Francesco Guardi (1712 - 1793), Scuola di - Capriccio veneziano con Figure

Nel suo periodo viennese Francesco Guardi reinterpreta, con altissima sensibilità, il tema del Capriccio: genere già largamente diffuso in area veneta, a seguito delle magistrali composizioni ruiniste di Giovanni Paolo Pannini.
La razionalità illuminista, grazie a Giovanni Ghisolfi e Marco Ricci, promuove il genere del Vedutismo: il paesaggio urbano muta in rappresentazione storica e sovente diventa fondale sfarzoso per la scena teatrale.
Nel Capriccio con Paesaggio, invenzione di fantasia, gli edifici e i monumenti assumono un valore simbolico legato al ricordo meraviglioso del passato glorioso.

Nella composizione qui proposta, si armonizzano una popolosa ambientazione marina con lumeggiati dettagli architettonici, disegnati con pennellata corsiva e materica.
La scena è aperta da un momento di vita quotidiana.
Un pescatore si dedica serafico alla sua attività, mentre una barca, con due uomini, ormeggia.
Protagonista dello scorcio è l’esteso molo, sopra il quale passeggiano tranquilli avventori, adulti e bambini, abbigliati con i tipici vestimenti veneziani.
Una cinta muraria, con la sua deliziosa torretta, corre tutt’accanto alla riva per giungere ad un monumentale colonnato.
L’elegante operosità dei presenti è contrappuntata dalla ferma e nobile presenza architettonica. La lucentezza dell'acqua e l'azzurro del cielo si fondono senza soluzione di continuità, solamente contornati dagli accennati declivi sullo sfondo.
La sensazione atmosferica è resa tramite un magistrale dosaggio delle tinte, bagnate da una morbida traslucenza.

Il dipinto, su tavoletta, è stato restaurato nel secolo scorso.
I pochi risarcimenti cromatici appaiono mimetici, come da riscontro UV nelle foto.
Il fascinoso craquelé arreca grande fascino alla scena.

In omaggio, a corredo dell’opera, è presente una preziosa cornice traforata che, seppur di epoca successiva, restituisce grande patina all’immagine.

Dimensioni complessive: 30 cm x 28 cm.