Ibrahim Kodra (1918-2006) - Senza titolo
N. 87557581
Michele Falanga (1865-1937) - Aeropittura Futurista - Futurismo
N. 87557581
Michele Falanga (1865-1937) - Aeropittura Futurista - Futurismo
In Asta Nr. 2 Dipinti autentici e certificati del Maestro Michele Falanga (1865-1937).
Aeropittura Futurista / Futurismo , offerte insieme montate in un unico passepartout !
Entrambe le Opere sono Uniche, dipinte in tecniche miste (matita e pastelli su due parti di foglio appartenenti entrambe alla medesima pagina di quotidiano "Il Lavoro Fascista" del 1934) di totali cm 68x48 circa (ovvero ogni opera misura cm 43x30 circa), entrambe realizzate tra il 1934 ed il 1937.
Essendo combacianti i 2 “pezzi” di fogli in cui sono state realizzate le due diverse opere, si è deciso di montarle insieme con un unico passepartout doppio. Il risultato è di enorme fascino e come già detto porta alle misure totali importanti di cm 68x48 circa.
Le Opere verranno spedite come in immagine, montata nel passepartout, ma SENZA cornice (la foto dell'opera incorniciata è infatti da intendersi solo quale esempio per farne capire la bellezza una volta incorniciata in maniera appropriata, come merita).
Le opere si presentano entrambe in condizioni più che buone data l'epoca di realizzazione e malgrado i bordi logorati e la presenza di piccole mancanze, non necessitano in atto di interventi di restauro.
Le due opere risultano entrambe firmate con l'iniziale M. posta di pugno a matita dal Maestro.
Presenza sul retro di entrambe le opere del timbro “EREDI M.F.”
Opere corredata di certificazione di autenticità e provenienza ufficiale con timbro "EREDI M.F.".
Visitate sito dedicato all'artista: www.michelefalanga.com .
L’opera verrà spedita con corriere BRT ed imballo professionale sia in Italia che all’estero.
NB: sono in cantiere svariati eventi istituzionali di carattere nazionale mirati alla riscoperta ed alla valorizzazione di questo personaggio della letteratura e della pittura italiana.
Biografia tratta dal sito www.michelefalanga.com
Michele Falanga nasce nel 1865 a Bagnara Calabra (Reggio Calabria) da Giuseppe, ufficiale della Regia Marina, e Vincenza Polimeni. Terzogenito, dopo Anna e Giuseppe e prima di Maria. Muore a Messina nel 1937.
La sua formazione, severa, ha come precettore il padre che, esercitando un grande controllo sulla sua vita, gli provoca turbamento. La condotta del padre, che sperpera l’intero patrimonio immobiliare, contribuisce ad accentuare il distacco tra loro, sino a renderlo insanabile.
Si trasferisce con la madre a Messina, nel quartiere di Santa Lucia.
Ama studiare, soprattutto materie letterarie classiche e la storia.
Nel 1892 contrae matrimonio con Bordino Grazia di Montechiaro, con la quale va ad abitare in via dei Monasteri (l'attuale via XXIV Maggio).
Lavora nella sua bottega come artigiano.
La quotidianità viene interrotta da uno degli eventi più tragici del nostro Paese: il disastroso terremoto del 1908 che colpisce Messina coinvolge Michele in prima persona; sepolto sotto le macerie viene soccorso dall'amico, il barone La Lumia Aldisio. Salvo per miracolo, perde nel disastroso evento due figli.
Questi accadimenti fanno sì che in lui si radichi una complessa concezione della vita e del destino. La sua conoscenza approfondita delle dinamiche della città, sia sotto l’aspetto socio-culturale che storico, lo spingono a dedicarsi in maniera quasi spasmodica alla scrittura.
Crea così testi in prosa, poesia e poemetti, in idioletto e non, incentrati sulla cultura e la tradizione messinese. Viene più volte chiamato a redigere articoli su periodici dell'epoca, riguardanti incisivi avvenimenti politici e sociali.
Alcuni di questi scritti sono oggi custoditi presso la Biblioteca Regionale di Messina.
Lo scoppio della prima guerra mondiale, che coinvolge l'Italia nel 1915, lo trascina nella propaganda bellica, facendolo partecipare in prima persona a manifestazioni patriottiche e donandogli nuovo dinamismo.
Influenzato dal regime autoritario dell'epoca (fascismo), in quello che risulterà poi essere l’ultimo periodo della sua vita, sente l'esigenza di comprendere financhè a cimentarsi nell’arte visiva, intesa sia come forma di testimonianza storica che propagandistica.
L’essere contemporaneo e simultaneamente corregionale ad artisti del calibro di Pippo Rizzo e Giulio D’Anna (messinese d’adozione), e avere la possibilità di visitare in prima persona le loro mostre dedicate all’aeropittura, quale declinazione dell’arte futurista, lo invogliano - dagli anni ‘20 fino alla sua morte -, nell’autodidattica sperimentazione di bozzetti, disegni, progetti e opere pittoriche. Realizza le sue creazioni per lo più su supporti “poveri”, quali fogli di vecchie riviste e di giornali che divengono per lui tela bianca da riempire. Opere fini a se stesse realizzate non a scopo commerciale o espositivo, bensì per compiacere la propria creatività e coltivare il proprio talento.
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