Nr. 84790795

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Eduardo Chillida - Lot with 7 books - 1970-1999
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Eduardo Chillida - Lot with 7 books - 1970-1999

Raccolta composta da 7 pubblicazioni riguardanti Eduardo Chillada. -Skulptren aus ton. 1997. 108 pagine. Testo in inglese e tedesco. -Chillada. Museo D'Arte Mendrisio, 1999. Pagine 86 testo in italiano. -Bussmann, Chillada. Chorus, 2005. Pagine 223. Testo in spagnolo, inglese, tedesco, francese. -Chillada. Sculture, disegni, collage. Electa, 1987. Testo in italiano. Pagine 69. Conservato all'interno pieghevole della mostra. -Chillida. Derriere le miroir. Maeght, 1970. Pagine 34 testo in francese. Sfascicolato - difetti marginali. -Octavio Paz, Chillada. Paris, Maeght, 1979. Pagine 196. Testo in tedesco. -Chillada. Pittsburg Museum, 1980. Pagine 197. Testo in inglese. Tutte le pubblicazioni sono in buono / ottimo stato ad esclusione del libro pubblicato da Derriere Le Miroir. Eduardo Chillida Juantegui[1] (San Sebastián, 10 gennaio 1924 – San Sebastián, 19 agosto 2002) è stato uno scultore spagnolo di origine basca. Nasce da una famiglia profondamente radicata nei Paesi Baschi. Il padre Pedro Chillida, militare, era una persona con inclinazioni artistiche verso il disegno e la pittura. Eduardo si iscrive all'Accademia nel 1939 dove conosce Ignacio Malaxecheverria, l'unica persona che riconoscerà come maestro di vita. Fu anche portiere della squadra di calcio Real Sociedad de Fútbol fino ad un infortunio al ginocchio che gli farà abbandonare lo sport ed apprezzare le lunghe passeggiate in montagna. Nel 1943 comincia a studiare architettura mentre il fratello Gonzalo Chillida si dedica alla pittura, ma nel 1947 abbandona questi studi per dedicarsi alla scultura trasferendosi a Parigi. Secondo numerosi critici, tra cui Cosme de Barañano, è a Parigi che l'opera di Chillida inizia a prendere corpo. È qui che realizza le sue prime sculture in gesso, stimolato dalla scultura greca arcaica esposta nel Museo del Louvre. Nel 1950 si sposa con Pilar Belzunce a San Sebastián ed insieme si trasferiscono a Parigi dove debutterà nello stesso anno con la mostra Les Mains Eblouis. In questa epoca inizia la sua amicizia con il pittore Pablo Palazuelo. È sempre in questi anni che inizia anche la sua rivalità con lo scultore Jorge Oteiza. Entrambi con un'arte legata alla tradizione costruttivista, anche se ciascuno lavora su tematiche parzialmente differenti - come spiegò in diversi libri ed articoli il critico d'arte ed architettura Juan Daniel Fullaondo, Oteiza non smise di accusare Eduardo Chillida di plagio, arrivando a pubblicare nel 1991 Il libro dei plagi con fotografie delle opere di Chillida accostate ad altre simili ma anteriori di Oteiza. Nel 1951 nasce il primo di otto figli e presto la famiglia decide di ritornare definitivamente a San Sebastián. Chillida realizza Ilarik, la sua prima opera in ferro, materia questa che poi utilizzerà durante tutto il resto della sua vita. Nel 1962 partecipa, insieme ai più importanti scultori internazionali dell'epoca, alla mostra Sculture nella città organizzata da Giovanni Carandente nell'ambito del V Festival dei Due Mondi a Spoleto. Presenta due sculture del 1956 in ferro: Oyarak e Beguirari. Eduardo Chillida si autodefiniva "un solitario, un solitario con Pili". Affinché Chillida si dedicasse interamente all'arte, sua moglie Pilar si occupò di tutti gli altri aspetti della vita della loro famiglia. Fin dall'età di 15 anni, fu il suo punto di riferimento. Oltre ad ereditare il gusto dell'arte, sua moglie ed i suoi figli hanno partecipato in progetti ambizioni come Museo Chillida-Leku e la montagna di Tindaya. Uno degli aspetti meno conosciuti dell'opera di Eduardo Chillida è senza dubbio la sua opera di progettista-arredatore di interni. Il lavoro per la sua residenza di famiglia del Monte Igueldo si tradusse in una atmosfera ricca di colori neutri, con mobili semplici ispirati alla tradizione popolare basca e nell'uso diretto di buona parte degli elementi costruttivi dell'edificio con funzione estetica. Nell'ultima fase della vita, il proprio Chillida fondò il Museo Chillida-Leku, inaugurato nell'anno 2000 nella fattoria di Zabalaga (nel comune di Hernani, nei pressi di San Sebastián), una bella fattoria del XVI secolo, in stile tipicamente basco, sede di un antico allevamento di cavalli, alla cui ristrutturazione Chillida lavorò come se si fosse trattato di una scultura. Zabalaga è circondata da un grande giardino che oggi ospita quella che probabilmente è la maggiore collezione di opere dell'artista. È lì dove è possibile ammirare all'aperto gran parte delle opere di Chillida, in una atmosfera certamente magica. L'inaugurazione del Museo Chillida-Leku poté contare con la presenza dello scultore, già malato, insieme con i Reali di Spagna, Re Juan Carlos I e la Regina Sofía, l'allora Presidente del Governo José María Aznar e l'allora Cancelliere tedesco Gerhard Schröder. Eduardo Chillida è morto il 19 agosto del 2002 nella sua casa del Monte Igueldo a San Sebastián.

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Eduardo Chillida - Lot with 7 books - 1970-1999

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Raccolta composta da 7 pubblicazioni riguardanti Eduardo Chillada.
-Skulptren aus ton. 1997. 108 pagine. Testo in inglese e tedesco.
-Chillada. Museo D'Arte Mendrisio, 1999. Pagine 86 testo in italiano.
-Bussmann, Chillada. Chorus, 2005. Pagine 223. Testo in spagnolo, inglese, tedesco, francese.
-Chillada. Sculture, disegni, collage. Electa, 1987. Testo in italiano. Pagine 69. Conservato all'interno pieghevole della mostra.
-Chillida. Derriere le miroir. Maeght, 1970. Pagine 34 testo in francese. Sfascicolato - difetti marginali.
-Octavio Paz, Chillada. Paris, Maeght, 1979. Pagine 196. Testo in tedesco.
-Chillada. Pittsburg Museum, 1980. Pagine 197. Testo in inglese.
Tutte le pubblicazioni sono in buono / ottimo stato ad esclusione del libro pubblicato da Derriere Le Miroir.

Eduardo Chillida Juantegui[1] (San Sebastián, 10 gennaio 1924 – San Sebastián, 19 agosto 2002) è stato uno scultore spagnolo di origine basca. Nasce da una famiglia profondamente radicata nei Paesi Baschi. Il padre Pedro Chillida, militare, era una persona con inclinazioni artistiche verso il disegno e la pittura.

Eduardo si iscrive all'Accademia nel 1939 dove conosce Ignacio Malaxecheverria, l'unica persona che riconoscerà come maestro di vita. Fu anche portiere della squadra di calcio Real Sociedad de Fútbol fino ad un infortunio al ginocchio che gli farà abbandonare lo sport ed apprezzare le lunghe passeggiate in montagna.

Nel 1943 comincia a studiare architettura mentre il fratello Gonzalo Chillida si dedica alla pittura, ma nel 1947 abbandona questi studi per dedicarsi alla scultura trasferendosi a Parigi.

Secondo numerosi critici, tra cui Cosme de Barañano, è a Parigi che l'opera di Chillida inizia a prendere corpo. È qui che realizza le sue prime sculture in gesso, stimolato dalla scultura greca arcaica esposta nel Museo del Louvre. Nel 1950 si sposa con Pilar Belzunce a San Sebastián ed insieme si trasferiscono a Parigi dove debutterà nello stesso anno con la mostra Les Mains Eblouis.

In questa epoca inizia la sua amicizia con il pittore Pablo Palazuelo. È sempre in questi anni che inizia anche la sua rivalità con lo scultore Jorge Oteiza. Entrambi con un'arte legata alla tradizione costruttivista, anche se ciascuno lavora su tematiche parzialmente differenti - come spiegò in diversi libri ed articoli il critico d'arte ed architettura Juan Daniel Fullaondo, Oteiza non smise di accusare Eduardo Chillida di plagio, arrivando a pubblicare nel 1991 Il libro dei plagi con fotografie delle opere di Chillida accostate ad altre simili ma anteriori di Oteiza. Nel 1951 nasce il primo di otto figli e presto la famiglia decide di ritornare definitivamente a San Sebastián. Chillida realizza Ilarik, la sua prima opera in ferro, materia questa che poi utilizzerà durante tutto il resto della sua vita.

Nel 1962 partecipa, insieme ai più importanti scultori internazionali dell'epoca, alla mostra Sculture nella città organizzata da Giovanni Carandente nell'ambito del V Festival dei Due Mondi a Spoleto. Presenta due sculture del 1956 in ferro: Oyarak e Beguirari.

Eduardo Chillida si autodefiniva "un solitario, un solitario con Pili". Affinché Chillida si dedicasse interamente all'arte, sua moglie Pilar si occupò di tutti gli altri aspetti della vita della loro famiglia. Fin dall'età di 15 anni, fu il suo punto di riferimento. Oltre ad ereditare il gusto dell'arte, sua moglie ed i suoi figli hanno partecipato in progetti ambizioni come Museo Chillida-Leku e la montagna di Tindaya.

Uno degli aspetti meno conosciuti dell'opera di Eduardo Chillida è senza dubbio la sua opera di progettista-arredatore di interni. Il lavoro per la sua residenza di famiglia del Monte Igueldo si tradusse in una atmosfera ricca di colori neutri, con mobili semplici ispirati alla tradizione popolare basca e nell'uso diretto di buona parte degli elementi costruttivi dell'edificio con funzione estetica.

Nell'ultima fase della vita, il proprio Chillida fondò il Museo Chillida-Leku, inaugurato nell'anno 2000 nella fattoria di Zabalaga (nel comune di Hernani, nei pressi di San Sebastián), una bella fattoria del XVI secolo, in stile tipicamente basco, sede di un antico allevamento di cavalli, alla cui ristrutturazione Chillida lavorò come se si fosse trattato di una scultura. Zabalaga è circondata da un grande giardino che oggi ospita quella che probabilmente è la maggiore collezione di opere dell'artista. È lì dove è possibile ammirare all'aperto gran parte delle opere di Chillida, in una atmosfera certamente magica. L'inaugurazione del Museo Chillida-Leku poté contare con la presenza dello scultore, già malato, insieme con i Reali di Spagna, Re Juan Carlos I e la Regina Sofía, l'allora Presidente del Governo José María Aznar e l'allora Cancelliere tedesco Gerhard Schröder. Eduardo Chillida è morto il 19 agosto del 2002 nella sua casa del Monte Igueldo a San Sebastián.

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