Nro. 92226657
Ovidio - Alle de Werken - 1697
Nro. 92226657
Ovidio - Alle de Werken - 1697
RACCOLTA COMPLETA DELLE OPERE DI OVIDIO - COLLECTOR'S COPY
Ovidio scrisse un gran numero di opere, che possono essere facilmente divise in tre gruppi: le opere giovanili o amorose, le maggiori o della maturità e le opere dell'esilio. Altre opere sono andate pressoché perdute, mentre altre sono state erroneamente attribuite al poeta. Questa edizione olandese del 1697 presenta una raccolta delle opere di Ovidio, uno dei più grandi poeti latini. Offre una panoramica significativa della produzione di Ovidio, noto per le sue eleganti descrizioni, le sue storie mitologiche e le sue acute osservazioni sulla natura umana.
Geerebaert CXXII-26a; De Rynck e Welkenhuysen, pag. 273
CONDITION REPORT
3 volumi. Legatura in piena pergamena in ottime condizioni. Titolo manoscritto al dorso. Frontespizio xilografato. Pagine interne senza particolari segni di usura. Ottimo stato di conservazione dell’opera. Pp. (12), 256; (2), 382; (2), 338, (44)
FULL TITLES & AUTHORS
Alle de werken het eerste deel.
Amsterdam, P. Mortier, 1697
Publio Ovidio Nasone
CONTENTS
Publio Ovidio Nasone, noto semplicemente come Ovidio (in latino Publius Ovidius Naso, pronuncia classica o restituta: [ˈpuːblɪ.ʊs ɔˈwɪdɪ.ʊs ˈnaːsoː]; Sulmona, 20 marzo 43 a.C. – Tomi, 17 o 18 d.C.), è stato un poeta romano, tra i principali esponenti della letteratura latina e della poesia elegiaca.
Ovidio nacque a Sulmo (l'odierna Sulmona, in provincia dell'Aquila), nella Regio IV Samnium, il 20 marzo del 43 a.C. in una famiglia facoltosa appartenente alla classe equestre. All'età di 12 anni si recò a Roma con il fratello Lucio, poi morto prematuramente, per completare gli studi, dove ebbe, appunto, modo di frequentarne le lezioni di grammatica e retorica dai più insigni maestri dell'Urbe, quali Marco Aurelio Fusco e Marco Porcio Latroneː Seneca il Vecchio, che ci riporta tali notizie, ricorda, inoltre, che Ovidio declamava raramente, per lo più suasorie. In seguito si recò, com'era costume ormai da un secolo, ad Atene, visitando, durante il viaggio di ritorno, le città dell'Asia Minore, l'Egitto e per un anno soggiornò in Sicilia.
Fu autore di molte opere, tradizionalmente situabili in tre fasi, la prima delle quali tra il 23 a.C. e il 2 d.C., rappresentata dalle opere elegiache di argomento amoroso e comprende gli Amores, le Heroides (Epistulae heroidum) e il ciclo delle elegie a carattere erotico-didascalico. Le opere della seconda fase, tra il 2 d.C. e l'8 d.C., sono Metamorfosi (Metamorphōses o Metamorphosěon libri) e i Fasti, di intonazione religiosa, mitologica e politica. Nella terza e ultima fase della produzione ovidiana, compresa tra l'8 d.C. e la morte (17 o 18 d.C.), si includono le elegie dell'invettiva e del rimpianto: Tristia (Tristezze), Epistulae ex Ponto (Lettere dal Ponto), Ibis.
Ovidio fu autore anche di altre opere, andate oggi perdute, tra cui una Gigantomachia e una tragedia, la Medea. La fama di Ovidio fu grande in vita quanto nelle epoche successive alla sua morte: ne riprendono i temi o ne imitano lo stile, tra gli altri, Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Ludovico Ariosto, William Shakespeare, Giambattista Marino e Gabriele D'Annunzio. Inoltre, innumerevoli sono gli spunti che le Metamorfosi hanno fornito a pittori e scultori italiani ed europei.
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