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Adele Pinot (1848), Da Guido Reni - Madonna in adorazione del Bambino dormiente
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Adele Pinot (1848), Da Guido Reni - Madonna in adorazione del Bambino dormiente

Adele Pinot (1848), da Guido Reni (Bologna, 1575 –1642) Madonna in adorazione del Bambino dormiente Olio su tela, cm 97 x 107 Firmato in basso a destra “Adele Pinot 1848” La tela presa in esame raffigura la Madonna e il Bambino, colti in un momento di grande tenerezza e intimità. Avvolto da una brillante luminosità, il piccolo Gesù è raffigurato in primo piano comodamente adagiato su alcuni morbidi drappi. Il volto appare serenamente addormentato ed è incorniciato da biondi boccoli; la carnagione è candida e le gambe, appena rannicchiate e leggermente piegate all'altezza del ginocchio, concorrono ad accentuare la naturalezza e la dolcezza della composizione. Piena di tenerezza e amore materno appare la figura della Madonna, dai lineamenti delicati e dal capo coperto da un velo, che, posta di tre quarti, è totalmente attratta dalla contemplazione del figlioletto. L'alta qualità riscontrabile nell'esecuzione delle figure si sottolinea anche nella resa dei morbidi panneggi e nell’attenta cura dei dettagli. L’interessante l’espediente pittorico della cornice circolare che circonda le due figure permette all’osservatore di sentirsi partecipe e coinvolto emotivamente, come se fosse presente all’avvenimento. L’opera, realizzata nel 1848 dall’artista francese Adele Pinot, rielabora la celebre Madonna in adorazione del Bambino di Guido Reni (Bologna, 1575 – 1642) oggi conservata presso la Galleria Doria Pamphilj a Roma. Il dipinto del Reni, di formato ovale, probabilmente ripetuto dal maestro, fu oggetto di una certa fortuna sia pittorica che incisoria. Si attesta infatti una precoce e fedele copia realizzata da Giovanni Battista Salvi, detto il Sassoferrato (Sassoferrato, 1609 – Roma, 1685), attualmente conservata alla Galleria Parmeggiani ai Musei Civici di Reggio Emilia. Il Salvi deve aver particolarmente apprezzato l’invenzione iconografica reniana, in quanto ne derivò successivamente molti dipinti di medesimo soggetto e simile composizione, come testimonia la sua Madonna con bambino dormiente della Galleria Estense di Modena. Ugualmente datate al XVII secolo sono un’altra riproduzione pittorica dell’opera oggi conservata presso il Museo Nazionale di Palazzo Mansi a Lucca e alcune incisioni realizzate, con alcune varianti, dall’ olandese Cornelis Bloemaert e dal pittore francese Jean Boulanger entrambe collocate al Gabinetto dei Disegni e Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Il bulino di Bloemaart venne stampato da Giovanni Giacomo De’ Rossi e presenta una dedica al nobile spagnolo Pietro Paolo Avila, «Picturae et liberalium artium Studiosisimo», mentre quello di Jean Boulanger fu edito dal parigino Jean Leblond I. Queste incisioni, i d’après e le tele di Sassoferrato concorsero indubbiamente all’immensa fortuna di questa immagine del Reni, diffusa ed apprezzata nel corso dei secoli soprattutto per il suo potenziale devozionale e l’intensa emotività trasmessa. La cornice è fornita in omaggio, di conseguenza non può essere motivo di reso o reclamo. Per i dipinti acquistati all'estero: dopo il pagamento verrà avviata la procedura per ottenere la licenza di esportazione (ALC). Tutti i pezzi d'antiquariato inviati all'estero dall'Italia hanno bisogno di questo documento, rilasciato dal Ministero dei Beni Culturali. La procedura potrebbe richiedere da 3 a 5 settimane dalla richiesta, quindi, non appena avremo il documento verrà spedito il dipinto.

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Adele Pinot (1848), da Guido Reni (Bologna, 1575 –1642)
Madonna in adorazione del Bambino dormiente
Olio su tela, cm 97 x 107
Firmato in basso a destra “Adele Pinot 1848”

La tela presa in esame raffigura la Madonna e il Bambino, colti in un momento di grande tenerezza e intimità. Avvolto da una brillante luminosità, il piccolo Gesù è raffigurato in primo piano comodamente adagiato su alcuni morbidi drappi. Il volto appare serenamente addormentato ed è incorniciato da biondi boccoli; la carnagione è candida e le gambe, appena rannicchiate e leggermente piegate all'altezza del ginocchio, concorrono ad accentuare la naturalezza e la dolcezza della composizione. Piena di tenerezza e amore materno appare la figura della Madonna, dai lineamenti delicati e dal capo coperto da un velo, che, posta di tre quarti, è totalmente attratta dalla contemplazione del figlioletto. L'alta qualità riscontrabile nell'esecuzione delle figure si sottolinea anche nella resa dei morbidi panneggi e nell’attenta cura dei dettagli. L’interessante l’espediente pittorico della cornice circolare che circonda le due figure permette all’osservatore di sentirsi partecipe e coinvolto emotivamente, come se fosse presente all’avvenimento.
L’opera, realizzata nel 1848 dall’artista francese Adele Pinot, rielabora la celebre Madonna in adorazione del Bambino di Guido Reni (Bologna, 1575 – 1642) oggi conservata presso la Galleria Doria Pamphilj a Roma. Il dipinto del Reni, di formato ovale, probabilmente ripetuto dal maestro, fu oggetto di una certa fortuna sia pittorica che incisoria. Si attesta infatti una precoce e fedele copia realizzata da Giovanni Battista Salvi, detto il Sassoferrato (Sassoferrato, 1609 – Roma, 1685), attualmente conservata alla Galleria Parmeggiani ai Musei Civici di Reggio Emilia. Il Salvi deve aver particolarmente apprezzato l’invenzione iconografica reniana, in quanto ne derivò successivamente molti dipinti di medesimo soggetto e simile composizione, come testimonia la sua Madonna con bambino dormiente della Galleria Estense di Modena. Ugualmente datate al XVII secolo sono un’altra riproduzione pittorica dell’opera oggi conservata presso il Museo Nazionale di Palazzo Mansi a Lucca e alcune incisioni realizzate, con alcune varianti, dall’ olandese Cornelis Bloemaert e dal pittore francese Jean Boulanger entrambe collocate al Gabinetto dei Disegni e Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Il bulino di Bloemaart venne stampato da Giovanni Giacomo De’ Rossi e presenta una dedica al nobile spagnolo Pietro Paolo Avila, «Picturae et liberalium artium Studiosisimo», mentre quello di Jean Boulanger fu edito dal parigino Jean Leblond I.
Queste incisioni, i d’après e le tele di Sassoferrato concorsero indubbiamente all’immensa fortuna di questa immagine del Reni, diffusa ed apprezzata nel corso dei secoli soprattutto per il suo potenziale devozionale e l’intensa emotività trasmessa.

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