Nr. 76517015

Eladva
Alessandro Manzoni - Lettera autografa e firmata a Marco Coen - 1832
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Alessandro Manzoni - Lettera autografa e firmata a Marco Coen - 1832

Rara ed importante lettera autografa e firmata di Alessandro Manzoni indirizzata a Marco Coen, datata 28 aprile 1832. [392. A Marco Coen (28 aprile 1832)] A MARCO COEN - VENEZIA Milano, 28 aprile 1832. Signore, Se le mie circostanze e molte ragioni efficacissime sul mio intelletto non mi lasciano far quello di che Ella mi richiede con così cortese affetto; non mi posson togliere però ch'io non corrisponda in qualche modo (anzi, per quanto io possa vedere, in un migliore) alla sua cordiale fiducia, coll'esporle appunto queste ragioni e col dirle ciò che un fiacco ma sincero giudizio mi suggerisce intorno alla disposizione dell'animo suo, e ai disegni che le è piaciuto comunicarmi. Il che io avrei desiderato di far senza indugio; ma occupazioni da non potersi mandare ad altro tempo, me ne hanno impedito. Spero di poterlo fra alcuni giorni: intanto, col più vivo desiderio del suo vero bene, me le rassegno in fretta Dev.mo Oss.mo Servitore Alessandro Manzoni. “…. Ma torniamo a Marco Coen. Ci restano quattro lettere di Manzoni. Due sono di cortesia, e altre due sono rilevanti per ragioni tra loro diverse. Manzoni si occupava con interesse e profitto della sua tenuta di Brusuglio. Oggi esiste ancora la splendida villa, all’epoca circondata da molte decine di ettari coltivati con tecniche innovative. Così quando Coen gli scrive da Venezia per averne incoraggiamenti e consigli circa la propria intenzione di dedicarsi alla letteratura, Manzoni risponde che farebbe meglio a non deludere il padre e assumere prontamente la guida della florida attività commerciale di famiglia. Dunque ecco la replica, con la data del 2 giugno 1834, molto tagliente, molto manzoniana e molto pratica: ovvero che “il mondo sarebbe più impacciato nel trovarsi senza mercanti, piuttosto che senza poeti”. Il 7 settembre 1842 invece un’ultima missiva in casa Coen esprime compiacimento per il desiderio strettamente personale, isolato, di battezzarsi nella fede cattolica. Qui di ironia non ce ne sta, e anzi dobbiamo constatare pur nei toni apologetici una forte sensibilità per i valori più intimi, e per la tradizione ebraica che ne fa il centro dell’esistenza individuale. “Chi sa che Lei non sia il primo chiamato in una famiglia, sulla quale il Signore voglia estendere la Sua misericordia?”, scrive Manzoni. E aggiunge che Marco dovrà comportarsi da “figlio più tenero, più rispettoso, più sommesso che mai” e sempre “far vedere che non antepone all’autorità paterna, se non quella che n’è l’origine e la consacrazione.…”

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Alessandro Manzoni - Lettera autografa e firmata a Marco Coen - 1832

Rara ed importante lettera autografa e firmata di Alessandro Manzoni indirizzata a Marco Coen, datata 28 aprile 1832.

[392. A Marco Coen (28 aprile 1832)]
A MARCO COEN - VENEZIA
Milano, 28 aprile 1832.
Signore, Se le mie circostanze e molte ragioni efficacissime sul mio intelletto non mi lasciano far quello di che Ella mi richiede con così cortese affetto; non mi posson togliere però ch'io non corrisponda in qualche modo (anzi, per quanto io possa vedere, in un migliore) alla sua cordiale fiducia, coll'esporle appunto queste ragioni e col dirle ciò che un fiacco ma sincero giudizio mi suggerisce intorno alla disposizione dell'animo suo, e ai disegni che le è piaciuto comunicarmi. Il che io avrei desiderato di far senza indugio; ma occupazioni da non potersi mandare ad altro tempo, me ne hanno impedito. Spero di poterlo fra alcuni giorni: intanto, col più vivo desiderio del suo vero bene, me le rassegno in fretta

Dev.mo Oss.mo Servitore Alessandro Manzoni.

“…. Ma torniamo a Marco Coen. Ci restano quattro lettere di Manzoni. Due sono di cortesia, e altre due sono rilevanti per ragioni tra loro diverse. Manzoni si occupava con interesse e profitto della sua tenuta di Brusuglio. Oggi esiste ancora la splendida villa, all’epoca circondata da molte decine di ettari coltivati con tecniche innovative. Così quando Coen gli scrive da Venezia per averne incoraggiamenti e consigli circa la propria intenzione di dedicarsi alla letteratura, Manzoni risponde che farebbe meglio a non deludere il padre e assumere prontamente la guida della florida attività commerciale di famiglia. Dunque ecco la replica, con la data del 2 giugno 1834, molto tagliente, molto manzoniana e molto pratica: ovvero che “il mondo sarebbe più impacciato nel trovarsi senza mercanti, piuttosto che senza poeti”. Il 7 settembre 1842 invece un’ultima missiva in casa Coen esprime compiacimento per il desiderio strettamente personale, isolato, di battezzarsi nella fede cattolica. Qui di ironia non ce ne sta, e anzi dobbiamo constatare pur nei toni apologetici una forte sensibilità per i valori più intimi, e per la tradizione ebraica che ne fa il centro dell’esistenza individuale. “Chi sa che Lei non sia il primo chiamato in una famiglia, sulla quale il Signore voglia estendere la Sua misericordia?”, scrive Manzoni. E aggiunge che Marco dovrà comportarsi da “figlio più tenero, più rispettoso, più sommesso che mai” e sempre “far vedere che non antepone all’autorità paterna, se non quella che n’è l’origine e la consacrazione.…”

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