STUPENDA - N'TOMO BAMBARA Mask - BARTOLOMUCCI COLLECTION - Bambara - Mali
No. 92659647
Le maschere N’tomo sono tra le più interessanti maschere Bambara (o Bamana). Sono caratterizzate da un volto umano di forma ovale sormontato da un'alta cresta di punte verticali o corna.
Ci sono sei società di iniziazione maschile che i giovani maschi devono attraversare prima di diventare uomini. N'tomo Dyo è la prima che i ragazzi devono affrontare prima di essere circoncisi. La maschera rappresenta il leggendario antenato dei Bambara ed è un simbolo di protezione.
La maschera è fatta di legno e può essere ricoperta di conchiglie, semi o borchie di ottone. Il viso può essere più o meno astratto ma è sempre sormontato da una fila di proiezioni verticali. Il numero di punte indica se la maschera è maschile, femminile o androgina. Tre, sei o nove sono maschili; quattro e otto sono femminili; due, cinque e sette sono androgine. La maschera era utilizzata anche durante le feste agricole e per prevenire le malattie.
Anche molti altri rituali come matrimoni, nascite e funerali venivano accompagnati da queste maschere. La maschera veniva usata anche per offerte e sacrifici e in casi specifici veniva sepolta ritualmente quando non serviva più e il suo potere era svanito. I Bambara sono abili agricoltori e hanno un forte legame con la terra. Credono che la maschera N’tomo garantisca un buon raccolto e celebri un agricoltore con grandi capacità.
Il percorso di iniziazione prevedeva che i giovani ragazzi andassero a vivere lontani dal villaggio, nella foresta, per un certo periodo di tempo. Al rientro nel villaggio si dovevano esibire nei balli e nelle canzoni che avevano appreso nel periodo di isolamento per ricevere piccoli doni dagli spettatori. Dopo di che affrontavano delle abluzioni rituali che segnavano la fine dell’adolescenza e l’inizio della vita adulta. Senza questi passaggi, credevano che il caos sarebbe arrivato nel villaggio, che i raccolti non sarebbero prosperati e non avrebbero potuto celebrare i riti che scandivano la vita della comunità.
Bibliografia
Colleyn, Jean-Paul. 2009. Bamana: Visions of Africa. Milan: 5 Continents Editions
Goldwater, Robert. 1960. Bambara Sculpture from the Western Sudan. New York: The Museum of Primitive Art
Le maschere N’tomo sono tra le più interessanti maschere Bambara (o Bamana). Sono caratterizzate da un volto umano di forma ovale sormontato da un'alta cresta di punte verticali o corna.
Ci sono sei società di iniziazione maschile che i giovani maschi devono attraversare prima di diventare uomini. N'tomo Dyo è la prima che i ragazzi devono affrontare prima di essere circoncisi. La maschera rappresenta il leggendario antenato dei Bambara ed è un simbolo di protezione.
La maschera è fatta di legno e può essere ricoperta di conchiglie, semi o borchie di ottone. Il viso può essere più o meno astratto ma è sempre sormontato da una fila di proiezioni verticali. Il numero di punte indica se la maschera è maschile, femminile o androgina. Tre, sei o nove sono maschili; quattro e otto sono femminili; due, cinque e sette sono androgine. La maschera era utilizzata anche durante le feste agricole e per prevenire le malattie.
Anche molti altri rituali come matrimoni, nascite e funerali venivano accompagnati da queste maschere. La maschera veniva usata anche per offerte e sacrifici e in casi specifici veniva sepolta ritualmente quando non serviva più e il suo potere era svanito. I Bambara sono abili agricoltori e hanno un forte legame con la terra. Credono che la maschera N’tomo garantisca un buon raccolto e celebri un agricoltore con grandi capacità.
Il percorso di iniziazione prevedeva che i giovani ragazzi andassero a vivere lontani dal villaggio, nella foresta, per un certo periodo di tempo. Al rientro nel villaggio si dovevano esibire nei balli e nelle canzoni che avevano appreso nel periodo di isolamento per ricevere piccoli doni dagli spettatori. Dopo di che affrontavano delle abluzioni rituali che segnavano la fine dell’adolescenza e l’inizio della vita adulta. Senza questi passaggi, credevano che il caos sarebbe arrivato nel villaggio, che i raccolti non sarebbero prosperati e non avrebbero potuto celebrare i riti che scandivano la vita della comunità.
Bibliografia
Colleyn, Jean-Paul. 2009. Bamana: Visions of Africa. Milan: 5 Continents Editions
Goldwater, Robert. 1960. Bambara Sculpture from the Western Sudan. New York: The Museum of Primitive Art