Nr. 90341883
Delrio - Disquisitionum Magicarum - 1600
Nr. 90341883
Delrio - Disquisitionum Magicarum - 1600
DEMONI E MAGHI: GUIDA DELL'INQUISIZIONE ALLE OSCURE ARTI DELLA MAGIA NERA
Raro trattato, rivolto ai giudice dell'Inquisizione, esplora in profondità magia e stregoneria, fondendo nozioni di astrologia, alchimia e matematica. Il testo si apre con un poema latino dell'umanista Justus Lipsius, riflettendo le amicizie intellettuali dell'autore e la sua influenza sulla cultura del tempo.
Contiene i saggi “De magia”, “De magia daemonica”, ‘De maleficis’, ‘De prophetia, divinatione [...]’. Con un poema latino liminare di Justus Lipsius.
L'opera più famosa di Del Rio, Disquisitionum Magicarum, iniziata dopo essere entrato nei Gesuiti, era stata concepita come un libro di riferimento per i sacerdoti e i giudici ecclesiastici alle prese con questioni di magia, stregoneria e soprannaturale. Il risultato fu un'accurata sintesi della stregoneria che tracciava collegamenti con la matematica, l'astrologia, l'alchimia e altre discipline e sosteneva che l'aumento della stregoneria era radicato nella diffusione dell'eresia durante la Riforma (The Newberry, Religious Change and Print 1450-1700). Il Disquisitionum Magicarum divenne il testo fondamentale per teologi e avvocati in particolare fino alla metà del XVIII secolo.
VD16 D-461. - Coumont D45.2
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CONDITION REPORT
3 volumi in uno. Legatura coeva in piena pergamena. Pagine interne leggermente imbrunite, ma nel complesso buono stato di conservazione dell'opera. Titolo manoscritto al dorso, sbiadito. Pp. [29]-654-[37]
FULL TITLES & AUTHORS
Disqvisitionvm Magicarvm Libri Sex, In Tres Tomos Partiti. Auctore Martino Delrio, Societatis Iesv Presbytero. Tomus Primus; Magicarvm Disqvisitionvm Tomvs Secvndvs, In Qvo Agitvr De Maleficio, Vana Observatione, Divinatione, & Coniectatione. Auctore Martino Delrio Societatis Iesv Presbytero; Disqvisitionvm Magicarvm Tomvs Tertivs. Sev Methodvs Iudicum & Confeffariorum Directioni Commoda. Auctore Martino Delrio, Societatis Iesv Presbytero.
Mainz, J. Albinus, 1600
Martín Antonio Delrio
CONTENTS
Martin Delrio, o Martin Antoine Del Rio (Anversa, 17 maggio 1551 – Lovanio, 19 ottobre 1608), è stato un umanista e teologo fiammingo gesuita di ascendenza spagnola.
Nato ad Anversa, studiò a Lovanio, Magonza e Salamanca, dove conseguì il dottorato in legge nel 1574. Nel 1575 fu nominato vicecancelliere e procuratore generale per il Brabante e nel 1580 entrò nella Compagnia di Gesù. Insegnò teologia a Lovanio, Magonza, Liegi, Salamanca e Douai, tutti importanti centri intellettuali della riforma cattolica. Morì a Lovanio nel 1608.
Umanista di grande talento, fu amico di numerosi studiosi, tra i quali André Schott, Willem Canter e Giusto Lipsio, di cui divenne confidente dando un contributo determinante alla sua conversione al Cattolicesimo. La prima pubblicazione di Delrio, un'edizione del grammatico tardo romano Gaio Giulio Solino, si basava su un manoscritto ricevuto da Lipsio e includeva emendazioni suggerite dal suo maestro, il filologo fiammingo Cornelio Valerio Ultrajectino. Delrio pubblicò anche un'edizione critica delle opere del poeta latino Claudiano. L'opera di cui andava più orgoglioso era l'edizione critica delle tragedie senecane, pubblicata nel 1576, ma che egli affermava di avere completato prima del suo ventesimo compleanno.
Tra i suoi scritti troviamo Disquisitionum magicarum libri sex, che parla di magia e occultismo. Il suo amico, l'umanista fiammingo Giusto Lipsio lo soprannominò "il miracolo del secolo"; i posteri tuttavia non sono stati così generosi: per Voltaire Del Rio era "il procuratore generale di Belzebù; nel XIX secolo gli autori della Biographie Nationale de Belgique, un'antologia di brevi biografie, definirono Del Rio "qualcosa di imbarazzante". Alcuni storici moderni, fra cui Robert Muchembled, lo hanno accusato di essere la causa principale della caccia alle streghe nel sud dei Paesi Bassi. Di lui il Manzoni scrive: "quel funesto Delrio, il quale, se la rinomanza degli autori fosse in ragione del bene e del male prodotto dalle loro opere, dovrebb'essere uno de' più famosi; quel Delrio, le cui veglie costaron la vita a più uomini che l'imprese di qualche conquistatore: quel Delrio, le cui Disquisizioni Magiche (il ristretto di tutto ciò che gli uomini avevano, fino a' suoi tempi, sognato in quella materia), divenute il testo più autorevole, più irrefragabile, furono, per più d'un secolo, norma e impulso potente di legali, orribili, non interrotte carnificine". Oggi, tuttavia, la maggior parte degli storici ritiene che l'influenza di Delrio sulla caccia alle streghe sia stata piuttosto limitata e sottolinea la moderazione con cui Del Rio tratta l'argomento della stregoneria.
Le Disquisitionum magicarum sono - in linea con le altre pubblicazioni di Delrio - un'opera di estremamente erudita. A differenza delle opere di Henry Boguet e Pierre de Lancre, il trattato di Delrio non era basato sull'esperienza personale, ma si fondava sulle sue estese conoscenze classiche e sulla sua familiarità con la storia della Chiesa. L'agiografia fu una fonte particolarmente importante dell'opera di Delrio (non a caso un discepolo di Delrio, il gesuita fiammingo Heribert Rosweyde, avrebbe avuto un ruolo decisivo nella formazione degli Acta Sanctorum, un'enciclopedia cattolica delle vite dei santi). Delrio attinse anche a racconti provenienti da altri paesi e continenti, nonché ai resoconti dei gesuiti missionari nel Nuovo Mondo.
L'unico ritratto conosciuto di Martin Delrio è conservato al Museo del Louvre.
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