Icona Bizantina 20,5 x 17 cm circa Provenienza: Galleria d'arte, Zurigo, collezione privata Lugano. L’icona è collocabile a una produzione tardo-bizantina o post-bizantina, con una probabile datazione tra il XVII e il XIX secolo. La tecnica e il supporto suggeriscono un’opera realizzata in ambito greco-ortodosso o russo-ortodosso, in un periodo in cui le botteghe di monaci iconografi continuarono la tradizione bizantina con variazioni stilistiche regionali. L’icona è dipinta su tavola lignea, con il tipico fondo dorato o ocra, spesso ottenuto con una miscela di pigmenti e resine. La rappresentazione dell’angelo segue le rigide convenzioni iconografiche della pittura bizantina: Linee nette e stilizzate, con contorni marcati che definiscono la figura. Colorazione piatta, con poche sfumature, ma un uso sapiente delle lumeggiature per creare un effetto di profondità. Espressione intensa e spirituale, con occhi allungati e sguardo malinconico, tipico dell’arte sacra ortodossa. Scrittura in greco: L’iscrizione parziale visibile (“ΜΑΤΘ”) suggerisce una possibile citazione legata all’Evangelista Matteo o a una parte di un’invocazione sacra. Manto e vesti: Le pieghe dell’abito sono semplificate ma mantengono il senso di movimento, con un tocco di leggerezza. Questo tipo di icona era comune nei monasteri del Monte Athos (Grecia), Creta, Russia e nei Balcani. La tecnica e la resa suggeriscono una produzione monastica o devozionale, destinata a un uso privato o liturgico. L’assenza di una cornice elaborata e le dimensioni contenute indicano che potrebbe trattarsi di un’icona da viaggio. L’icona è un esempio tipico di arte post-bizantina con influssi greci e russi, databile tra il XVII e il XIX secolo. La qualità della pittura è buona e conserva il carattere sacro e spirituale della tradizione ortodossa.