Nr. 73977313

Eladva
Sormani - Carlo de Carli - Étkezőasztal - Sárgaréz, Rózsafa fa
Végső licit
3 950 €
37 héttel ezelőtt

Sormani - Carlo de Carli - Étkezőasztal - Sárgaréz, Rózsafa fa

In questa asta presentiamo un grande e prestigioso tavolo da pranzo disegnato da Carlo De Carli e realizzato da Sormani negli anni '60 Il tavolo, il cui diametro considerevole di cm 150 può ospitare fino ad 8 persone, è realizzato con una base in legno lamellare ebanizzato con un anello di base metallico in finitura ottone . Il piano è totalmente rivestito in nobile e pregiato Palissandro Brasiliano Il tavolo si presenta in condizioni d'uso molto buone: è stato restaurato in modalità conservativa e presenta oltre ad una patina dell'epoca particolarmente affascinante solo lievi segni dell'età. Lo stesso modello è stato recentemente battuto presso la Casa D'aste Cambi di Genova ad € 10.500. Dimensioni diametro 150 cm altezza 76 cm "Design Radicale" include l'assicurazione sul trasporto per Italia /Europa nei costi di spedizione indicati. Per la spedizione "resto del mondo" il costo è indicativo. Formuleremo un preventivo ad asta conclusa secondo la destinazione. Carlo De Carli nasce a Milano da famiglia borghese con radici materne sul Lago di Garda, la cui natura quasi mediterranea (olivi, viti, cipressi, “limonere”) sarà presenza costante nel suo lavoro. Dopo gli studi classici e la laurea in Architettura, lavora per un anno nello studio di Gio Ponti, cui succederà nel 1962 al Politecnico di Milano nella cattedra di Architettura degli interni, arredamento e decorazione. Realizza la maggior parte delle sue opere di architettura, allestimento e design dal dopoguerra ai primi anni Settanta. Il suo lavoro di progettista strettamente legato a un pensiero teorico, mette la persona al centro del progetto, privilegia il processo di formazione di spazi e oggetti piuttosto che il loro essere e apre alle loro reciproche relazioni. È una costante ricerca che lo sollecita a creare forme nuove contribuendo al rinnovamento del gusto e delle tendenze dell’architettura e del design italiano. La sua linea di pensiero si concretizza nelle architetture realizzate dal dopoguerra ai primi anni Settanta. Il primo importante edificio è del 1947-1949, la Casa per uffici e abitazioni in via dei Giardini 7 a Milano, nel cui seminterrato realizzerà dopo pochi anni il Teatro Sant'Erasmo (1951-53) con la collaborazione dell'architetto Antonio Carminati. Le altre opere più significative sono il "villaggio Milano" a La Caletta di Siniscola, Nuoro (1948-51); la Foresteria delle Miniere di Monteponi, Sud Sardegna (1950-52); il complesso scolastico e assistenziale dell'Opera Don Calabria a Cimiano, Milano (laboratori professionali, scuola media, pensionato per anziani, Chiesa di San Gerolamo Emiliani) (1952-1965); la Casa per Anziani a Negrar, Verona (1955-62); la Chiesa di Sant'Ildefonso (1955-56) a Milano. Nei suoi progetti di architettura degli interni gli spazi si articolano e relazionano come insiemi unitari capaci di accogliere e raccontare. Questo ‘senso’ dello spazio caratterizza il negozio di pelletteria Franzi (1946), gli appartamento Roditi e Galli (1949-1950)) e gli allestimenti nella Biblioteca Ambrosiana (1952) a Milano. Nel 1958 l'atrio di accesso alla Sala del Consiglio d'Europa all'Expo di Bruxelles è uno straordinario spazio di ritrovo e di narrazione della Storia dell'Idea di Libertà attraverso i tempi. Nel 1965 alla mostra “La casa abitata” a Palazzo Strozzi, Firenze, allestisce uno spazio abitativo su due livelli con arredi unificati dall'impiego di un solo listello ligneo. Parallelamente progetta numerosi elementi d'arredo che entrano in produzione con Cassina (la Sedia mod. 683 vince nel 1954 il primo Compasso d'Oro), Tecno (la Poltroncina Balestra è Gran Premio dell'XI Triennale, 1957), Sormani, Longhi, Cinova e varie altre aziende artigiane e industriali. La figura di architetto di Carlo De Carli si identifica con l'antica figura di progettista integrale, per cui non esiste un sostanziale cambiamento di pensiero fra il disegno di una casa o di una sedia, in quanto entrambi fondati sull'attenzione ai gesti (con le loro misure fisiche e psichiche) e alla vita di chi abita, cioè alle essenze umane in gioco; cambiano solo gli specifici aspetti funzionali e le possibili declinazioni materiche ed estetiche del tema. Nella sua attività professionale e culturale sono stati particolarmente significativi i rapporti con la Triennale di Milano, la Facoltà di Architettura del Politecnico e le realtà produttive del comparto mobiliero della Brianza milanese e comasca. Con la Triennale di Milano, a partire dalla VII edizione del 1940, ha una continua interlocuzione, con ruoli diversi. Nel 1954 e nel 1957 è membro della Giunta Esecutiva della X e dell'XI Triennale e, fino al 1973, fa parte del Consiglio di Amministrazione. Con il giornale “il mobile italiano” (1957-60) promuove il rinnovamento culturale dei tradizionali centri produttivi del mobile e l'incontro internazionale fra Cultura del Design, Facoltà di Architettura e Aziende Artigiane. Docente Ordinario di architettura degli interni, Arredamento e Decorazione, dal 1965 al 1968 è Preside della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dove insegna fino al 1986. Dal '67 al '71 dirige la rivista “Interni” e pubblica in proprio le sue ‘Ricerche in Architettura’. La successiva attività, fino alla scomparsa nel 1999, è stata dedicata interamente alla didattica, alla ricerca, agli scritti e alla pittura. Fra i suoi scritti più importanti: Continuità (“Domus” n.194, 1944), Dall'addobbo all'estetica industriale (1963), gli editoriali del giornale “il mobile italiano” (1957-1960) e della rivista “Interni” (1967 – 1971), il volume Architettura Spazio Primario (Hoepli, 1982) e le raccolte delle sue ricerche e riflessioni: Creatività (1989), Corollario (1993). Fondata ad Arosio nel 1961, la Sormani è stata tra le prime aziende a produrre arredi con tecniche lavorative all'avanguardia e a sperimentare materiali nuovi come il palissandro brasiliano, le finiture laccate, la plastica e l'alluminio. Nel corso degli anni ha collaborato con i più importanti designer italiani del XX secolo come Joe Colombo, Claudio Salocchi, Carlo De Carli, Jonathan De Pas, Donato D'Urbino, Paolo Lomazzi, Gianni Songia, Gio Ponti, Studio A.R.D.I.T.I.

Nr. 73977313

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Sormani - Carlo de Carli - Étkezőasztal - Sárgaréz, Rózsafa fa

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In questa asta presentiamo un grande e prestigioso tavolo da pranzo disegnato da Carlo De Carli e realizzato da Sormani negli anni '60
Il tavolo, il cui diametro considerevole di cm 150 può ospitare fino ad 8 persone, è realizzato con una base in legno lamellare ebanizzato con un anello di base metallico in finitura ottone .
Il piano è totalmente rivestito in nobile e pregiato Palissandro Brasiliano
Il tavolo si presenta in condizioni d'uso molto buone: è stato restaurato in modalità conservativa e presenta oltre ad una patina dell'epoca particolarmente affascinante solo lievi segni dell'età.
Lo stesso modello è stato recentemente battuto presso la Casa D'aste Cambi di Genova ad € 10.500.


Dimensioni diametro 150 cm altezza 76 cm

"Design Radicale" include l'assicurazione sul trasporto per Italia /Europa nei costi di spedizione indicati.
Per la spedizione "resto del mondo" il costo è indicativo. Formuleremo un preventivo ad asta conclusa secondo la destinazione.


Carlo De Carli nasce a Milano da famiglia borghese con radici materne sul Lago di Garda, la cui natura quasi mediterranea (olivi, viti, cipressi, “limonere”) sarà presenza costante nel suo lavoro. Dopo gli studi classici e la laurea in Architettura, lavora per un anno nello studio di Gio Ponti, cui succederà nel 1962 al Politecnico di Milano nella cattedra di Architettura degli interni, arredamento e decorazione.
Realizza la maggior parte delle sue opere di architettura, allestimento e design dal dopoguerra ai primi anni Settanta. Il suo lavoro di progettista strettamente legato a un pensiero teorico, mette la persona al centro del progetto, privilegia il processo di formazione di spazi e oggetti piuttosto che il loro essere e apre alle loro reciproche relazioni. È una costante ricerca che lo sollecita a creare forme nuove contribuendo al rinnovamento del gusto e delle tendenze dell’architettura e del design italiano.
La sua linea di pensiero si concretizza nelle architetture realizzate dal dopoguerra ai primi anni Settanta. Il primo importante edificio è del 1947-1949, la Casa per uffici e abitazioni in via dei Giardini 7 a Milano, nel cui seminterrato realizzerà dopo pochi anni il Teatro Sant'Erasmo (1951-53) con la collaborazione dell'architetto Antonio Carminati. Le altre opere più significative sono il "villaggio Milano" a La Caletta di Siniscola, Nuoro (1948-51); la Foresteria delle Miniere di Monteponi, Sud Sardegna (1950-52); il complesso scolastico e assistenziale dell'Opera Don Calabria a Cimiano, Milano (laboratori professionali, scuola media, pensionato per anziani, Chiesa di San Gerolamo Emiliani) (1952-1965); la Casa per Anziani a Negrar, Verona (1955-62); la Chiesa di Sant'Ildefonso (1955-56) a Milano.
Nei suoi progetti di architettura degli interni gli spazi si articolano e relazionano come insiemi unitari capaci di accogliere e raccontare. Questo ‘senso’ dello spazio caratterizza il negozio di pelletteria Franzi (1946), gli appartamento Roditi e Galli (1949-1950)) e gli allestimenti nella Biblioteca Ambrosiana (1952) a Milano. Nel 1958 l'atrio di accesso alla Sala del Consiglio d'Europa all'Expo di Bruxelles è uno straordinario spazio di ritrovo e di narrazione della Storia dell'Idea di Libertà attraverso i tempi. Nel 1965 alla mostra “La casa abitata” a Palazzo Strozzi, Firenze, allestisce uno spazio abitativo su due livelli con arredi unificati dall'impiego di un solo listello ligneo.
Parallelamente progetta numerosi elementi d'arredo che entrano in produzione con Cassina (la Sedia mod. 683 vince nel 1954 il primo Compasso d'Oro), Tecno (la Poltroncina Balestra è Gran Premio dell'XI Triennale, 1957), Sormani, Longhi, Cinova e varie altre aziende artigiane e industriali.
La figura di architetto di Carlo De Carli si identifica con l'antica figura di progettista integrale, per cui non esiste un sostanziale cambiamento di pensiero fra il disegno di una casa o di una sedia, in quanto entrambi fondati sull'attenzione ai gesti (con le loro misure fisiche e psichiche) e alla vita di chi abita, cioè alle essenze umane in gioco; cambiano solo gli specifici aspetti funzionali e le possibili declinazioni materiche ed estetiche del tema.
Nella sua attività professionale e culturale sono stati particolarmente significativi i rapporti con la Triennale di Milano, la Facoltà di Architettura del Politecnico e le realtà produttive del comparto mobiliero della Brianza milanese e comasca.
Con la Triennale di Milano, a partire dalla VII edizione del 1940, ha una continua interlocuzione, con ruoli diversi. Nel 1954 e nel 1957 è membro della Giunta Esecutiva della X e dell'XI Triennale e, fino al 1973, fa parte del Consiglio di Amministrazione.
Con il giornale “il mobile italiano” (1957-60) promuove il rinnovamento culturale dei tradizionali centri produttivi del mobile e l'incontro internazionale fra Cultura del Design, Facoltà di Architettura e Aziende Artigiane.
Docente Ordinario di architettura degli interni, Arredamento e Decorazione, dal 1965 al 1968 è Preside della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dove insegna fino al 1986.
Dal '67 al '71 dirige la rivista “Interni” e pubblica in proprio le sue ‘Ricerche in Architettura’.
La successiva attività, fino alla scomparsa nel 1999, è stata dedicata interamente alla didattica, alla ricerca, agli scritti e alla pittura.
Fra i suoi scritti più importanti: Continuità (“Domus” n.194, 1944), Dall'addobbo all'estetica industriale (1963), gli editoriali del giornale “il mobile italiano” (1957-1960) e della rivista “Interni” (1967 – 1971), il volume Architettura Spazio Primario (Hoepli, 1982) e le raccolte delle sue ricerche e riflessioni: Creatività (1989), Corollario (1993).

Fondata ad Arosio nel 1961, la Sormani è stata tra le prime aziende a produrre arredi con tecniche lavorative all'avanguardia e a sperimentare materiali nuovi come il palissandro brasiliano, le finiture laccate, la plastica e l'alluminio. Nel corso degli anni ha collaborato con i più importanti designer italiani del XX secolo come Joe Colombo, Claudio Salocchi, Carlo De Carli, Jonathan De Pas, Donato D'Urbino, Paolo Lomazzi, Gianni Songia, Gio Ponti, Studio A.R.D.I.T.I.

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