N. 92796659
Cleto Munari - Ciotola - Murrina Ovale - Vetro di Murano
N. 92796659
Cleto Munari - Ciotola - Murrina Ovale - Vetro di Murano
La collezione presentata in questa asta è frutto non solo dell'opera di Cleto Munari ma anche degli oggetti e arredi più significativi presenti nello storico showroom Vicentino dell'artista/designer.
Vengono presentati pertanto oltre ad alcuni significativi vasi in Murrina realizzati da Munari anche il suo tavolo di lavoro, la sua poltroncina e una parte significativa di prototipi e oggetti dalla tiratura limitatissima che sono scaturiti dalla geniale mente di Munari nel corso della sua lunga carriera artistica.
Presentiamo in questa asta un tributo all'opera del pittore Piet Mondrian nel piatto "Murrina Ovale" di Cleto Munari del 2015.
Le cromie e le partizioni geometriche della decorazione di questa ciotola riportano evidentemente all'opera del famoso pittore Olandese.
Anche in questo caso Munari si avvale per la realizzazione di questo piatto della murrina a 5 punti già utilizzata per altri importanti opere e particolarmente cara all'amico Carlo Scarpa.
Anche questo vetro viene prodotto presso la fornace di riferimento Elite in Murano Venezia.
La ciotola è stata prodotta in soli nove esemplari.
E' presente la firma dell'artista e l'anno di realizzazione incisi sul vetro.
Il lotto viene corredato da certificato di autenticità.
Il vetro di Murrina viene ricavato da una canna di vetro realizzata interamente
a mano con un sistema unico al mondo, ed è composto da diversi passaggi e sovrapposizioni, con metodi esclusivamente artigianali, conferendo al vetro una forma cilindrica o quadrata, dopo averlo marmorizzato
più volte sul bronzìn (piano metallico) per poi essere tagliata in piccoli dischi.
E' una tecnica molto antica che attualmente viene realizzata solamente nell'isola di Murano dai maestri vetrai Muranesi. Questo tipo di lavorazione così difficile e rara è stata tramandata da padre al figlio per interi secoli, e tuttora rimane l'unico sistema per creare una vera canna in vetro di Murrina Veneziana, ripetendo oggi come allora gli stessi passaggi e lo stesso sistema artigianale per poter produrre un vetro così unico e originale nel suo genere.
Dimensioni piatto in cm: Altezza 4 - Larghezza 34 - Profondità 24
La nostra società "Orvett" include l'assicurazione sul trasporto nei costi di spedizione indicati.
Cleto Munari nasce a Gorizia il 19 luglio del 1930, ma è vicentino d'adozione. Grande protagonista del mondo della creatività internazionale, nel periodo a cavallo tra Novecento e il terzo Millennio, attualmente, a 94 anni, Munari è considerato tra i più illustri e riconosciuti capofila delle avanguardie, tuttora in pieno fermento progettuale, distante dai dettami delle mode.
La sua storia di designer ha inizio negli anni '70 quando, dagli incontri con alcuni personaggi importanti nel mondo dell'architettura nacque la sua grande passione per l'arte e il design. Il decennio che va dal 1970 al 1980 fu per Munari un periodo di grande innovazione e ricerca stilistica.
Tra le innumerevoli collaborazioni intraprese, riveste un ruolo chiave quella con il maestro Carlo Scarpa 1973 e l'amico architetto Ettore Sottsass, che lo ispirarono e gli lasciarono in eredità il gusto per la bellezza. Un gusto che è diventato ricerca continua in questi 40 anni, con una sorta di rinnovo cadenzato ad ogni incontro, non ultimo quello legato ai premi Nobel e a grandi esponenti della letteratura con cui ha lavorato, come Mark Strand, Lawrence Ferlinghetti e Dario Fo.
Nel 1982 realizza la prima raccolta di "Argenti Cleto Munari", disegnati da Gae Aulenti, Mario Bellini, Carlo Scarpa, Ettore Sottsass, Vico Magistretti, Hans Hollein, Alessandro Mendini, che furono esposti nei più importati Musei e Gallerie d'arte contemporanea del mondo. Molti di questi oggetti entrarono a far parte delle collezioni permanenti come avvenne al Metropolitan of Art e al Moma di New York.
Le posate di Carlo Scarpa furono uno dei primi oggetti della Collezione Argenti Cleto Munari, richiesero circa 6 anni di progettazione e forse per questo rimangono tutt'oggi uno degli oggetti a cui il designer veneto è più affezionato.
Nel 1985 Cleto Munari presenta la prima collezione di " Gioielli", circa 250 preziosi disegnati da architetti di tutto il mondo che per 2 anni verranno esposti, in una mostra itinerante, nei musei Usa e del Canada. Considerata da molti esperti la più importante collezione di gioielli degli anni Ottanta, è oggetto di grande attenzione da parte dei collezionisti; molti esemplari sono nei musei di tutto il mondo.
Nel 1987 nasce la collezione "Orologi Cleto Munari": realizzati in pochissimi esemplari in oro e diamanti e firmati da 4 architetti: Ettore Sottsass per l'Italia, Hans Hollein per l'Europa, Michael Graves per gli Stati Uniti e Arata Isozaki per il Giappone. La collezione dei 4 orologi fa parte della collezione permanente del Metropolitan di New York.
Risale agli anni 1990 la prima serie di collezioni di "Vetri di Murano" nei quali gli artisti si cimentarono su nuove progettualità vetrarie. Sono nate così le serie "Micro Macro", "Chromatic Transparencies", "Corolle d'Autore", Il Veronese", quest'ultimo da sempre considerato uno dei più rappresentativi dell'arte vetraria veneta, vasi progettati da Richard Meier, Massimiliano Fuksas, Alessandro Mendini, Matteo Thun, Cleto Munari, Mimmo Paladino, Paolo Portoghesi, realizzati in solo 49 esemplari.
Del 2004 è la collezione "Penne Cleto Munari": 5 penne realizzate da 5 designers gemellate e firmate da cinque Nobel della Letteratura.
Del 2008 è la collezione "I Magnifici 7". Sono sette tavoli nei quali, per la prima volta, accanto ad architetti, designers ed artisti come Mimmo Paladino troviamo esponenti della letteratura: Mark Strand, vincitore del Pulizer, Dario Fo, vincitore del Nobel, e Lawrence Ferlinghetti, poeta e scrittore.
Del 2009 è la collezione "Arredo" disegnati da artisti come Alessandro Mendini, Mimmo Paladino, Luigi Mainolfi, Sandro Chia, e designers come Marcello Morandini, Mark Lee e lo stesso Cleto Munari.
Il tavolo "Palafitte" di Cleto Munari rende omaggio a Venezia che vive e poggia su palafitte, è stato presentato come oggetto simbolo della Regione Veneto alla Biennale di Venezia 2012.Corsi di arte online
Del 2012 è la collezione "Art Carpets", circa 30 modelli di tappeto realizzati completamente a mano in Turchia nel rispetto delle più antiche tradizioni manifatturiere e del 2013 è la realizzazione dei primi prototipi di oggetti in pelle. Nel 2016 l'ultima preziosa collezione di "Gioielli del nuovo millennio".
Il 2016 si rivela infine un anno di grande esplosione creativa per Cleto Munari che ritorna, al mondo del gioiello. Si contano circa 100 nuovi gioielli, alcuni pensati anni addietro ed altri recentissimi che utilizzano le nuove tecnologie produttive messe oggi a nostra disposizione per un orizzonte creativo sempre più ampio. Si può perfino affermare che quest'ultima collezione sorga anche dal fatto che, dopo cinquant'anni d'intenso lavoro, la figura artistica di Cleto Munari sia stata oggi finalmente riconosciuta anche dal grande pubblico non più solo come provocatore e promotore di nuove idee, ma anche come reale presenza artistica – culturale dell'arte contemporanea italiana nel mondo
Alla fine del 2016, Cleto Munari viene nominato Accademico Olimpico Onorario e nel marzo del 2017, venne inaugurata la Mostra personale "Mondo Cleto" presso i Musei Civici di Vicenza.
Il 2018 realizza due mostre internazionali la prima negli Emirati Arabi a Dubai e la seconda in Corea nelle città di Busan, Daegu e Seoul.
Nel 2020 prende vita il progetto della spilla in oro e diamanti di Mimmo Paladino per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Nella seconda metà del 2021 si realizzano i primi tavoli in marmo della nuova collezione "Cleto Munari: Essenza del Marmo" tavoli d'artista in marmo che viene completata con 18 tavoli disegnati da grandi designer del mondo.
La sua esuberanza creativa poi prosegue con le ultime espressioni contemporanee armonizzate all'anima artigianale, le poetiche "Locletoys", sculture a vaso dipinte a mano con coperchio in edizione limitata e gli originalissimi occhiali, una collezione di 13 modelli da sole e da vista, ultimo graffio geniale dell'artista, che ha nuovamente esteso in un settore particolare, quello degli accessori, la sua sperimentazione.
Con il termine murrina si indicano motivi colorati o immagini realizzate in una canna di vetro che diventano visibili quando la canna è tagliata in sezioni.
Murrina deriva da Murrino, nome dato nel 1878 dall’abate muranese Vincenzo Zanetti: egli usò questo termine per indicare vasi e ciotole create dagli antichi romani usando un mosaico di piastrelle di vetro. Queste piastrelle erano prodotte con sezioni di bacchette di vetro con – al loro interno – disegni astratti o anche figurativi come volti, animali, fiori.
Già nel 61 a.C. Pompeo aveva a Roma alcuni vasi “murrha” ovvero murrini da Alessandria, ma l’uso di canne di vetro con motivi geometrici o floreali (a Murano chiamati “millefiori”), risale addirittura ai Fenici.
Questi vasi possedevano una caratteristica molto particolare: avevano un gradevole profumo a causa del fatto che essi erano utilizzati per contenere e conservare profumi. E questa è l'origine del nome murrha: myrra in latino significa mirra, profumo.
Nel I secolo a.C. i romani iniziarono una produzione di vasi in vetro che riproducevano quelli importati da Pompeo.
Purtroppo le tecniche segrete per la loro produzione si sono perse durante il Medioevo. Solo nel XVI secolo i maestri vetrai muranesi riuscirono a riprodurre delle opere che imitavano la murrina romana. La tecnica fu poi raffinata e riportata in auge nel XIX Secolo dalle vetrerie Salviati e Vincenzo Moretti.
Il picco della produzione si è raggiunto nel XX Secolo grazie ad artisti come Barovier la vetreria Venini.
Da allora il termine murrina viene utilizzato per identificare sia la sezione individuale delle bacchette di vetro che l'oggetto ottenuto dalla loro composizione.
Produrre una murrina consiste essenzialmente nella preparazione di un fascio di canne multicolori di vetro, disposte in modo che le loro sezioni trasversali seguano un disegno prestabilito. Le canne sono poi riscaldate e tirate fino ad ottenere il diametro desiderato. Dopo il raffreddamento, l'asta ottenuta viene tagliata in piccoli dischi di spessore variabile, che vanno da pochi millimetri a pochi centimetri.
I dischi sono a questo punto pronti per essere utilizzati in diversi modi. Il primo consiste nella stesura delle murrine su una piastra metallica secondo un determinato disegno; le murrine vanno poi riscaldate e, facendo roteare su di esse la pea (il vetro fuso attaccato al tubo del maestro vetraio), vengono fatte aderire alla superficie dell’oggetto che si sta creasndo. Quando questo processo è terminato, il prodotto sarà rivestito da uno strato di vetro.
La seconda tecnica, più adatta a piatti e ciotole, consiste nel disporre le murrine all'interno di uno stampo. Il tutto viene poi riscaldato in modo che le murrine si fondano insieme per formare un singolo oggetto. Dopo il raffreddamento, l'articolo è rifinito con la mola per eliminare eventuali irregolarità che possono risultare a causa del processo di riscaldamento/raffreddamento.
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