Nr. 85430547

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Scuola Italiana (XIX), firmato Tullo Golfarelli - Marina
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Scuola Italiana (XIX), firmato Tullo Golfarelli - Marina

Dipinto Pastello e matita Marina raffigurante Pesca notturna Firmato Tullo Golfarelli (Cesena 1852 - Bologna 1928) Figlio dell'orafo Enrico (il quale lo avviò alle tecniche dell'incisione e della lavorazione dei metalli) e di Vittoria Bassoli. Dopo le scuole ginnasiali e tecniche frequentate dal 1864 al '67[1] per perfezionarsi nell’arte dell’oreficeria e della scultura, si trasferì a Roma nel 1875, grazie anche al sussidio ricevuto dal Comune di Cesena, lavorando nello studio dello scultore-orafo Gagliardi nel '78 e frequentando l'ambiente accademico cittadino pur senza farsi mancare viaggi in città quali Bologna,[2] Firenze, Venezia e Parigi,[3] quest'ultima grazie ad un nuovo sussidio da parte della sua città natale.[1] Nel 1880 risulta a Napoli, dove conobbe artisti importanti per la sua formazione, Domenico Morelli e Filippo Palizzi.[4][5] L'anno successivo tentò l'ammissione all'Accademia di belle arti presentando il bozzetto L'affetto (detto anche L'amicizia), con esito negativo visto l'annullamento del concorso.[5] Nella città partenopea, importante per la sua formazione fu soprattutto l'incontro con Vincenzo Gemito, il cui crudo realismo influenzò fortemente l'opera del cesenate, già incline a poetiche veriste. I frequenti ritorni nella città natale gli permisero di ottenere sia un buon successo in ambito romagnolo che importanti commissioni, sia a carattere celebrativo che monumentale, in altre città. A fine anni ottanta entrò in contatto con gli ambienti culturali bolognesi, dove strinse duraturi rapporti con Giosuè Carducci (che ritrasse più volte) e Giovanni Pascoli oltre ad averne con Aurelio Saffi e Andrea Costa : fu Pascoli che gli commissionò i cartoni dei bassorilievi in bronzo cesellato per le Odi barbare di Carducci.[5] Dopo aver avuto lo studio a Cesena in via Michelina n. 21 e a Roma in Piazza Barberini (1885[6]), nel 1893 aprì quello bolognese (a palazzo Bentivoglio in via delle Belle Arti n. 45, trasferendolo poi in via degli Angeli n. 20 nel 1897[7]) perfezionandosi nel frattempo con Salvino Salvini all'Accademia di belle arti, aderendo almeno in parte alle inclinazioni accademico-realiste dell'insegnante.[3][4] Dal 1887 al 1893 fu incaricato all'insegnamento di Plastica alla Scuola Professionale di Arti Decorative di Bologna e nominato socio onorario della Regia Accademia bolognese, dove insegnerà Disegno modellato dal 1891 al 1893, anno in cui fu tra i soci fondatori dell'Associazione per le Arti “Francesco Francia”. Nel 1902 sposa Zaira Petrini (1868-1948) dalla cui unione nacquero Guido (1901-1971) e Manlio (1903-1971).[8] Dopo la nomina nel 1906 ad accademico a Bologna,[3][9] l'anno successivo divenne Cavaliere della Repubblica di San Marino e nel 1912 professore di Plastica ornamentale alla Regia Accademia bolognese; per tutto il 1921, gli venne sostituito come supplente Silverio Montaguti alla cattedra di Plastica. Nel dicembre dell'anno successivo gli vennero revocati tutti gli incarichi accademici con decorrenza da gennaio 1923, versando in drammatiche condizioni sia morali che economiche, portandolo a trascorrere i suoi ultimi anni in isolamento sino alla morte avvenuta il 30 marzo 1928.[3][8] Opera degli ultimi anni del pittore. Cornice originale Le misure del pastello è: 17x22 cm Si garantiscono l'originalità e la provenienza. Il dipinto sarà spedito con imballaggio professionale ed assicurato

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Dipinto Pastello e matita
Marina raffigurante Pesca notturna
Firmato Tullo Golfarelli (Cesena 1852 - Bologna 1928)
Figlio dell'orafo Enrico (il quale lo avviò alle tecniche dell'incisione e della lavorazione dei metalli) e di Vittoria Bassoli. Dopo le scuole ginnasiali e tecniche frequentate dal 1864 al '67[1] per perfezionarsi nell’arte dell’oreficeria e della scultura, si trasferì a Roma nel 1875, grazie anche al sussidio ricevuto dal Comune di Cesena, lavorando nello studio dello scultore-orafo Gagliardi nel '78 e frequentando l'ambiente accademico cittadino pur senza farsi mancare viaggi in città quali Bologna,[2] Firenze, Venezia e Parigi,[3] quest'ultima grazie ad un nuovo sussidio da parte della sua città natale.[1] Nel 1880 risulta a Napoli, dove conobbe artisti importanti per la sua formazione, Domenico Morelli e Filippo Palizzi.[4][5] L'anno successivo tentò l'ammissione all'Accademia di belle arti presentando il bozzetto L'affetto (detto anche L'amicizia), con esito negativo visto l'annullamento del concorso.[5]

Nella città partenopea, importante per la sua formazione fu soprattutto l'incontro con Vincenzo Gemito, il cui crudo realismo influenzò fortemente l'opera del cesenate, già incline a poetiche veriste. I frequenti ritorni nella città natale gli permisero di ottenere sia un buon successo in ambito romagnolo che importanti commissioni, sia a carattere celebrativo che monumentale, in altre città. A fine anni ottanta entrò in contatto con gli ambienti culturali bolognesi, dove strinse duraturi rapporti con Giosuè Carducci (che ritrasse più volte) e Giovanni Pascoli oltre ad averne con Aurelio Saffi e Andrea Costa : fu Pascoli che gli commissionò i cartoni dei bassorilievi in bronzo cesellato per le Odi barbare di Carducci.[5] Dopo aver avuto lo studio a Cesena in via Michelina n. 21 e a Roma in Piazza Barberini (1885[6]), nel 1893 aprì quello bolognese (a palazzo Bentivoglio in via delle Belle Arti n. 45, trasferendolo poi in via degli Angeli n. 20 nel 1897[7]) perfezionandosi nel frattempo con Salvino Salvini all'Accademia di belle arti, aderendo almeno in parte alle inclinazioni accademico-realiste dell'insegnante.[3][4]

Dal 1887 al 1893 fu incaricato all'insegnamento di Plastica alla Scuola Professionale di Arti Decorative di Bologna e nominato socio onorario della Regia Accademia bolognese, dove insegnerà Disegno modellato dal 1891 al 1893, anno in cui fu tra i soci fondatori dell'Associazione per le Arti “Francesco Francia”. Nel 1902 sposa Zaira Petrini (1868-1948) dalla cui unione nacquero Guido (1901-1971) e Manlio (1903-1971).[8] Dopo la nomina nel 1906 ad accademico a Bologna,[3][9] l'anno successivo divenne Cavaliere della Repubblica di San Marino e nel 1912 professore di Plastica ornamentale alla Regia Accademia bolognese; per tutto il 1921, gli venne sostituito come supplente Silverio Montaguti alla cattedra di Plastica. Nel dicembre dell'anno successivo gli vennero revocati tutti gli incarichi accademici con decorrenza da gennaio 1923, versando in drammatiche condizioni sia morali che economiche, portandolo a trascorrere i suoi ultimi anni in isolamento sino alla morte avvenuta il 30 marzo 1928.[3][8]
Opera degli ultimi anni del pittore.
Cornice originale

Le misure del pastello è: 17x22 cm

Si garantiscono l'originalità e la provenienza.
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