Eusebio di Cesarea - Historia Ecclesistica - 1533
No. 93962800






LA PRIMA STORIA DELLA CHIESA: L’OPERA DI EUSEBIO DI CESAREA CHE HA SEGNATO IL CRISTIANESIMO
L’Historia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea è una delle più importanti opere della storiografia cristiana antica, fondamentale per la conoscenza delle origini del cristianesimo. Questo monumentale lavoro, scritto tra il 312 e il 324 d.C., traccia la storia della Chiesa dai tempi apostolici fino all’epoca di Costantino, descrivendo le persecuzioni, i martiri e lo sviluppo del cristianesimo attraverso fonti oggi perdute.
Eusebio di Cesarea (260-340 d.C.) fu vescovo, storico e teologo, nonché consigliere dell’imperatore Costantino I. Considerato il “Padre della Storia della Chiesa”, fu uno dei primi a raccogliere sistematicamente documenti e testimonianze per tracciare la nascita e l’espansione del cristianesimo.
Nella sua opera Eusebio descrive: Le origini della Chiesa e la diffusione del cristianesimo. Le persecuzioni sotto l’Impero Romano. Le figure dei primi papi e vescovi. Il ruolo di Costantino e l’editto di Milano (313 d.C.), che pose fine alle persecuzioni e legalizzò il cristianesimo.
OLSCHKI “Monumenta typografica”, 664 - POLAIN (B), 1432
CONDITION REPORT
Legatura coeva in piena pergamena, con difetti e segni del tempo. Lieve gora nel testo in alcune carte. Piccoli restauri ai margini delle prime 3 carte. Frontespizio stampato in nero e rosso entro cornice in xilografia. Marca tipografica in xilografia all’ultima carta. Testo latino. Numerosi capilettera xilografici. carte (20), XCVI. (segn. A-B⁸ C⁴ a-m⁸). Completo.
FULL TITLES & AUTHORS
HISTORIA ECCLESIASTICA EUSEBII CAESARIENSIS viri de vita ac literis optime meriti Ecclesiastica historia: quae tum iniuria temporum, tum incuria calcographorum penitus obsolescebat..
Lugduni, Benedictum Bonnyn calcographum… Iacobi quondam Francisci de Giuncta & sociorum Florentini, 1533
Eusebio di Cesarea
CONTENTS
Eusebio di Cesarea (260-340 d.C) considerato unanimemente “Padre della storia della Chiesa”, fu amico e consigliere dell’ imperatore Costantino, oltre a prolifico scrittore di storia e commenti scritturali, è stato un vescovo e scrittore greco antico. Fu consigliere e biografo dell'imperatore romano Costantino I.
È venerato come santo dalla Chiesa ortodossa siriaca.
Eusebio nacque intorno al 260, probabilmente a Cesarea marittima, dove poi visse per gran parte della sua vita. Studiò sotto l'erudito Panfilo; nelle sue opere si firma infatti «Eusebio di Panfilo» (Εὐσέβιος τοῦ Παμφίλου, Eusèbios toû Pamphìlou), a indicare un profondo legame di affetto oppure una adozione. Panfilo aveva studiato l'opera di Origene di Alessandria, il quale aveva vissuto circa vent'anni di esilio a Cesarea, e qui aveva fondato una scuola teologica e aperto una biblioteca. Panfilo aveva curato e ampliato l'una e l'altra. Tramite Panfilo, quindi, Eusebio conobbe e studiò l'opera di Origene.
Nel corso delle persecuzioni di Diocleziano Panfilo fu arrestato; trascorse tre anni in carcere prima di essere messo a morte, nel 310. Eusebio, che aveva assistito in carcere il proprio maestro e aveva collaborato con lui nella stesura dell'Apologia di Origene, dovette fuggire dopo la sua morte. Trascorse alcuni anni a Tiro e in Egitto, dove compose una biografia del suo maestro in tre libri, andata perduta. Terminate le persecuzioni, nel 313 Eusebio fu eletto vescovo di Cesarea, carica che mantenne fino alla morte.
Abbracciò una concezione della Trinità, diffusa in Siria, secondo cui il Figlio era subordinato al Padre. Il suo approccio lo portò a simpatizzare con Ario, predicatore alessandrino di formazione antiochena che, nella sua dottrina, aveva accentuato la posizione subordinata del Figlio, sino a considerarlo non co-eterno rispetto al Padre.
Quando nel 318 Ario fu scomunicato dal patriarca Alessandro, Eusebio lo accolse presso di sé. La sua condotta fu condannata dal sinodo di Antiochia nel 325. Tuttavia nello stesso anno Eusebio partecipò al Concilio di Nicea, convocato dall'imperatore Costantino I proprio per risolvere la controversia ariana, svolgendo un ruolo da protagonista. Al concilio l'imperatore Costantino sollecitò i convenuti a raggiungere un accordo su una concezione comune della natura di Cristo. Eusebio fu incaricato della stesura materiale di tale concezione. Nella formulazione del concilio, Cristo fu definito come «Dio da Dio, Luce da Luce, Vita da Vita». A tale definizione furono aggiunte successivamente le attribuzioni «Dio vero da Dio vero» e «generato, non creato, della stessa sostanza del Padre». Quest'ultima proposizione conteneva il concetto di homooùsios (consustanziale). Il termine, non attestato nelle Sacre Scritture, presentava qualche difficoltà, anche nella traduzione in latino, e non fu bene accolto dai fautori dell'arianesimo presenti al concilio. Le pressioni dell'imperatore sull'assemblea, tuttavia, portarono i vescovi, tra cui Eusebio, a firmare i decreti. Dopo il Concilio di Nicea del 325 svoltosi nel palazzo imperiale, Eusebio fu uno di quelli che si adoperarono maggiormente a screditare e a combattere i difensori della consustanzialità tra il Padre e il Figlio, dogma cristiano affermato al termine, nel Simbolo niceno-costantinopolitano.
Nonostante ciò, negli anni successivi Eusebio riprese ad operare a favore di Ario e dei suoi sostenitori; nel 335 fu fautore della condanna del massimo oppositore di Ario, Atanasio di Alessandria. Successivamente fu invitato alla corte dell'imperatore Costantino, di cui divenne consigliere e biografo. Nella sua vasta produzione letteraria, Eusebio pubblicò la biografia di Costantino nel 337, dopo la morte dell'imperatore. Negli ultimi tre libri della sua Historia Ecclesiastica raccontò i fatti dal 303 al 324 celebrando il culmine ideale della storia della Chiesa nell'imperatore, che concesse la libertà di culto ai cristiani.
Seller's Story
LA PRIMA STORIA DELLA CHIESA: L’OPERA DI EUSEBIO DI CESAREA CHE HA SEGNATO IL CRISTIANESIMO
L’Historia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea è una delle più importanti opere della storiografia cristiana antica, fondamentale per la conoscenza delle origini del cristianesimo. Questo monumentale lavoro, scritto tra il 312 e il 324 d.C., traccia la storia della Chiesa dai tempi apostolici fino all’epoca di Costantino, descrivendo le persecuzioni, i martiri e lo sviluppo del cristianesimo attraverso fonti oggi perdute.
Eusebio di Cesarea (260-340 d.C.) fu vescovo, storico e teologo, nonché consigliere dell’imperatore Costantino I. Considerato il “Padre della Storia della Chiesa”, fu uno dei primi a raccogliere sistematicamente documenti e testimonianze per tracciare la nascita e l’espansione del cristianesimo.
Nella sua opera Eusebio descrive: Le origini della Chiesa e la diffusione del cristianesimo. Le persecuzioni sotto l’Impero Romano. Le figure dei primi papi e vescovi. Il ruolo di Costantino e l’editto di Milano (313 d.C.), che pose fine alle persecuzioni e legalizzò il cristianesimo.
OLSCHKI “Monumenta typografica”, 664 - POLAIN (B), 1432
CONDITION REPORT
Legatura coeva in piena pergamena, con difetti e segni del tempo. Lieve gora nel testo in alcune carte. Piccoli restauri ai margini delle prime 3 carte. Frontespizio stampato in nero e rosso entro cornice in xilografia. Marca tipografica in xilografia all’ultima carta. Testo latino. Numerosi capilettera xilografici. carte (20), XCVI. (segn. A-B⁸ C⁴ a-m⁸). Completo.
FULL TITLES & AUTHORS
HISTORIA ECCLESIASTICA EUSEBII CAESARIENSIS viri de vita ac literis optime meriti Ecclesiastica historia: quae tum iniuria temporum, tum incuria calcographorum penitus obsolescebat..
Lugduni, Benedictum Bonnyn calcographum… Iacobi quondam Francisci de Giuncta & sociorum Florentini, 1533
Eusebio di Cesarea
CONTENTS
Eusebio di Cesarea (260-340 d.C) considerato unanimemente “Padre della storia della Chiesa”, fu amico e consigliere dell’ imperatore Costantino, oltre a prolifico scrittore di storia e commenti scritturali, è stato un vescovo e scrittore greco antico. Fu consigliere e biografo dell'imperatore romano Costantino I.
È venerato come santo dalla Chiesa ortodossa siriaca.
Eusebio nacque intorno al 260, probabilmente a Cesarea marittima, dove poi visse per gran parte della sua vita. Studiò sotto l'erudito Panfilo; nelle sue opere si firma infatti «Eusebio di Panfilo» (Εὐσέβιος τοῦ Παμφίλου, Eusèbios toû Pamphìlou), a indicare un profondo legame di affetto oppure una adozione. Panfilo aveva studiato l'opera di Origene di Alessandria, il quale aveva vissuto circa vent'anni di esilio a Cesarea, e qui aveva fondato una scuola teologica e aperto una biblioteca. Panfilo aveva curato e ampliato l'una e l'altra. Tramite Panfilo, quindi, Eusebio conobbe e studiò l'opera di Origene.
Nel corso delle persecuzioni di Diocleziano Panfilo fu arrestato; trascorse tre anni in carcere prima di essere messo a morte, nel 310. Eusebio, che aveva assistito in carcere il proprio maestro e aveva collaborato con lui nella stesura dell'Apologia di Origene, dovette fuggire dopo la sua morte. Trascorse alcuni anni a Tiro e in Egitto, dove compose una biografia del suo maestro in tre libri, andata perduta. Terminate le persecuzioni, nel 313 Eusebio fu eletto vescovo di Cesarea, carica che mantenne fino alla morte.
Abbracciò una concezione della Trinità, diffusa in Siria, secondo cui il Figlio era subordinato al Padre. Il suo approccio lo portò a simpatizzare con Ario, predicatore alessandrino di formazione antiochena che, nella sua dottrina, aveva accentuato la posizione subordinata del Figlio, sino a considerarlo non co-eterno rispetto al Padre.
Quando nel 318 Ario fu scomunicato dal patriarca Alessandro, Eusebio lo accolse presso di sé. La sua condotta fu condannata dal sinodo di Antiochia nel 325. Tuttavia nello stesso anno Eusebio partecipò al Concilio di Nicea, convocato dall'imperatore Costantino I proprio per risolvere la controversia ariana, svolgendo un ruolo da protagonista. Al concilio l'imperatore Costantino sollecitò i convenuti a raggiungere un accordo su una concezione comune della natura di Cristo. Eusebio fu incaricato della stesura materiale di tale concezione. Nella formulazione del concilio, Cristo fu definito come «Dio da Dio, Luce da Luce, Vita da Vita». A tale definizione furono aggiunte successivamente le attribuzioni «Dio vero da Dio vero» e «generato, non creato, della stessa sostanza del Padre». Quest'ultima proposizione conteneva il concetto di homooùsios (consustanziale). Il termine, non attestato nelle Sacre Scritture, presentava qualche difficoltà, anche nella traduzione in latino, e non fu bene accolto dai fautori dell'arianesimo presenti al concilio. Le pressioni dell'imperatore sull'assemblea, tuttavia, portarono i vescovi, tra cui Eusebio, a firmare i decreti. Dopo il Concilio di Nicea del 325 svoltosi nel palazzo imperiale, Eusebio fu uno di quelli che si adoperarono maggiormente a screditare e a combattere i difensori della consustanzialità tra il Padre e il Figlio, dogma cristiano affermato al termine, nel Simbolo niceno-costantinopolitano.
Nonostante ciò, negli anni successivi Eusebio riprese ad operare a favore di Ario e dei suoi sostenitori; nel 335 fu fautore della condanna del massimo oppositore di Ario, Atanasio di Alessandria. Successivamente fu invitato alla corte dell'imperatore Costantino, di cui divenne consigliere e biografo. Nella sua vasta produzione letteraria, Eusebio pubblicò la biografia di Costantino nel 337, dopo la morte dell'imperatore. Negli ultimi tre libri della sua Historia Ecclesiastica raccontò i fatti dal 303 al 324 celebrando il culmine ideale della storia della Chiesa nell'imperatore, che concesse la libertà di culto ai cristiani.