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Anello amuleto Corallo
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Anello amuleto Corallo

bellissimo anello in oro 18k primi 900 peso complessivo 10 gr bellissima incisione sia del corallo del mediterraneo sia del metallo circostante lavorato amano altissima manifattura orafa la misura (taglia) è di diametro 17,7 mm che corrisponde ad una misura 15 italiana Nella tradizione antica il corallo era connesso al sangue, immaginate che nella mitologia greca il mostro gorgone Medusa pietrificava con lo sguardo le piante trasformandole in coralli. Greci e romani usavano il Corallo nella farmacopea mentre i Celti ornavano con il corallo le briglie dei cavalli. In epoca classica, lentamente, il corallo viene visto anche come opera ornamentale e la pesca, insieme alla sua lavorazione, erano praticate in tutto il Mediterraneo. Grazie al suo impatto sull’economia di ogni paese, il mercato era controllato da autorità locali che ne rilasciavano le autorizzazioni per la pesca e vendita dietro il pagamento di tributi. La filiera era semplice: I ricchi stipulavano contratti con i proprietari di barche che a loro volta si affidavano ai corallari, i veri protagonisti nell’attività di pesca. Era poi fondamentale il ruolo degli artigiani, ovvero i maestri che trasformavano un prodotto grezzo in materiale di elevato valore. Entrando nel dettaglio riguardo il legame tra il corallo rosso e Alghero, bisogna fare un balzo nel medioevo quando la potete famiglia Genovese dei Doria, che possedeva numerosi terreni in Sardegna, riscuoteva enormi tributi dal mercato del corallo. La situazione nell’isola cambiò dal 1320 circa, quando la corona d’Aragona entrò in possesso della maggior parte della Sardegna cambiando gli equilibri del sistema politico ed economico a favore loro. Tuttavia, la costa occidentale rimase ancora sotto il controllo genovese, almeno dal punto di vista del mercato del corallo. Nel 1354, la corona d’Aragona conquistò Alghero imponendo loro il diritto di pesca tra Capo Mannu e Asinara. Iniziò così la lunga storia che lega Alghero al corallo rosso.

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la misura (taglia) è di diametro 17,7 mm che corrisponde ad una misura 15 italiana

Nella tradizione antica il corallo era connesso al sangue, immaginate che nella mitologia greca il mostro gorgone Medusa pietrificava con lo sguardo le piante trasformandole in coralli. Greci e romani usavano il Corallo nella farmacopea mentre i Celti ornavano con il corallo le briglie dei cavalli. In epoca classica, lentamente, il corallo viene visto anche come opera ornamentale e la pesca, insieme alla sua lavorazione, erano praticate in tutto il Mediterraneo. Grazie al suo impatto sull’economia di ogni paese, il mercato era controllato da autorità locali che ne rilasciavano le autorizzazioni per la pesca e vendita dietro il pagamento di tributi. La filiera era semplice: I ricchi stipulavano contratti con i proprietari di barche che a loro volta si affidavano ai corallari, i veri protagonisti nell’attività di pesca. Era poi fondamentale il ruolo degli artigiani, ovvero i maestri che trasformavano un prodotto grezzo in materiale di elevato valore.

Entrando nel dettaglio riguardo il legame tra il corallo rosso e Alghero, bisogna fare un balzo nel medioevo quando la potete famiglia Genovese dei Doria, che possedeva numerosi terreni in Sardegna, riscuoteva enormi tributi dal mercato del corallo. La situazione nell’isola cambiò dal 1320 circa, quando la corona d’Aragona entrò in possesso della maggior parte della Sardegna cambiando gli equilibri del sistema politico ed economico a favore loro. Tuttavia, la costa occidentale rimase ancora sotto il controllo genovese, almeno dal punto di vista del mercato del corallo.

Nel 1354, la corona d’Aragona conquistò Alghero imponendo loro il diritto di pesca tra Capo Mannu e Asinara. Iniziò così la lunga storia che lega Alghero al corallo rosso.


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