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Scritto da Tom | 6 dicembre 2019
Tutti ne hanno sentito parlare, ma dare una definizione precisa di cosa sia realmente l’arte classica è tutta un’altra storia. In linea di massima, possiamo individuare le sue origini e descriverla in poche parole, ma la verità su questa espressione artistica è che l’arte classica comprende una serie di artisti celebri che attingono a diversi principi di questo stile. Per aiutarci a sbrogliare questa matassa, abbiamo chiesto alla nostra esperta di arte classica, Caterina Maffeis, di raccontarci qualche curiosità in più.
“Classico” è il termine generalmente usato per riferirsi allo stile dell’Antica Roma e dell’Antica Grecia. Tuttavia, l’arte classica è stata ripresa nel corso degli anni sotto forma d’arte rinascimentale, stile barocco e neoclassicismo. In ogni caso, poiché tutte le variazioni seguono i principi dello stile classico, rimangono esempi di classicismo.
In merito a quali siano questi principi, è opinione comune che il classicismo sia in gran parte incentrato su concetti di eleganza, armonia e proporzione. «L’arte classica occidentale si basa sulle proporzioni del corpo umano e sulla prospettiva,» spiega Caterina Maffeis, «questi principi regolano tutto, dalla pittura alla scultura, fino all’architettura». In pratica, ciò significa che gli artisti dell’Antica Grecia (essendo l’Antica Grecia considerata il luogo di nascita dello stile) cercavano di catturare l’ideale percepito della forma – e nell’arte questo concetto si applicava principalmente alla forma umana e animale. Le rappresentazioni di figure umane erano di solito senza espressione, emotivamente neutre e contemplative, la composizione aveva sempre la precedenza sul colore (le sculture sono l’esempio più chiaro di questo principio).
Nell’Antica Grecia le figure mitologiche, come ad esempio Nettuno, erano utilizzate come soggetti per le sculture
La scelta degli artisti è molto ampia, poiché questo stile abbraccia vari secoli. Tuttavia, alcuni si distinguono in modo particolare. «Senza dubbio alcuni degli artisti più importanti sono Leonardo da Vinci (stile rinascimentale), Caravaggio (stile barocco) e Antonio Canova (neoclassicismo)» dice Caterina. Gli addetti ai lavori, e non solo, conoscono molti di questi nomi che hanno contribuito a sintetizzare il caratteristico stile classico del loro tempo.
“L’uomo Vitruviano” di Da Vinci è un riflesso del maniacale interesse personale (e dell’epoca) per le proporzioni e l’arte con un approccio quasi matematico. Caravaggio, noto per i suoi soggetti provocatori e lo stile naturalista, contribuì a diffondere lo stile drammatico del classicismo barocco. Opere come “La Crocifissione di San Pietro” e “Davide con la testa di Golia” illustrano bene lo spiccato senso drammatico per cui questo filone del classicismo era noto. Mentre la “Paolina Borghese” di Antonio Canova, già autorevole scultore, contribuì a confermarlo come neoclassicista con un impareggiabile senso di eleganza, dettaglio e forma.
Il termine “classico” potrebbe indicare uno stile saldamente bloccato in un tempo passato, ma in realtà negli anni è stato inserito in nuovi contesti e prospettive che hanno contribuito alla sua evoluzione. «Il modello classico è stato costantemente reinterpretato, dall’arte rinascimentale al neoclassicismo» spiega Caterina. È una testimonianza dello stile sopravvissuto al tempo: a prima vista può sembrare rigido, ma i suoi principi fondamentali di eleganza, forma e realismo hanno risuonato con il pubblico di ogni epoca.
L’arte classica è anche un investimento intelligente e valido, intriso di qualità meno evidenti ma davvero gratificanti. «Investire [nell’arte classica] significa investire in opere artigianali di altissima qualità, sostenendo al tempo stesso il nostro patrimonio culturale,» dice Caterina, «da qui possiamo iniziare a comprendere profondamente il valore della vera bellezza – che è intramontabile ed eterna».
“Il Giudizio Universale” di Lucas van Leyden ha un fascino immortale
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