo oggetto oltre che per l’eleganza formale colpisce ancora oggi per la sua sorprendente contemporaneità perpetua.
E’ realizzata con tubo d’acciaio curvato e cromato, materiale simbolo del linguaggio dei progettisti appartenenti al movimento dell’architettura razionalista che agli inizi del secolo scorso avevano per primi sperimentato le nuove opportunità progettuali offerte dalla nascente industria del mobile moderno.
Struttura in acciaio cromato. Molleggio su spirali di acciaio. Seduta regolabile su due posizioni/inclinazioni. Imbottitura cuscino seduta e poggiatesta in poliuretano. Rivestimento cuscini e braccioli in pelle.

La poltrona presentata in questa asta si presenta in ottime condizioni d'uso.
La struttura in acciaio cromato è stata pulita e lucidata e ora si presenta in condizioni moltobuone con solo qualche segno dell'età più che altro nelle molle che sostengono il materassino
Le imbottiture e il rivestimento in pelle si presentano integri solidi con solo lievi segni d'uso.


Dimensioni poltrona in cm: Altezza 84 Larghezza 57 Profondità 98
Dimensioni ottomana in cm: Altezza 40 Larghezza 45 Profondità 54

"Design Radicale" offre gratuitamente l'assicurazione sul trasporto per le consegne in Europa.
Per la spedizione "resto del mondo" il costo è indicativo. Formuleremo un preventivo ad asta conclusa secondo la destinazione

Gabriele Mucchi ( 1899 -, 2002) è stato pittore, architetto, designer, scrittore, illustratore e traduttore. Figlio del pittore simbolista Anton Maria, Mucchi ha occasione di frequentare a Torino, durante l'infanzia, un ambiente colto e stimolante
Dopo la guerra, alla quale partecipa giovanissimo, Gabriele Mucchi si laurea e va a lavorare a Roma presso un ingegnere. Nel 1926 si trasferisce a Milano dove ottiene un incarico presso lo studio dell'architetto Gigiotti Zanini. In questi anni la pittura inizia ad affiancare il suo lavoro d'ingegnere edile, fino a diventare la sua attività principale. Fra il 1928 e il 1931 Mucchi vive a Berlino e qui ha occasione di organizzare la mostra di Novecento Italiano nel 1929, alla quale egli stesso partecipa con proprie opere. Interessato alle avanguardie e desideroso di aggiornarsi sulle ultime novità in campo artistico, si sposta a Parigi - dove frequenta Gino Severini, Filippo De Pisis e Mario Tozzi - e rientra a Milano solo nel 1933, in occasione della V Triennale d'arte, per la quale realizza una pittura murale, ora distrutta. Nello stesso anno sposa la scultrice tedesca Jenny Wiegmann (Genni), con la quale avvia un importante sodalizio artistico. Durante gli anni Trenta, Mucchi si avvicina sempre più al critico Edoardo Persico e agli artisti della sua cerchia - tra i quali l'amico Tullio Garbari e Fiorenzo Tomea - e successivamente a Ernesto Treccani e al gruppo di Corrente. La sua casa-studio in via Rugabella 19 diventa un luogo d'incontro di artisti e intellettuali antifascisti. Particolarmente stretta è in questi anni l'amicizia con Domenico Cantatore, Renato Guttuso, Salvatore Quasimodo e Aligi Sassu. Dopo una prima personale a Parigi nel 1931, nel 1939 allestisce a Genova la prima personale italiana. Nel 1941 rifiuta la cattedra di pittura all'Accademia di Brera, per evitare l'iscrizione al Partito Fascista e l'anno seguente è richiamato nell'esercito. Dopo l'8 settembre 1943, Mucchi dismette la divisa; affianca, insieme a Genni, la lotta partigiana, ospitando in casa ebrei e uomini della Resistenza e inizia nella sua pittura l'adesione al Realismo. Nel 1945 s'iscrive al Partito comunista italiano e nel 1950 diventa membro della Società europea di cultura. É membro dei Congressi internazionali di architettura moderna, collabora alla progettazione del Piano A.R. per l'ammodernamento urbanistico di Milano nel dopoguerra e partecipa alla VIII Triennale di Milano nel 1947. Oltre a esporre in moltissime mostre personali, partecipa - tra il 1930 e il 1954 - a numerose edizioni della Biennale di Venezia, della Quadriennale di Roma, del Premio Suzzara e di numerosissime altre manifestazioni nazionali e internazionali. Nel 1955 è allestita una sua grande personale alla Deutsche Akademie der Künste di Berlino, itinerante poi ad Amsterdam, Praga, Dresda e Varsavia. Nel 1956, l'artista ottiene la cattedra di pittura alla Hochschule für Bildende Kunst di Berlino est e si trasferisce in Germania, dove partecipa attivamente, con numerose esposizioni e contributi critici, alla vita culturale del paese. Fin dagli anni Trenta mantiene vivo il rapporto con la letteratura ereditato dal padre e si dedica all'illustrazione di racconti in rivista e di libri e alla traduzione di opere di autori stranieri contemporanei o classici. Collabora inoltre alla fondazione delle edizioni della Meridiana (1947) e alla redazione di alcune riviste, quali "Il calendario del popolo" e "Realismo".

Fondata nel 1954 da Aurelio Zanotta, l’azienda si è inizialmente concentrata intorno alla produzione di divani e poltrone, superando la tradizione artigianale delle botteghe del tappezziere - a cui normalmente faceva riferimento la produzione di mobili imbottiti - e indirizzandosi verso un design “colto”, tra le aziende che hanno scritto le prime significative pagine della storia del design italiano. Grazie all’incontro con alcuni personaggi oggi leggendari, intercettati grazie alla curiosità, all’istinto e al carisma del suo fondatore, l’azienda aveva intrapreso un percorso nuovo, iniziando a interessarsi alle nuove tecnologie e ai nuovi materiali, e contemporaneamente dimostrandosi sensibile alle ricerche artistiche più pure, ma soprattutto aprendo le sue porte ai grandi progettisti.

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