DESCRIZIONE


Il documento in questione è un atto su pergamena risalente al 26 agosto 1485, iniziato con l'incipit solenne "IN NOMINE DEI AETERNI AMEN", scritto in caratteri capitali corsive finemente decorate da "filettature", ossia eleganti svolazzi ornamentali. La data è riportata nella forma latina come "millesimo quadragesimo octagesimo quinto", evidenziando la sua origine quattrocentesca. Il testo si occupa della vendita al pubblico incanto di due case situate nella zona di San Piero di Castello, nel centro storico di Venezia, che parrebbero essere state requisite per debiti, un dettaglio che richiede ulteriori studi approfonditi per confermare tale ipotesi, data la lingua latina in cui è redatto.

Nel documento sono menzionati tre personaggi: Francesco Basadonna, Bertuccio Loredan e Alvise Bondumerio, probabilmente funzionari o delegati di un ufficio della Serenissima Repubblica di Venezia incaricati della gestione di questioni finanziarie o debitorie. Le case in questione risultano affittate: una a un certo Antonio da Santa Maura e l’altra a Donna Marcolina, la quale pagava un affitto di dieci ducati. La maggior parte del documento è scritta in corsivo latino, mentre l’ultima parte è redatta in volgare veneto del Quattrocento, una lingua che, nonostante la sua antichità, risulta ancora relativamente comprensibile.

Curiosamente, non vi sono presenti né una marca notarile né firme di testimoni, suggerendo che questo non sia un tradizionale atto notarile, bensì un documento ufficiale redatto da un ufficio pubblico veneziano e non vincolato alle formalità tipiche degli atti notarili.

La pergamena utilizzata per la redazione di questo atto è di altissima qualità, prodotta, come era comune all'epoca, dalla pelle di una capra. Il testo è stato interamente scritto sul lato carne, ovvero la parte interna della pelle, più chiara e liscia, scelta ideale per la scrittura. Il verso o lato pelo, che conserva ancora i segni dei bulbi piliferi visibili, contiene brevi annotazioni aggiuntive probabilmente legate all'archiviazione o catalogazione successiva del documento.

Un altro dettaglio significativo riguarda una parte del testo che è stata cancellata con una sbarra, ma che risulta ancora leggibile. Questo potrebbe indicare modifiche successive all’atto originale o, più semplicemente, un errore commesso dall'ufficio che si occupava della sua redazione. Tale correzione, pur nella sua semplicità, offre una testimonianza diretta dell'evoluzione o della gestione amministrativa del documento nel corso del tempo.

Questo atto offre uno spaccato della vita economica e sociale veneziana del XV secolo, evidenziando il ruolo degli ufficiali pubblici nella gestione delle proprietà e dei debiti, nonché l’importanza della scrittura su pergamena come strumento di registrazione di operazioni legali e commerciali di grande rilevanza. La sua complessità linguistica e la ricchezza dei dettagli storici contenuti lo rendono un prezioso testimone del sistema amministrativo e giuridico della Serenissima Repubblica.

STATO DI CONSERVAZIONE

La pergamena risulta in ottimo stato di conservazione, come visibile dalle foto. Tranne qualche macchia non rilevante, non vi sono altri difetti degni di nota.

DESCRIZIONE


Il documento in questione è un atto su pergamena risalente al 26 agosto 1485, iniziato con l'incipit solenne "IN NOMINE DEI AETERNI AMEN", scritto in caratteri capitali corsive finemente decorate da "filettature", ossia eleganti svolazzi ornamentali. La data è riportata nella forma latina come "millesimo quadragesimo octagesimo quinto", evidenziando la sua origine quattrocentesca. Il testo si occupa della vendita al pubblico incanto di due case situate nella zona di San Piero di Castello, nel centro storico di Venezia, che parrebbero essere state requisite per debiti, un dettaglio che richiede ulteriori studi approfonditi per confermare tale ipotesi, data la lingua latina in cui è redatto.

Nel documento sono menzionati tre personaggi: Francesco Basadonna, Bertuccio Loredan e Alvise Bondumerio, probabilmente funzionari o delegati di un ufficio della Serenissima Repubblica di Venezia incaricati della gestione di questioni finanziarie o debitorie. Le case in questione risultano affittate: una a un certo Antonio da Santa Maura e l’altra a Donna Marcolina, la quale pagava un affitto di dieci ducati. La maggior parte del documento è scritta in corsivo latino, mentre l’ultima parte è redatta in volgare veneto del Quattrocento, una lingua che, nonostante la sua antichità, risulta ancora relativamente comprensibile.

Curiosamente, non vi sono presenti né una marca notarile né firme di testimoni, suggerendo che questo non sia un tradizionale atto notarile, bensì un documento ufficiale redatto da un ufficio pubblico veneziano e non vincolato alle formalità tipiche degli atti notarili.

La pergamena utilizzata per la redazione di questo atto è di altissima qualità, prodotta, come era comune all'epoca, dalla pelle di una capra. Il testo è stato interamente scritto sul lato carne, ovvero la parte interna della pelle, più chiara e liscia, scelta ideale per la scrittura. Il verso o lato pelo, che conserva ancora i segni dei bulbi piliferi visibili, contiene brevi annotazioni aggiuntive probabilmente legate all'archiviazione o catalogazione successiva del documento.

Un altro dettaglio significativo riguarda una parte del testo che è stata cancellata con una sbarra, ma che risulta ancora leggibile. Questo potrebbe indicare modifiche successive all’atto originale o, più semplicemente, un errore commesso dall'ufficio che si occupava della sua redazione. Tale correzione, pur nella sua semplicità, offre una testimonianza diretta dell'evoluzione o della gestione amministrativa del documento nel corso del tempo.

Questo atto offre uno spaccato della vita economica e sociale veneziana del XV secolo, evidenziando il ruolo degli ufficiali pubblici nella gestione delle proprietà e dei debiti, nonché l’importanza della scrittura su pergamena come strumento di registrazione di operazioni legali e commerciali di grande rilevanza. La sua complessità linguistica e la ricchezza dei dettagli storici contenuti lo rendono un prezioso testimone del sistema amministrativo e giuridico della Serenissima Repubblica.

STATO DI CONSERVAZIONE

La pergamena risulta in ottimo stato di conservazione, come visibile dalle foto. Tranne qualche macchia non rilevante, non vi sono altri difetti degni di nota.

Auteur/ Illustrateur
Patrzi Veneziani Francesco Basadonna, Bertuccio Loredan e Alvise Bondumerio
Nombre de livres
1
Titre du livre
Pubblico Incanto di Due Case Veneziane
Condition
Très bon
Langue
Italien, Latin
Langue originale
Oui
Année de publication de l’ouvrage le plus ancien
1485
Hauteur
37 cm
Nombre de pages
1
Largeur
34 cm
Signature
Non signé(e)

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Excellent!!! Very nice ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️ Thank you very much

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Tutto come da descrizione, venditore molto disponibile!

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grazie, stampa secondo le promesse e le attese. poco giustificato il costo della spedizione, anche se preannunciato. comunque un buon servizio.

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Wszystko bardzo dobrze. Szybka wysyłka. Piękny przedmiot

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