Nr. 91693879
Gianfranco Zenerato - INFORMAL MOUSE
Nr. 91693879
Gianfranco Zenerato - INFORMAL MOUSE
IDEALE PER INVESTIMENTO
Oltre 150 collezionisti hanno acquistato opere di Gianfranco Zenerato su Catawiki.
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GIANFRANCO ZENERATO (Artista Professionista - Italy)
Attivo dal 1990, ha intrapreso un percorso artistico che lo ha portato a partecipare a oltre 600 eventi d'arte, ricevendo riconoscimenti Nazionali e Internazionali per la qualità delle sue opere. Con oltre 500 premi al suo attivo, le sue creazioni arricchiscono collezioni pubbliche e private di rilievo in Italia, Europa, America e Asia. Ha esposto accanto a maestri come Antonio Nunziante, Athos Faccincani, Alfonso Borghi, Giuseppe Menozzi, Giampaolo Talani, Saturno Buttò ecc...
Certificato di archiviazione Internazionale - Certificato di autenticità
Opera unica dipinta a mano - dimensioni totali inclusa cornice 65,5x75x5cm - olio e sabbia su pannello - 2024
Pronta per essere appesa - Splendida cornice in legno preparata artigianalmente
L'opera sarà corredata da:
Certificato di autenticità firmato dall'autore
Certificato di archiviazione internazionale delle Arti contemporanee
Fascicolo contenente il percorso professionale dell'artista
Spese doganali a carico dell'acquirente.
Alcune critiche da parte di noti esperti del settore:
Gianfranco Zenerato rientra in quella corrente di artisti degli anni settanta, severi messaggeri nei confronti della società occidentale. Mentre il milanese Antonio Recalcati e il romano Franco Mulas esprimevano rabbia sociale, al contrario Zenerato è portatore di uno struggente avvertimento, dove la sconfitta dell'uomo può rappresentare anche l'anticamera di una laica redenzione. Si tratta di una visione densa di significati simbolici, di un pittore di scuola moderna, che con talento sa conciliare la ricerca con la sperimentazione. (Paolo Levi)
Ci si accorge di ricevere da questa immagine emblematica una specie di invito alla meditazione sulla bellezza di una natura morta, di un fiore e di una giovane donna. La classicità di queste immagini silenti interrompe l'atmosfera sospesa di un mondo grigio, quello contemporaneo, che ci distoglie dal sogno. (Paolo Levi)
In questo inquietante quanto esplicito messaggio visivo, il dialogo tra essenzialità cromatica e l'armonia delle forme testimonia la tensione espressiva e la maestria di un artista sapiente. Interessante e inedita la commistione fra fiori, frutti e oggetti tecnologici della contemporaneità. (Stefania Bison)
Gianfranco Zenerato elabora narrazioni segniche che svelano, tappa dopo tappa, le infinite possibilità di un immaginario fertile, organizzato secondo sequenze ordinate delle proprie elaborazioni mentali. Le sue costruzioni fantasiose potrebbero, quindi, confondere il giudizio critico nel definirlo un surrealista. Ciò non è esatto, poiché egli non ci propone un immaginario assurdo e irreale, ma al contrario, dipinge una realtà a noi familiare, con uno scopo però comunicativo e altamente simbolico. (Sandro Serradifalco)
Questo dipinto di Gianfranco Zenerato è tecnicamente ben strutturato, finemente e riccamente articolato, e propone la realtà costruita dalla mente di un visionario. Le sue opere hanno una forte componente scenografica e a chi scandaglia questi messaggi resta da decifrare quale significato gli abbia attribuito il suo autore. Egli infatti gioca con simboli e rimandi e si diverte a confondere le coordinate interpretative di quello che può essere l'intreccio di una storia camuffata di irrealtà. (Salvatore Russo)
Con Gianfranco Zenerato abbiamo un eccellente idea, trasformata con grandissima capacità in quella che è una figurazione di attesa, dove la modernità si incontra con un tempo che non c'è più per farci rincontrare i sentimenti... (Giammarco Puntelli)
L’autore punta sulla sovrapposizione e sull’intersezione dei generi, su una ricerca allusiva e metaforica incisiva nei soggetti e nei colori. Con intuizione fulminante unifica passato (natura morta), presente (l’immagine femminile) e futuro (il simbolismo, la scrittura criptica ...) sicché l’opera diventa un paradigma artistico ma anche letterario e metanarrativo. Preme al pittore individuare un nuovo universo visivo, scandagliare i limiti della tradizionale iconografia per dimostrare quanto la pittura oggi — fra tanto frastuono — sia ancora una disciplina originale. La creatività dell’artista ribadisce allora — grazie anche alle sgargianti cromie — come l’approccio legato al genere abbia ancora diritto di cittadinanza nella pittura del XXI secolo.
La pittura di Gianfranco Zenerato ci conduce ad una visione della realtà operata su tre livelli. È un viaggio nel tempo quello che andiamo ad affrontare con l'artista, che attraverso diverse sperimentazioni è giunto negli anni a collocare la sua visione in un presente che "guarda" al passato come un mondo ideale, ma ormai perduto, e ad un futuro pieno di contaminazioni artificiali e artificiose.
È un monito ed un avvertimento il messaggio che traspare dagli elementi posti sulla tela a contornare la sua visione di insieme. La "batteria" che ritroviamo come elemento fisso, ci sta dicendo "attenzione", il tempo sta per scadere, e il forte richiamo di elementi naturali posti in primo piano, contaminati da oggetti del mondo tecnologico (il mouse, il cd o la sveglia) rimarcano quanto sia importante non recidere il legame con il passato, con un mondo in cui la natura era predominante.
L'elemento femminile, collocato sul piano temporale del presente, rappresenta l'archetipo della madre-Terra posta nella terra di mezzo tra passato e futuro.
Gianfranco come un Odisseo viaggia in questa dimensione temporale, alla ricerca delle forze che ci sostengono e ci plasmano, alterano o governano la nostra sorte. Spinto verso il futuro l'uomo-artista affronta il viaggio con forza e determinazione, ma poi si rende conto della propria fragilità davanti alla complessità di un mondo da lui creato, quello tecnologico, che gli sta sfuggendo di mano e sente, quindi, la necessità di ritornare da dove era partito. Ritorna così la ciclicità in cui il viaggio è questo eterno richiamo alla vita e alla morte. Dovremo tornare al punto di partenza per ritrovare noi stessi e la figura femminile diventa quindi simbolo di colei che ci permette di rinascere.
Le parole "partire" e "partorire" contengono entrambe il concetto di separazione e distacco e in ogni viaggio compiuto da Gianfranco Zenerato c'è questo rimando temporale circolare, questo partire e poi ritornare. Quando si guarda al futuro non ci rimane che volgere lo sguardo al passato per non perdere le nostre radici, per non lasciarci disumanizzare dal mondo tecnologico e postecnologico.
Ogni viaggio mette sullo stesso piano razionalità ed emozioni, fa sorgere dubbi e paure, i tempi del quotidiano si distorcono e assumono significati diversi.
Andare verso il futuro diventa sfida, colta nello sguardo femminile, ma anche pericolo perché è quasi una perdita di identità. Partendo si deve affrontare la separazione dal "vecchio se stessi", fatta di abitudini, ruoli e certezze. Partire è comunque libertà e anche se questa è limitata perché si va incontro all'ignoto, essa riesce a mettere ordine nel passato. La prospettiva in movimento diventa centrifuga e centripeta, il flusso dell'espansione è la direzione in cui si sta andando, mentre il fulcro della contrazione è la direzione dalla quale si proviene e nelle opere di Zenerato si ha questa sensazione di provenienza da un luogo e di direzione verso un altro. Al centro la figura femminile come punto di riferimento: è la coscienza dell'artista, il cuore dell'andare, con i suoi ritmi, rumori, tempi, difficoltà, scoperte ed emozioni.
Il piano temporale del futuro che rappresenta l'arrivo è, in alcune opere, disumanizzato, e la figura femminile è quasi sgretolata perché l'artista stesso non si riconosce in tale collocazione: è come se la perdita di identità fosse una sconsolata rassegnazione alla perdita di legame con il passato e anche gli elementi delle nature morte diventano, in alcuni casi, quasi assenti e sovrastati da quelli tecnologici.
Diventa fondamentale, allora, proteggersi da questo futuro, che avanza pericoloso e quasi incontrollabile, e rifugiarsi in qualcosa di noto e antico dove anche "le illusioni sono reali".
Con Gianfranco Zenerato abbiamo veramente la possibilità di viaggiare attraverso sogni, segni e simboli, dove ognuno di noi vedrà se stesso riflesso in uno specchio. Partire con lui significherà oscurare momentaneamente quegli specchi in attesa di scoprire un'immagine differente di noi stessi. Troveremo, forse, la nostra essenza, ci renderemo conto della relatività dei valori e dei punti di vista propri e altrui. Potremo perderci e poi ritrovarci, rendendoci conto di una natura, di un destino, di un'identità comuni. (Gaetana Foletto)
L'artista partendo dal passatismo classico con un linguaggio di pre-astrazione figurale, sullo sfondo del suo cosmo storicizzante interiore spazia il cursore mobile della sua coscienza di sviluppo emergente, fino alle estreme emergenze del presente, sottomettendo la sua dotta tecnica all'energia del sogno, del segno, del simbolo e soprattutto quella del colore, ricco di nitore, e di purezza timbrica, per interagire con il presente anche tecnologico. La sua modernità è genuinamente psicologica ed espressione intensiva della sua carica espressiva di variabili della transavanguardia citazionista di fine Novecento in poi... con sovrapposizioni prospettiche caravaggesche ... e psicologia moderna di estrazione post-rinascimentale (Rembrandt ...). Zenerato ha delle potenzialità creative di vasto raggio storico, sapendole combinare poeticamente, assemblando, facendo vibrare la cetra della poesia dell'anima sulle coordinate della storia dell'arte in valori universali, e in scansione sul cursore della sua infinita evoluzione immaginifica, mediante l' iperrealismo del suo sogno visionario, una finestra aperta sommata alla ragione. dialogando col presente. (Prof. Alfredo Pasolino)
Molto interessante la sua ricerca: la figurazione raggiunge effetti scenografici in uno spazio nel quale vibra una frequenza simbolica, affidata di volta in volta al sogno, al mito ,oppure alla realtà quotidiana, il tutto armonizzato da uno splendido gioco cromatico.
L’ Artista del rigore e della modernità
A cura di Francesco Cairone
Gli autori più originali non lo sono perchè promuovono ciò che è nuovo, bensì perchè espongono ciò che hanno da dire in un modo tale che sembri che non sia mai stato detto prima.
(Goethe)
È necessario partire dall’incisiva frase di Goethe per parlare della ricca e innovativa pittura dell’artista Gianfranco Zenerato, e questo perché attraverso quella semplice frase si racconta una grande verità, cioè che ormai in pittura è stato fatto di tutto e oggi l’artista che cerca di conquistare una propria individualità, senza farsi influenzare dalle correnti e dai Maestri del passato, deve superare degli ostacoli enormi perché come sosteneva anche Giorgio Morandi “Di nuovo al mondo non c’è nulla o pochissimo”, e quindi per essere originali bisognerebbe dipingere tenendo presente delle evoluzioni sociali, tecnologiche e scientifiche.
Si dice che l’arte è di tutti ma non è per tutti, ognuno quindi ha diritto ad emozionarsi al cospetto di un capolavoro, ma dipingere e creare è un dono che Dio ha concesso solo a pochi eletti che, capaci di vedere ciò che gli altri spesso non percepiscono neanche, riescono a trasformare le emozioni che scaturiscono dalle piccole cose, da un gesto, da una carezza, da uno sguardo, in toni vibranti che colorano il grigiore del mondo che ci circonda.
Tra questi fortunati bisogna sicuramente annoverare il Maestro Zenerato, artista talentuoso come pochi, che fa della minuzia, del rigore e della fantasia uno stile pittorico che seppur riaffiora alla mente Maestri passati, dimostrando che 1’ artista ha fatto tesoro delle lezioni della bella pittura rubando ai grandi una tecnica ineccepibile, presenta un’unicità ed una individualità visibile in quel tocco di elegante modernità presente in ogni singola creazione, che lo rende una mosca bianca nel panorama artistico nazionale.
Canestre di fiori e di frutta matura e rigogliosa, adagiati su alti muri di marmo logorati dagli anni e imbrattati spesso dai disegni amorosi di due giovani amanti, si intrecciano ad oggetti della moderna quotidianità, come un cd-rom, un mouse, una spatola, che diventano anello di congiunzione tra passato, presente e futuro; il paesaggio circostante, quasi sempre colto nell’imbrunire della sera quando il raggio verde saluta il sole e da il benvenuto alla luna, fa emergere con ancora più vigore quello che Zenerato bandisce sulle tavole marmoree in primo piano, in cui risalta un colore sempre più vivo che spazia dal rosso, al giallo, al verde, e a tutte le tonalità più calde dell’arcobaleno.
E l’arcobaleno sembra sovrastare la carriera di questo giovane e promettente artista, prosatore dell’arte perchè creatore di uno stile prima poetico e poi pittorico, con cui riesce a rappresentare quello che lui sente filtrando le brutture e le negatività che il nostro mondo porta con se.
Hanno scritto di lui o giudicato le sue opere:
Paolo Levi, Paolo Rizzi, Giammarco Puntelli, Giorgio Grasso, Sergio Capellini, Pietro Gasperini, Francois Buisson, Ruggero Boschi, Michele Nocera, Carlo Alberto Gobbetti, Antonella Gotti, Gianni Ingolia, Dino Pasquali, Umberto Zaccaria, Umberto Tessari, Ottorino Stefani, Giulio Gasparotti, Carlo Federico Teodoro, Carlo Rigoni, Giorgio Trevisan, Vera Meneguzzo, Claudio Radaelli, Grillo Biagio, Luca Dall'olio, Franco Brescianini , Giovanni B. Bianchini, Mara Frignani, Aldo Tavella, Angelo Marchiori, Walter Coccetta, Paolo Baratella, Luciano Chinese, Luigi Consonni, Giuseppe Possa, Silvano Valentini, Siro Perin, Alfredo Pasolino ecc...
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