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Ciro Ferri (1633-1689), ambito di - Assunzione della Vergine al cielo
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28 weken geleden

Ciro Ferri (1633-1689), ambito di - Assunzione della Vergine al cielo

CIRO FERRI [ambito di] (Roma, 1634 – 1689) Assunzione della Vergine al cielo Olio su tela, cm. 149 x 97 NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Opera non firmata. Certificato di Lecita Provenienza. Opera senza cornice: L’opera, inedita, illustra un episodio che vede come protagoniste l’Assunzione della Vergine in cielo. La solennità dell’Assunzione di Maria al cielo – nel seno della Santa Trinità – è mistero di amore a beneficio di tutti gli uomini. Tutti i privilegi e tutte le grazie divine conferite a Maria derivano dal disegno di Dio chiamato “incarnazione”, il Dio che si fa uomo nella persona del Verbo divino; mistero di amore sublime e insondabile che fa San Paolo dire: “Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!” (Rm 11,33). I santi e i teologi spesso formulano tutti i possibili argomenti, intesi a cogliere in qualche modo il significato, il motivo, la ragione di questo accumulo di grazie di cui Maria Santissima è rivestita, e che culmina nella sua Assunzione ai cieli e nella totale e definitiva glorificazione del corpo e dell’anima. “Chi è costei che sorge come l’aurora, bella come la luna, fulgida come il sole” (Ct 9,10); e la Chiesa ci viene in aiuto per darci la risposta con tutta la Tradizione che emana dall’Apocalisse di San Giovanni: “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle” (Ap 12,1). Moltiplicazione di parole povere, per scoprire e chiarire minimamente il mistero dell’amore fra Dio e Maria, fra l’Altissimo, il Creatore e le sue creature. L'opera qui esaminata rappresenta un pregevole esempio della tradizione pittorica sei-settecentesca centro Italia. Ambientato in tutto l’emicampo centrale dalla scena occupato da diverse figure, di cui la Vergine – sospesa dal suolo – in altro e circondata da putti, e invece in basso da due santi, con lo sguardo rivolto alla Madonna. Tutta la scena è connotata da un movimento, ben rappresentativo della vitalità pre-barocca, dalle posizioni dei corpi delle figure, ai loro abiti con i manti rigonfi dall'aria, dalle braccia annodate ai capi ruotati; sullo sfondo con le nuvole sotto il cielo chiaro e dorato. Alla plasticità delle forme si aggiunge il gioco di colori e di luci, che segue lo stesso movimento destrorso, ove le figure spiccano per i colori forti con il blu, il rosso e il giallo ocra su sfondi chiari ove anche gli incarnati risultano accessi. Riguardo agli stilemi di questa tela, destinata probabilmente ad ornare l’altare di una cappella nobiliare, siamo dinanzi ad una raffigurazione che fu eseguita da un valente maestro di scuola romana, operoso nella fine del Seicento e dotato di buone capacita tecniche e stilistiche. L'opera ben esprime lo stile delle opere tarde di Ciro Ferri (Roma 1633 - 1689), eseguite in collaborazione con la sua bottega. Si tratta infatti di un artista che ben conosceva le opere dei coevi maestri romani, la cui edotta formazione culturale fu legata allo studio del citato Pietro da Cortona, ove i caratteri iconografici presentano tracce disegnative e sceniche desunte dalla sua scuola. La tela, infatti, rivela la forte impronta del Cortona nelle tipologie dei protagonisti, nei panneggi mossi e gonfi e nel vivace cromatismo che ha il suo apice nel rosso e nel puro azzurro oltremarino della veste della protagonista. La tela in esame, inoltre, presenta – nei confronti delle opere del maestro Pietro da Cortona – un differente ductus pittorico, più classicheggiante, delicato, impreziosito da una luminosità e una maggiore attenzione nel descrivere i dettagli, seconde norme espressive che riscontriamo nelle opere di Ciro Ferri, artista che Lione Pascoli giudica il migliore allievo del Cortona, l’unico legittimato a “terminare le opere lasciate imperfette da lui”. Sono queste considerazioni, non eludibili, che inducano – con cautela – a ricollegare la tela in esame, nell’ambiente di Ciro Ferri, un’opera tarda dell'artista eseguita – probabilmente – in collaborazione con la sua bottega o della sua stretta cerchia. In merito al suo stato conservativo, l’opera si presenta in condizioni generali abbastanza discrete considerando l'epoca del dipinto, la superficie pittorica si presenta in patina. Si notano – a luce di Wood – piccoli punti di restauro diffusi sul fondo, con diversi rifacimenti della superficie pittorica, e qualche leggera svelatura, nulla comunque di veramente rilevante. Non si evidenziano problemi di tipo conservativo grave e la tela originale presenta un vecchio rintelo, che non sembra necessitare di interventi. A luce solare è visibile una vernice spessa. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Le misure della tela sono cm. 149 x 97. Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosita in una cornice dorata e laccata nera in stile barocco (dimensione cornice cm. 167 x 115 x 6 ca, presenza difetti). PROVENIENZA: Coll. privata PUBBLICAZIONE:  Inedito;  I MITI E IL TERRITORIO nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2023. Su richiesta l’acquirente può chiedere l’acquisto della cornice (come da foto), (le misure della cornice sono cm. 167 x 115 x 6 ca.) di euro 500,00. Si garantisce, inoltre, un imballo accurato con cassa in legno esterno e pluriball/cartone/polistirolo interno (costo imballaggio € 120,00 circa) e spedizione tracciabile (€ 130,00 Italia). Per l’esportazione, l’opera è soggetto ad una richiesta di Attestato di Libera Circolazione (Comunità Europea) o Certificato di Esportazione (Trasporto Extra Comunitari), presso l’ufficio di esportazione (Soprintendenza del territorio) con i tempi e i costi gravati (€ 350/€800, tutto incluso: spedizione, imballaggio e partiche esportazioni).

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CIRO FERRI [ambito di]
(Roma, 1634 – 1689)
Assunzione della Vergine al cielo
Olio su tela, cm. 149 x 97


NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Opera non firmata. Certificato di Lecita Provenienza. Opera senza cornice:

L’opera, inedita, illustra un episodio che vede come protagoniste l’Assunzione della Vergine in cielo. La solennità dell’Assunzione di Maria al cielo – nel seno della Santa Trinità – è mistero di amore a beneficio di tutti gli uomini. Tutti i privilegi e tutte le grazie divine conferite a Maria derivano dal disegno di Dio chiamato “incarnazione”, il Dio che si fa uomo nella persona del Verbo divino; mistero di amore sublime e insondabile che fa San Paolo dire: “Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!” (Rm 11,33). I santi e i teologi spesso formulano tutti i possibili argomenti, intesi a cogliere in qualche modo il significato, il motivo, la ragione di questo accumulo di grazie di cui Maria Santissima è rivestita, e che culmina nella sua Assunzione ai cieli e nella totale e definitiva glorificazione del corpo e dell’anima. “Chi è costei che sorge come l’aurora, bella come la luna, fulgida come il sole” (Ct 9,10); e la Chiesa ci viene in aiuto per darci la risposta con tutta la Tradizione che emana dall’Apocalisse di San Giovanni: “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle” (Ap 12,1). Moltiplicazione di parole povere, per scoprire e chiarire minimamente il mistero dell’amore fra Dio e Maria, fra l’Altissimo, il Creatore e le sue creature.
L'opera qui esaminata rappresenta un pregevole esempio della tradizione pittorica sei-settecentesca centro Italia. Ambientato in tutto l’emicampo centrale dalla scena occupato da diverse figure, di cui la Vergine – sospesa dal suolo – in altro e circondata da putti, e invece in basso da due santi, con lo sguardo rivolto alla Madonna. Tutta la scena è connotata da un movimento, ben rappresentativo della vitalità pre-barocca, dalle posizioni dei corpi delle figure, ai loro abiti con i manti rigonfi dall'aria, dalle braccia annodate ai capi ruotati; sullo sfondo con le nuvole sotto il cielo chiaro e dorato. Alla plasticità delle forme si aggiunge il gioco di colori e di luci, che segue lo stesso movimento destrorso, ove le figure spiccano per i colori forti con il blu, il rosso e il giallo ocra su sfondi chiari ove anche gli incarnati risultano accessi.
Riguardo agli stilemi di questa tela, destinata probabilmente ad ornare l’altare di una cappella nobiliare, siamo dinanzi ad una raffigurazione che fu eseguita da un valente maestro di scuola romana, operoso nella fine del Seicento e dotato di buone capacita tecniche e stilistiche.
L'opera ben esprime lo stile delle opere tarde di Ciro Ferri (Roma 1633 - 1689), eseguite in collaborazione con la sua bottega. Si tratta infatti di un artista che ben conosceva le opere dei coevi maestri romani, la cui edotta formazione culturale fu legata allo studio del citato Pietro da Cortona, ove i caratteri iconografici presentano tracce disegnative e sceniche desunte dalla sua scuola. La tela, infatti, rivela la forte impronta del Cortona nelle tipologie dei protagonisti, nei panneggi mossi e gonfi e nel vivace cromatismo che ha il suo apice nel rosso e nel puro azzurro oltremarino della veste della protagonista.
La tela in esame, inoltre, presenta – nei confronti delle opere del maestro Pietro da Cortona – un differente ductus pittorico, più classicheggiante, delicato, impreziosito da una luminosità e una maggiore attenzione nel descrivere i dettagli, seconde norme espressive che riscontriamo nelle opere di Ciro Ferri, artista che Lione Pascoli giudica il migliore allievo del Cortona, l’unico legittimato a “terminare le opere lasciate imperfette da lui”.
Sono queste considerazioni, non eludibili, che inducano – con cautela – a ricollegare la tela in esame, nell’ambiente di Ciro Ferri, un’opera tarda dell'artista eseguita – probabilmente – in collaborazione con la sua bottega o della sua stretta cerchia.
In merito al suo stato conservativo, l’opera si presenta in condizioni generali abbastanza discrete considerando l'epoca del dipinto, la superficie pittorica si presenta in patina. Si notano – a luce di Wood – piccoli punti di restauro diffusi sul fondo, con diversi rifacimenti della superficie pittorica, e qualche leggera svelatura, nulla comunque di veramente rilevante. Non si evidenziano problemi di tipo conservativo grave e la tela originale presenta un vecchio rintelo, che non sembra necessitare di interventi. A luce solare è visibile una vernice spessa. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Le misure della tela sono cm. 149 x 97. Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosita in una cornice dorata e laccata nera in stile barocco (dimensione cornice cm. 167 x 115 x 6 ca, presenza difetti).

PROVENIENZA: Coll. privata

PUBBLICAZIONE:
 Inedito;
 I MITI E IL TERRITORIO nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2023.

Su richiesta l’acquirente può chiedere l’acquisto della cornice (come da foto), (le misure della cornice sono cm. 167 x 115 x 6 ca.) di euro 500,00.

Si garantisce, inoltre, un imballo accurato con cassa in legno esterno e pluriball/cartone/polistirolo interno (costo imballaggio € 120,00 circa) e spedizione tracciabile (€ 130,00 Italia). Per l’esportazione, l’opera è soggetto ad una richiesta di Attestato di Libera Circolazione (Comunità Europea) o Certificato di Esportazione (Trasporto Extra Comunitari), presso l’ufficio di esportazione (Soprintendenza del territorio) con i tempi e i costi gravati (€ 350/€800, tutto incluso: spedizione, imballaggio e partiche esportazioni).

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