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Anzengruber Keramik Wien - Leopold Anzengruber - Veistos, Suonatore di cetra - 12 cm - Keraaminen - 1949
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Anzengruber Keramik Wien - Leopold Anzengruber - Veistos, Suonatore di cetra - 12 cm - Keraaminen - 1949

Leopold Anzengruber, Anzengruber Keramik Wien, Vienna., Suonatore di cetra (1949), statuina in ceramica H 12 cm., L 15 cm., P 10 cm., etichetta cartacea Anzengruber Keramik Wien Mod. 58, pubblicato in Uta M. Matschiner, Anzengruber Keramik Wien, Denkmayr Druck & Verlag, Linz 2002 , p. 190. Lo stile e gli smalti riprendono quelli delle ceramiche realizzate a Firenze da Zaccagnini intorno alla metà degli anni '30. Leopold “Leo” Anzengruber (1912-1979) nasce a Steyr, nell’alta Austria, da un’antica famiglia di albergatori. Durante un viaggio in Italia, all’inizio del 1932, viene invitato a recarsi a Vietri sul Mare per decorare ceramiche alla I.C.S. (Industria Ceramica Salernitana), la più importante delle faenzere vietresi, di proprietà dell’industriale Max Melamerson. All’inizio del 1933 passa alla manifattura di Francesco Avallone, dove ricopre l’incarico di direttore artistico fino all’inizio del settembre 1934. Dall’ottobre 1934 al febbraio 1935 inizia una collaborazione con la fabbrica di maioliche artistiche a imitazione “Antica Capodimonte” Angelo Freda & Figli,  di Napoli. Nell’aprile 1936 è assunto dalla manifattura Ceramiche Zaccagnini di Firenze, dove resta fino al giugno 1938. Quindi, dall’agosto 1938 all’agosto 1941, è chiamato a ricoprire l’incarico di direttore tecnico generale presso la manifattura S.A.C.A. di Sesto Fiorentino. Alla fine del 1941 è costretto a rientrare a Vienna e non riprende l’attività di ceramista fino all’estate del 1947, in varie manifatture viennesi: F. J. Giptner, Herta Bei e Gusty Mundt-Amann. Nell’agosto 1949 costituisce la Anzengruber Keramik Wien, nella quale lavora fino alla morte. La seconda moglie gestisce la manifattura per dieci anni fino alla sua chiusura nel 1989. Anzengruber è diventato famoso a livello internazionale per la produzione della sua manifattura viennese, soprattutto per le elegantissime plastiche di donne africane. Tuttavia, il resto della produzione viennese affonda le sue radici nelle opere italiane. Da Avallone, a Vietri, ha realizzato capolavori assoluti, come il Vaso della Madonna del Mare, i vasi a decoro “puntinato” e tanti animali (somarelli, elefanti, dromedari) ironici e divertiti. Da Zaccagnini, a Firenze, ha inventato le figure di giovani con piedi e mani di dimensione esagerata, occhi sognanti, in piedi o seduti su pratini verdi ricoperti di funghi e fiori, talvolta in compagnia di simpatici animali, come le mucche. Anche la serie dei Vagabondi (gruppi di tre personaggi che camminano tenendosi per le braccia) nasce da Zaccagnini, continua da SACA e diventa una delle produzioni più interessanti della Anzengruber Keramik Wien. Bibliografia Uta M. Matschiner, Anzengruber Keramik Wien, Denkmayr Druck & Verlag, Linz 2002. Marco Bardini, Leopold Anzengruber: Vienna in riva all’Arno, in Novecento a Novecento gradi! Ricerca espressiva e forme della ceramica italiana del Novecento storico, a cura di Marco Bardini e Gino Turchi, ETS, Pisa 2008, pp. 23-29. Uta M. Matschiner, Der Volkstyp. Anzengruber Keramik Wien, Friedrich VDV, Linz 2012. Giorgio Levi, Le ceramiche italiane di Leopold Anzengruber, Edizioni03, San Giovanni Lupatoto (VR) 2016. Giorgio Levi, Leo Anzengruber a Vietri Aggiornamenti e Conferme, Edizioni03, San Giovanni Lupatoto (VR) 2019. Spedizione tracciata.

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Leopold Anzengruber, Anzengruber Keramik Wien, Vienna., Suonatore di cetra (1949),
statuina in ceramica
H 12 cm., L 15 cm., P 10 cm.,
etichetta cartacea Anzengruber Keramik Wien
Mod. 58, pubblicato in Uta M. Matschiner, Anzengruber Keramik Wien, Denkmayr Druck & Verlag, Linz 2002 , p. 190.
Lo stile e gli smalti riprendono quelli delle ceramiche realizzate a Firenze da Zaccagnini intorno alla metà degli anni '30.

Leopold “Leo” Anzengruber (1912-1979) nasce a Steyr, nell’alta Austria, da un’antica famiglia di albergatori. Durante un viaggio in Italia, all’inizio del 1932, viene invitato a recarsi a Vietri sul Mare per decorare ceramiche alla I.C.S. (Industria Ceramica Salernitana), la più importante delle faenzere vietresi, di proprietà dell’industriale Max Melamerson. All’inizio del 1933 passa alla manifattura di Francesco Avallone, dove ricopre l’incarico di direttore artistico fino all’inizio del settembre 1934. Dall’ottobre 1934 al febbraio 1935 inizia una collaborazione con la fabbrica di maioliche artistiche a imitazione “Antica Capodimonte” Angelo Freda & Figli,  di Napoli. Nell’aprile 1936 è assunto dalla manifattura Ceramiche Zaccagnini di Firenze, dove resta fino al giugno 1938. Quindi, dall’agosto 1938 all’agosto 1941, è chiamato a ricoprire l’incarico di direttore tecnico generale presso la manifattura S.A.C.A. di Sesto Fiorentino. Alla fine del 1941 è costretto a rientrare a Vienna e non riprende l’attività di ceramista fino all’estate del 1947, in varie manifatture viennesi: F. J. Giptner, Herta Bei e Gusty Mundt-Amann. Nell’agosto 1949 costituisce la Anzengruber Keramik Wien, nella quale lavora fino alla morte. La seconda moglie gestisce la manifattura per dieci anni fino alla sua chiusura nel 1989.
Anzengruber è diventato famoso a livello internazionale per la produzione della sua manifattura viennese, soprattutto per le elegantissime plastiche di donne africane. Tuttavia, il resto della produzione viennese affonda le sue radici nelle opere italiane. Da Avallone, a Vietri, ha realizzato capolavori assoluti, come il Vaso della Madonna del Mare, i vasi a decoro “puntinato” e tanti animali (somarelli, elefanti, dromedari) ironici e divertiti. Da Zaccagnini, a Firenze, ha inventato le figure di giovani con piedi e mani di dimensione esagerata, occhi sognanti, in piedi o seduti su pratini verdi ricoperti di funghi e fiori, talvolta in compagnia di simpatici animali, come le mucche. Anche la serie dei Vagabondi (gruppi di tre personaggi che camminano tenendosi per le braccia) nasce da Zaccagnini, continua da SACA e diventa una delle produzioni più interessanti della Anzengruber Keramik Wien.
Bibliografia
Uta M. Matschiner, Anzengruber Keramik Wien, Denkmayr Druck & Verlag, Linz 2002.
Marco Bardini, Leopold Anzengruber: Vienna in riva all’Arno, in Novecento a Novecento gradi! Ricerca espressiva e forme della ceramica italiana del Novecento storico, a cura di Marco Bardini e Gino Turchi, ETS, Pisa 2008, pp. 23-29.
Uta M. Matschiner, Der Volkstyp. Anzengruber Keramik Wien, Friedrich VDV, Linz 2012.
Giorgio Levi, Le ceramiche italiane di Leopold Anzengruber, Edizioni03, San Giovanni Lupatoto (VR) 2016.
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