Nr. 89613717
Brionvega Achille Castiglioni, Pier Giacomo Castiglioni - RR 126 Stereo sett
Nr. 89613717
Brionvega Achille Castiglioni, Pier Giacomo Castiglioni - RR 126 Stereo sett
Icona degli anni Sessanta, il Radiofonografo Brionvega RR126, capolavoro di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, è uno dei simboli del design italiano. Ecco perché.
L’esperto di design Bernd Polster ha scritto che la Brionvega, storico marchio italiano dell’elettronica di consumo, si è distinta, nel mondo dei prodotti audio dominato dalle aziende dell’estremo oriente, per la sua capacità di esaltare la tecnologia con un poco di poesia. Viene concordare con questa idea pensando soprattutto a quello che è forse il più celebre prodotto dell’azienda, il Radiofonografo Brionvega RR126, oggetto di culto degli anni Sessanta, ancora oggi amatissimo dai collezionisti, tanto da essere stato rimesso in produzione in tempi recenti, col nome di RR226. Nel vasto panorama del design italiano del XX secolo, poche creazioni hanno catturato l’immaginazione e la quintessenza dell’epoca tanto quanto il Radiofonografo Brionvega RR126. Lo potremmo definire un’icona di ingegneria e estetica che ha illuminato un’epoca di innovazione e stile.
È stato esposto in musei di tutto il mondo (tra questi il museo della Triennale di Milano, il MoMA di New York e il Victoria & Albert Museum di Londra), è stato apprezzato da molte star (David Bowie ne aveva uno in casa sua: fu battuto all’asta da Sotheby’s nel 2016, pochi mesi dopo la sua scomparsa, e venne aggiudicato alla mostruosa cifra di 257mila sterline, l’oggetto col prezzo più alto della collezione), e ha continuato a ispirare designer e appassionati di design per generazioni.
L'esemplare presentato in questa asta si presenta in condizioni d'uso molto buone.
Il mobile è integro robusto e completo le laccature presentano qualche segno dell'età così come evidenziato in foto
La parte elettronica è stata totalmente testata e revisionata e l'apparecchio si presenta ora totalmente funzionante in ottime condizioni con un suono caldo e di qualità
Dimensioni cm h 73 x 122 x 37
"Orvett" include l'assicurazione sul trasporto nei costi di spedizione indicati.
Brionvega RR126
In un periodo in cui l’Italia stava vivendo un periodo di rinascita industriale e culturale, i fratelli Castiglioni stavano plasmando il volto del design contemporaneo con la loro creatività e la loro visione moderna, in un’epoca di voglia di sperimentazione e innovazione, in cui l’Italia si stava emergendo come un centro globale di design e stile. Il Radiofonografo Brionvega RR126 incarnava perfettamente questa tendenza, sposando l’estetica moderna con la funzionalità e la tecnologia.
“Il corpo centrale contiene il giradischi e il complesso ricevente con due sintonie MA e MF”, si legge nell’essenziale descrizione del progetto originale firmato Achille e Pier Giacomo Castiglioni. “Lateralmente sono agganciate due casse acustiche con altoparlanti. Queste si possono sovrapporre al corpo centrale richiudendovi il giradischi, o possono essere poste a distanza per la migliore ricezione stereofonica. L’involucro dell’apparecchio e degli altoparlanti è in legno laccato. Il piede in fusione di alluminio”. Una descrizione fredda per un oggetto diventato una sorta di icona pop, un elettrodomestico da salotto che si distingueva per la sua forma geometrica che ricordava vagamente i tratti di un volto sorridente (“Gli oggetti devono fare compagnia”, diceva Achille Castiglioni), elemento che rendeva il radiofonografo immediatamente riconoscibile e riflettevano l’idea dei due designer secondo la quale è possibile dare un’espressione alle funzioni. Un’eleganza minimalista che richiama subito l’atmosfera degli anni Sessanta, coi suoi elementi in legno e tubolare metallico e le rifiniture in plastica. All’epoca oggetto di grande modernità, oggi invece ricercato per il suo aspetto che sa di vintage proprio perché indissolubilmente legato alla sua epoca.
Questo strumento era concepito “come un oggetto autoportante componibile, a volumi separabili” ed era “in grado di fornire prestazioni acustiche innovative per l’epoca come la stereofonia e l’alta fedeltà”, come si legge nella scheda del progetto della Fondazione Achille Castiglioni. “Il supporto del corpo centrale è in fusione di alluminio anodizzato ed è composto da quattro ruote a sfera e permette un’agevole mobilità dell’apparecchio. Le casse possono assumere tre collocazioni differenti: appoggiate entrambe sul blocco centrale a formare un cubo, offrendo così un ingombro minimo; oppure agganciate sui due fianchi a formare un parallelepipedo. Si possono allontanare le casse a piacimento visto la disponibilità di lunghi cavi di collegamento”.
Il Radiofonografo Brionvega RR126 non era solo un oggetto di design, ma una dichiarazione di stile e identità: un oggetto che ha contribuito a definire l’immagine dell’Italia moderna, simbolo di status e gusto raffinato, oltre che di un’attitudine verso il futuro. E anche oggi, a distanza di decenni dalla sua creazione. In un’epoca in cui la tecnologia cambia rapidamente e l’obsolescenza è la norma, il Radiofonografo Brionvega RR126 ci ricorda l’importanza di creare oggetti di bellezza e valore, che siano duraturi e non subiscano i rovesci del tempo che scorre.
L'azienda Brionvega ed i suoi straordinari prodotti:
Fondata a Milano nel 1945 con il nome di BP Radio S.r.l. l’azienda assume la sua forma definitiva e il suo nome nel 1960 con l’uscita dalla società dell’ingegner Pajetta. L’azienda, da quel momento interamente sotto il controllo dei coniugi Brion, entra nel mondo del disegno industriale e assume la nuova ragione sociale Brion Vega Radio Televisione S.a.s. Così nasce il marchio e l’azienda Brionvega, una delle stelle più luminose del design italiano.
La filosofia di Brionvega porta da subito il marchio l’azienda dei Brion a elaborare un personalissimo punto di vista sulla cultura materiale. La produzione di oggetti di consumo, la moltiplicazione della merce, è sempre bilanciata da una particolare vocazione spirituale che si riflette nella scelta di costruire oggetti che non sono solo oggetti, ma mezzi di comunicazione, strumenti e non pura merce. Strumenti, dunque, che possono essere utilizzati per fare tante cose diverse, che riflettono le aspirazioni, i sogni, i desideri e le convinzioni di chi li utilizza: dunque oggetti neutri, politicamente senza segno, ma esteticamente indimenticabili e
inconfondibili.
Design from Vega
Nei primi anni 60 l’appena nata Brionvega affida la rivitalizzazione dei principi interni del brand alla coppia di architetti Marco Zanuso e Richard Sapper. I due firmeranno per Brionvega una serie di celebri oggetti e contribuiranno a imprimere nell’azienda un dinamismo interno che ne contraddistinguerà il percorso per gli anni avvenire.
Non è un caso che Zanuso, Sapper e Ennio Brion negli anni 60 visitano la NASA. L’esperienza deve essere stata fondamentale per la fantasia progettuale e imprenditoriale dei tre.
Negli anni 60 e 70 infatti Brionvega firma una certa quantità di pezzi che cadono di diritto nel novero dell’estetica space age .
L’estetica space age era caratterizzata da oggetti futuristici e futuribili, con un riferimento utopico a un mondo in cui viaggiare e vivere nello spazio rientrava nell’ordine del quotidiano.
Le plastiche colorate, i metalli riflettenti dominarono per un decennio la scena dotando i progetti di un colpo d’occhio avveniristico.
Dello stesso periodo è la costruzione della fabbrica di Asolo, a Treviso, progettata proprio da Marco Zanuso e divenuta uno dei simboli dell’industria felix: luminosa, aperta e nel più puro spirito di Adriano Olivetti. La fabbrica di Asolo viene presto popolata da maestranze di grande capacità industriale ed artigianale, proprio nel momento in cui le aziende del settore elettronico investivano in macchine e automazione per incrementare la competitività. BRIONVEGA in quel periodo fa una scommessa diversa: investe in prodotti complessi, veri oggetti artistici come il radiofonografo RR126 ed il totem, e scommette sull’eccellenza produttiva addestrando maestranze ed artigiani a produrre questi sofisticatissimi ed unici oggetti.
Brionvega e i suoi designer imparano a scrivere il futuro attraverso le linee di oggetti quali il radiofonografo RR126 dei fratelli Castiglioni, la radiocubo di Zanuso/ Sapper (oltre agli straordinari televisori Doney ed Algol) e il Totem di Bellini.
Design in motion
Il movimento, dopo la futuribilità, è un altro tratto caratteristico dei prodotti Brionvega. Un tratto che ha accomuna i designer, le persone che ci lavorano e l’azienda tutta. Il movimento nello spazio dei pezzi di design e la portabilità sono due caratteristiche che intercettano l’istanza di dinamicità che il brand ha sempre realizzato. Un oggetto che ti segue nello spazio della tua vita, come radiocubo, o algol, la televisione con il manico, come pure il già citato radiofonografo e totem sono oggetti che devono avere grande personalità e muoversi loro stessi, internamente, per captare le necessità d’uso che l’utente ne fa in quel momento preciso. È un oggetto che ti segue, che ti fa compagnia, un vero compagno di vita.
L’importanza del design nel modificare la nostra percezione della vita di tutti i giorni è ben espressa, in quei primi anni di Brionvega, da Gillo Dorfles in Introduzione al disegno industriale.
Scrive il famoso critico d’arte “Noi siamo avvolti, ad ogni istante della nostra giornata lavorativa o ricreativa, da una marea di oggetti prodotti industrialmente, in serie, e con più o meno palesi intendimenti estetici: dall’orologio che portiamo al polso alla penna biro […] produzioni alla cui base esiste sempre un momento progettativo […]. Non deve dunque far specie se il nostro odierno orizzonte visuale è così fortemente influenzato dalla presenza di questa ingente quantità di elementi […] proprio a tali elementi si deve il particolare indirizzo che potrà assumere il gusto dell’uomo e il suo atteggiamento verso le forme.”
Giocare con le forme del futuro era per gli architetti e i designer di Brionvega un modo di giocare con il gusto estetico degli utenti: anticipandolo, preconizzandolo. Dandogli un assaggio di quello che sarebbe stato l’ambiente domestico e lavorativo del futuro e dando così vita alla profezia autoavverante di un design in movimento e oscillazione costante fra ciò che comprendiamo e ci piace e ciò che ancora non comprendiamo completamente, ma che ci parla, ci incuriosisce, attira e pungola il nostro gusto estetico.
Gli oggetti di cui ci circondiamo plasmano il nostro mondo, diventano il nostro mondo.
Essi cambiano il modo in cui guardiamo, sentiamo, agiamo.
L’obiettivo di Brionvega ha da subito sposato questa intuizione fondamentale; intuizione che è stata la bussola che ha portato l’ azienda Brionvega a vincere non solo il compasso d’oro ma a creare dei veri e propri ART Products destinati a più generazioni future.
Castiglioni
I fratelli Livio (1911-1979), Pier Giacomo (1913-1968), e Achille (1918-2002) Castiglioni nascono a Milano e lavorano insieme come designer industriali e architetti.
Nel 1938, poco dopo essersi laureato al Politecnico di Milano, Pier Giacomo, insieme a suo fratello Livio, fonda un piccolo studio di architetti a Milano. Collaborano con l'architetto Luigi Caccia Dominioni e disegnano interni, oggetti di arredamento, e altro ancora, come Caccia Cutlery Set (1938) e Fimi-Phonola 547 Radio (1939). Achille si unisce all'azienda dei suoi due fratelli maggiori dopo essersi laureato nel 1944 in architettura al Politecnico di Milano. Nei primi anni, lo studio dei Castiglioni guadagna soprattutto grazie a mostre di design, ma restaurano anche i palazzi distrutti dalla guerra, come il Palazzo Della Permanente nel 1952. Lo stesso anno Livio lascia lo studio dei fratelli per fondarne uno suo, oggi famoso soprattutto per Boalum Lamp per Artemide (1970-1971) - una lampada creata da un tubo in plastica flessibile con luce interna - disegnata insieme a Gianfranco Frattini (1926-2004).
Lavorando proprio nel periodo del Rinascimento del design italiano degli anni '50 e '60, sia Achille che Pier Giacomo si dedicano a creare design che siano visualmente appetibili ma anche innovativi dal punto di vista tecnico. Hanno un ruolo centrale nella creazione del premio Compasso d'Oro, che per decadi è stato riconosciuto a livello mondiale come uno dei più prestigiosi premi per il design industriale. I loro lavori sono ancora oggi importanti, dal momento che sono fra i più lodati designer del XX secolo - specialmente tra gli amanti del design tradizionalisti. La loro prolifica produzione include molte collaborazioni con i maggiori produttori italiani, come Flos per l'illuminazione, Zanotta per i mobili, e Alessi per gli oggetti decorativi. Altri prestigiosi clienti includono: B&B Italia, Bernini, Brionvega, Danese, Gavina, Kartell, Knoll, Moroso, Poggi, e Siemens.
Sia Achille che Pier Giacomo erano molto interessati alla sperimentazione con nuovi materiali e tecniche per la produzione industriale. Un esempio degno di nota è "cocoon skin", un materiale composto da fibre in plastica polimerizzata verniciata solidificate in una membrana flessibile; i fratelli avevano visto l'esercito americano usare questa sostanza, e subito l'hanno brevettata. I Castiglioni applicano questa resina sopra una struttura in metallo per creare la forma iconica a bozzolo delle loro creazioni: Viscontea Lamp (1960), Taraxacum Chandeliers (1960), e Gato Table Lights (1960) per Flos.
Volendo trovare l'ispirazione nella vita di tutti i giorni, i fratelli lavoravano spesso con oggetti e componenti trovati per caso. Opere di spicco testimoni di questa ispirazione sono: Mezzadro Seat (1954-1957) and Sella Seat (1957), entrambi prodotti da Zanotta, Arco Floor Lamp (1962) e Toio Floor Lamp (1962), entrambi prodotti da Flos.
Oggi molti dei design dei fratelli si possono trovare in musei e gallerie di tutto il mondo, tra cui il Vitra Design Museum in Germania, il Victoria & Albert Museum a Londra, e il MoMA a New York. In onore dei loro successi e collaborazioni durante le loro carriere, hanno ricevuto nove premi Compasso d'Oro. Oggi le lampade dei Castiglioni sono molto ricercate nel mercato vintage.
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