N. 91479065
Dattola Diego - Untitle
N. 91479065
Dattola Diego - Untitle
Untitle, 2023 opera dell’artista reggino Dattola Diego.
Quest'opera, un olio su tela, presenta un'immagine che colpisce per il suo dinamismo emotivo e la tensione visiva. La figura centrale, una donna con una giacca di pelle nera, è ritratta in un momento di movimento: le mani afferrano con forza i lembi della giacca, mentre il viso è parzialmente sfocato e distorto, con un sorriso intenso e disordinato che attraversa i confini del realismo. L'uso del colore è particolarmente significativo: i toni scuri della giacca contrastano con la carnagione e lo sfondo azzurro tenue, creando un senso di profondità e isolamento emotivo. La distorsione del volto e il movimento del colore suggeriscono uno stato d'animo complesso, tra ribellione, vulnerabilità e una certa violenza emotiva. Le pennellate sono fluide ma decise, e il dripping visibile in alcuni punti aggiunge un tocco di spontaneità e imperfezione, rafforzando il senso di autenticità dell'opera. Il dipinto sembra interrogare lo spettatore, trasmettendo un mix di forza interiore e frammentazione psicologica, un equilibrio tra il controllo e il caos. L'assenza di uno sfondo definito amplifica la concentrazione sul soggetto, mentre la giacca di pelle, simbolo di ribellione e forza, si oppone al gesto quasi disperato del soggetto.
Diego Dattola nasce a Reggio Calabria nel 1988. Attualmente vive tra Milano e Reggio Calabria. Nel 2006 consegue il diploma d’istruzione secondaria superiore presso il Liceo Artistico “Mattia Preti” di Reggio Calabria. Dopo diversi anni da autodidatta, si iscrive in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, dove acquisisce il Diploma di Primo Livello e di Secondo Livello entrambi con il punteggio di 110 e Lode. Partecipa a diverse mostre sia nel territorio nazionale che all’estero.
Durante il suo percorso artistico sperimenta diverse tecniche e medium, dalla pittura alla scultura, dall’incisione alla serigrafia in cui affronta diverse tematiche come il ritratto, la natura morta, il mito, fino ad arrivare a quella attuale influenzata dal concetto di società liquida ideata dal sociologo Zygmunt Bauman e incentrata sulla rappresentazione del corpo umano, soprattutto quello femminile, che attraverso la pittura diventa mezzo per indagare sul tema della perdita di identità nell’era digitale e sulla condizione esistenziale dell’essere umano all’interno della società contemporanea, liquida e ormai priva di qualsiasi certezza, dalla quale si cerca sempre più una via di fuga attraverso la tecnologia digitale e il consumismo.
I volti delle sue figure sono quasi smaterializzati dall’effetto mosso. I suoi corpi nudi sono sempre isolati e immersi in atmosfere quasi surreali, dove a volte vengono scandite da un algoritmo, una serie di combinazioni numeriche formate dalle cifre 0 e 1 del codice binario sul quale si basa il linguaggio informatico. I soggetti della sua produzione più recente appaiono come rinchiusi all’interno di monitor, che alludono appunto allo schermo di smartphone, tablet, TV o PC, attraverso il quale ogni giorno milioni di individui si mostrano al resto del mondo
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