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Scuola Lombardo-veneta (XVI) - San Girolamo
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Scuola Lombardo-veneta (XVI) - San Girolamo

Scuola Lombardo-veneta, XVI secolo San Girolamo penitente nel deserto Olio su rame, cm 16 x 12 Con cornice, cm 28 x 22,5 Il presente rame esalta la profonda vena religiosa della pittura lombarda neorinascimentale, sorta di terza via del Rinascimento cosiddetto maturo fiorentino e veneziano. I raccordi figurali forniti dall’eterna lezione di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, che con il suo San Girolamo penitente nel deserto oggi conservato presso l’Allentown Art Museum dell’omonima cittadina, si manifestano anche nella scelta, nel rame, di esibire una naturalistica parete rocciosa vividamente simile ai trascorsi pittorici di eccellenti bresciani come il Romanino. Determinante somiglianza inventiva occorre anche con la produzione di Girolamo Muziano, talentuoso pittore di paesaggi oltre che figure religiose. Il suo ciclo di dipinti con soggetto San Girolamo penitente, principiato criticamente con l’esemplare oggi custodito presso il Complesso della Pilotta parmense, si irraggia di numerosi pezzi che puntellano oggi il mercato antiquario, segno della fortuna del tema. L’ispirazione del presente alla matrice formale bresciano-lombarda e il particolare trascorso del Muziano, approdato a Roma dopo lo studio padovano, il sembiante forte e incisivo del santo. Reduce dell’immancabile lezione michelangiolesca una volta giunto nella capitale su richiesta del cardinale Ippolito II d’Este, Muziano raccordò questa conversione scultorea all’utilizzo dello sfumato tizianesco. Influenzato anche dalla pittura di Sebastiano del Piombo e di Taddeo Zuccari, influenzò le successive generazioni capitanate da Sebastiano del Piombo e i Carracci. La dedizione agli incarnati adottata anche da Gian Franceso Bembo (Cremona, … - entro il 1526) per il dipinto con Madonna con Bambino in trono, san Cosma, san Damiano, san Girolamo e donatore della Chiesa di S. Pietro al Po di Cremona testimonia l’insistita devozione cremonese alla lezione centro lombarda, già accolta dal San Girolamo penitente nel deserto di Altobello Melone, oggi conservata presso la Galleria Sarti di Parigi. Il dipinto raffigura San Girolamo biblista, traduttore, teologo e monaco cristiano romano. Padre e Dottore della Chiesa, tradusse in latino parte dell'Antico Testamento greco e, successivamente, l'intera Scrittura ebraica. Nato a Stridone in Illiria, "al confine fra Pannonia e Dalmatia", come risultava nel IV secolo d. C. (oggi in Croazia), studiò a Roma e fu allievo di Mario Vittorino e di Elio Donato. Si dedicò anche agli studi di retorica, terminati i quali si trasferì a Treviri, dove era ben nota l'anacoresi egiziana, insegnata per qualche anno da Sant'Atanasio durante il suo esilio. Si trasferì poi ad Aquileia, dove entrò a far parte di una cerchia di asceti riunitisi in comunità sotto il patronato dell'arcivescovo Valeriano, ma, deluso dalle inimicizie che erano sorte fra gli asceti, partì per l'Oriente. Ritiratosi nel deserto della Calcide, vi rimase un paio di anni (375 - 376) vivendo una dura vita di anacoreta. Fu questo periodo ad ispirare i numerosi pittori che lo rappresenteranno come San Girolamo penitente, come avviene nel caso qui presentato. San Girolamo è stante, con la cintola avvolta solo da un perizoma rosso, attorno a lui solo la nuda pietra. Con una mano sfiora un libro aperto poggiato sulla roccia, simbolo della sua attività di traduttore delle scritture sacre. La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo. Per i dipinti acquistati all'estero: dopo il pagamento verrà avviata la procedura per ottenere la licenza di esportazione (ALC). Tutti i pezzi d'antiquariato inviati all'estero dall'Italia hanno bisogno di questo documento, rilasciato dal Ministero dei Beni Culturali. La procedura potrebbe richiedere da 3 a 5 settimane dalla richiesta, quindi, non appena avremo il documento verrà spedito il dipinto.

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Scuola Lombardo-veneta, XVI secolo
San Girolamo penitente nel deserto
Olio su rame, cm 16 x 12
Con cornice, cm 28 x 22,5

Il presente rame esalta la profonda vena religiosa della pittura lombarda neorinascimentale, sorta di terza via del Rinascimento cosiddetto maturo fiorentino e veneziano. I raccordi figurali forniti dall’eterna lezione di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, che con il suo San Girolamo penitente nel deserto oggi conservato presso l’Allentown Art Museum dell’omonima cittadina, si manifestano anche nella scelta, nel rame, di esibire una naturalistica parete rocciosa vividamente simile ai trascorsi pittorici di eccellenti bresciani come il Romanino. Determinante somiglianza inventiva occorre anche con la produzione di Girolamo Muziano, talentuoso pittore di paesaggi oltre che figure religiose. Il suo ciclo di dipinti con soggetto San Girolamo penitente, principiato criticamente con l’esemplare oggi custodito presso il Complesso della Pilotta parmense, si irraggia di numerosi pezzi che puntellano oggi il mercato antiquario, segno della fortuna del tema.
L’ispirazione del presente alla matrice formale bresciano-lombarda e il particolare trascorso del Muziano, approdato a Roma dopo lo studio padovano, il sembiante forte e incisivo del santo. Reduce dell’immancabile lezione michelangiolesca una volta giunto nella capitale su richiesta del cardinale Ippolito II d’Este, Muziano raccordò questa conversione scultorea all’utilizzo dello sfumato tizianesco. Influenzato anche dalla pittura di Sebastiano del Piombo e di Taddeo Zuccari, influenzò le successive generazioni capitanate da Sebastiano del Piombo e i Carracci. La dedizione agli incarnati adottata anche da Gian Franceso Bembo (Cremona, … - entro il 1526) per il dipinto con Madonna con Bambino in trono, san Cosma, san Damiano, san Girolamo e donatore della Chiesa di S. Pietro al Po di Cremona testimonia l’insistita devozione cremonese alla lezione centro lombarda, già accolta dal San Girolamo penitente nel deserto di Altobello Melone, oggi conservata presso la Galleria Sarti di Parigi. Il dipinto raffigura San Girolamo biblista, traduttore, teologo e monaco cristiano romano. Padre e Dottore della Chiesa, tradusse in latino parte dell'Antico Testamento greco e, successivamente, l'intera Scrittura ebraica. Nato a Stridone in Illiria, "al confine fra Pannonia e Dalmatia", come risultava nel IV secolo d. C. (oggi in Croazia), studiò a Roma e fu allievo di Mario Vittorino e di Elio Donato. Si dedicò anche agli studi di retorica, terminati i quali si trasferì a Treviri, dove era ben nota l'anacoresi egiziana, insegnata per qualche anno da Sant'Atanasio durante il suo esilio. Si trasferì poi ad Aquileia, dove entrò a far parte di una cerchia di asceti riunitisi in comunità sotto il patronato dell'arcivescovo Valeriano, ma, deluso dalle inimicizie che erano sorte fra gli asceti, partì per l'Oriente. Ritiratosi nel deserto della Calcide, vi rimase un paio di anni (375 - 376) vivendo una dura vita di anacoreta. Fu questo periodo ad ispirare i numerosi pittori che lo rappresenteranno come San Girolamo penitente, come avviene nel caso qui presentato. San Girolamo è stante, con la cintola avvolta solo da un perizoma rosso, attorno a lui solo la nuda pietra. Con una mano sfiora un libro aperto poggiato sulla roccia, simbolo della sua attività di traduttore delle scritture sacre.

La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo.

Per i dipinti acquistati all'estero: dopo il pagamento verrà avviata la procedura per ottenere la licenza di esportazione (ALC). Tutti i pezzi d'antiquariato inviati all'estero dall'Italia hanno bisogno di questo documento, rilasciato dal Ministero dei Beni Culturali. La procedura potrebbe richiedere da 3 a 5 settimane dalla richiesta, quindi, non appena avremo il documento verrà spedito il dipinto.


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