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Scritto da Marieke | Pubblicato il 15 marzo 2022
Ambasciatrice dello sport femminile, Priscilla Janssens è una delle grandi protagoniste dietro le quinte del calcio contemporaneo. I suoi enormi sforzi hanno rivoluzionati il gioco sia dentro che fuori dal campo – in particolar modo per le atlete. Con la Giornata internazionale della donna alle porte, incontriamo Priscilla per parlare delle vittorie passate e degli obiettivi futuri del calcio femminile nel mondo.
Forse non è una coincidenza che Priscilla sia nata nella terra del calcio, il Brasile, da madre inglese e padre olandese. Il suo bagaglio internazionale ha innescato una carriera di respiro altrettanto globale. Negli ultimi 25 anni, ha lavorato con l’Ajax, la UEFA e la FIFA in ruoli che vanno da allenatrice personale di giocatori di punta a direttrice di sede dei campionati più importanti. Nel 2007 ha co-fondato l’Eredivisie femminile.
Alzare l’asticella
Incontriamo Priscilla nella sua caratteristica casa in Olanda, dove vive attualmente. Mentre ci addentriamo nel significato della Giornata internazionale della donna per il mondo dello sport di oggi, la sua visione è chiarissima: «Ci dà l’opportunità di mettere davvero sotto i riflettori le atlete e le donne in generale. In questa società, è evidente come le donne in molti casi siano ancora in secondo piano». Oltre a onorare i risultati delle donne e celebrarne le vittorie, secondo Priscilla è anche l’occasione annuale perfetta per valutare a che punto siamo come società e fissare obiettivi per il futuro: «Vogliamo alzare l’asticella».
In che modo il 1999 ha segnato una svolta
Quell’asticella messa così in alto ha dato i suoi frutti. Da quando Priscilla è entrata nel mondo dello sport alla fine degli anni ‘90, è stata testimone di grandi cambiamenti. Anche se c’è ancora molto lavoro da fare, vale la pena celebrare il successo della spinta verso la parità di rappresentanza. «Negli ultimi anni c’è più attenzione per lo sport femminile. È in televisione, è visibile e le persone partecipano di più». Per quanto ovvio possa sembrare oggi, gli sport femminili sono stati a lungo sottorappresentati in termini di copertura mediatica, accesso e comunicazione. In gran parte, questo era dovuto all’errata convinzione che non avrebbero riscosso interesse.
La finale della Coppa del Mondo femminile del 1999, quando la squadra statunitense ha sfidato la Cina per il titolo mondiale, è stato un momento di svolta. Gli organizzatori hanno osato, facendo le cose in grande. Prima dell’evento i critici si erano chiesti perché si sarebbe svolto nell’enorme Rose Bowl Stadium, supponendo che i posti a sedere sarebbero rimasti vuoti. «Si è registrato il tutto esaurito» ricorda Priscilla con un gran sorriso, «90.000 persone hanno visto quella partita». Un altro milione di tifosi l’ha seguita in diretta da casa. Questo ha dimostrato una volta per tutte che la gente è, in effetti, molto interessata allo sport femminile: «Bisogna solo dare l’opportunità di vederlo».
Professioniste a tempo pieno
Questa maggiore visibilità innesca un effetto domino che è strumentale alla crescita e alla salute degli sport femminili in generale. Con più visibilità arriva un maggiore apprezzamento, che alla fine porta all’aumento degli stipendi. Quest’ultimo aspetto potrebbe non sembrare una priorità assoluta, ma è un passo essenziale verso un futuro migliore.
«Se esaminiamo le sfide che devono affrontare le atlete professioniste nello sport, la più grande è ancora quella di generare abbastanza reddito in modo che possano essere ritenute professioniste a pieno titolo e concentrare il 100% del loro tempo sullo sport. Il che significa poter ottenere un buon equilibrio di allenamento, riposo, cibo – difficile da raggiungere quando devi anche studiare o fare un altro lavoro per mantenerti» spiega Priscilla. «Quando ci riesci, i tuoi risultati migliorano. E quando i tuoi risultati migliorano, c’è più attenzione. Il che significa che avrai più opportunità nel marketing di sponsorizzazione e anche questo ti aiuterà a concentrarti maggiormente sullo sport». È tutto collegato. «Ma inizia con la visibilità e il rispetto per le atlete. La strada da fare è ancora lunga, ma siamo già migliorati».
È una vittoria per tutti
Mentre il calcio femminile esce dall’ombra della sua controparte maschile, è interessante vedere come le rispettive culture calcistiche differiscono e in che modo i tifosi, in particolare, potrebbero rappresentare un’ispirazione inaspettata. «I fan del calcio femminile tendono ad essere più impegnati nelle questioni sociali» spiega. «Se analizziamo le ricerche sui tifosi di sport femminili in generale, osserviamo che l’aspetto sociale è molto importante. Quindi: diversità, inclusione, cambiamento climatico».
Poiché il calcio femminile è stato a lungo lo sfavorito da un punto di vista storico, temi come l’inclusività, la diversità e la parità di genere sono diventati parte del suo DNA. «È evidente che negli sport femminili non c’è nessun problema se sei gay o transgender, fa parte della vita. Mentre negli sport maschili e nel mio sport, il calcio, è un grosso problema». Priscilla precisa: «Gli atleti di sesso maschile che magari sono gay o bisessuali o transgender hanno paura di esporsi al riguardo, perché temono reazioni negative da parte dei tifosi o di non essere accettati».
Parità di retribuzione, finalmente
Verso la conclusione della nostra conversazione, quando chiediamo a Priscilla della vittoria più indimenticabile a cui ha assistito nella sua carriera, ci racconta qualcosa che in realtà non è un momento sportivo. «È stata la volta in cui la squadra femminile di calcio degli Stati Uniti si è opposta alla federazione e ha iniziato una causa in cui chiedeva la parità di retribuzione». Fino a poco tempo fa, le giocatrici erano state ricompensate molto meno delle loro controparti maschili, quando in realtà le ricerche avevano dimostrato che il valore della squadra femminile era superiore. Le donne erano già state più volte campionesse del mondo, oltre che campionesse olimpiche.
«In realtà hanno perso la causa all’inizio del 2021. E se si leggono le argomentazioni, in cui si sostiene che dovevano faticare meno, voglio dire... è assolutamente ridicolo, non si può nemmeno immaginare che quelle siano state le ragioni addotte». Tuttavia, nei mesi successivi ha preso piede un grande dibattito, che ha portato alle dimissioni del presidente della federazione. «Alla fine, adesso ricevono la stessa paga. E questo ha avviato un movimento in tutto il mondo, per cui le squadre femminili di calcio hanno iniziato a sfidare le loro federazioni».
I sogni possono diventare realtà
Su Catawiki osserviamo con gioia l’ascesa degli sport femminili riflessa nella crescente popolarità dei cimeli sportivi femminili. Con le aste regolari che celebrano questa categoria, chiediamo a Priscilla se ha un oggetto preferito nella sua collezione privata. «L’oggetto di cui sono più entusiasta l’ho comprato l’anno scorso all’asta su Catawiki. È una foto di Brandi Chastain, una giocatrice di calcio della squadra statunitense». La foto è stata scattata durante la monumentale partita della Coppa del Mondo femminile del 1999 di cui si parlava prima. Il volto di Priscilla brilla di orgoglio, mentre racconta la scena. «Hanno giocato l’intero tempo e stanno andando ai rigori. È il quinto per gli Stati Uniti e lei segna il gol della vittoria nella Coppa del Mondo! In uno stadio pieno. In quel momento si inginocchia, si toglie la maglietta e c’è un logo Nike sul retro del suo reggiseno sportivo. Togliersi la maglietta a quei tempi era ancora un po’ strano, soprattutto per una donna – togliersi la maglietta: è scandaloso!».
In aggiunta al momento storico, la coincidenza del logo ha procurato a Brandi un enorme contratto di marketing proprio con la Nike, un evento ancora senza precedenti nel calcio femminile. Ha dato l’esempio per il futuro. Il tormentone di Brandi all’epoca era “I sogni possono diventare realtà”, con cui ha firmato la foto. Priscilla conclude: «Avere quella foto, con quella frase, è uno dei pezzi migliori della mia collezione».
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