No. 91670559
Vase - Silver, A rare pair of inlaid bronze vases decorated with two Onagadori roosters on a wooden original stand - Marked Nogawa company and signed Yoshimasa 良正 - Japan - Meiji period (1868-1912)
No. 91670559
Vase - Silver, A rare pair of inlaid bronze vases decorated with two Onagadori roosters on a wooden original stand - Marked Nogawa company and signed Yoshimasa 良正 - Japan - Meiji period (1868-1912)
Coppia di vasi in bronzo decorati con due galli Onagadori, conosciuti per la loro elegante lunghezza di coda. Le lunghe code dei galli si estendono graziosamente, aggiungendo dinamismo e grazia.
Ogni dettaglio è curato con maestria: le piume dei galli sono definite con precisione, i loro atteggiamenti rivelano fierezza e vitalità. Le piume lunghe e fluide sono intarsiate con metalli preziosi, oro e argento, aggiungendo un tocco di raffinatezza alla loro bellezza naturale.
I galli sono rappresentati appollaiati su un ramo di pruno, un'altra aggiunta di significato simbolico e estetico. Il ramo fiorito offre un contrappunto delicato alla forza e alla vivacità dei galli, creando un equilibrio armonioso nella composizione complessiva.
Marchio Nogawa company sotto la base. Firma incisa sul lato.
Fondata a Kyoto nel 1825, durante l'era Meiji la Nogawa company espose alle principali esposizioni internazionali tra il 1893 e il 1910, nonché alle Naikoku Kangyō Hakurankai (Mostre di promozione industriale nazionale) nel 1881 e nel 1890.
Corredati con le due scatole di immagazzinaggio Tomobako in paulownia e basi in legno.
Altezza dei vasi senza base: 15,5 cm.
La razza Onagadori è stata dichiarata in Giappone "monumento naturale vivente", da salvaguardare e proteggere.
La tradizione giapponese racconta di una leggenda che vede protagonista la razza Onagadori. Si tramanda infatti il racconto del principe Yamanouchi, governatore della prefettura di Kochi, che per rendere omaggio all'imperatore Tenno, volle decorare elmi e lance dell'esercito con delle lunghe piume.
Con l'intento di onorare il suo mandato, diede l'ordine agli agricoltori della regione di allevare galli e galline Onagadori, incentivandone il pascolo ma soprattutto senza imporre loro imposte straordinarie. Proprio questa esenzione fiscale, sviluppò la produzione della razza e la conseguente raccolta delle piume.
A testimonianza di questo racconto, molti musei giapponesi raccolgono oggi, lance e caschi decorati con lunghe piume onagadori, oltre a tessuti dipinti, kimono, arazzi e ventagli raffiguranti il gallo dalla lunga coda colorata.
---I vasi sono in ottime condizioni. Si prega di fare riferimento alle immagini per ulteriori dettagli.
La storia dei bronzi, degli argenti e degli smalti è strettamente legata a quella di una figura iconica del Giappone: il Samurai. Per tutto il periodo Edo, cioè dal 1603 al 1868, l'effettiva élite di controllo del territorio era proprio quella dei Samurai. Erano loro infatti che governavano, sotto la guida del Daimyo, le varie province del Paese.
Quando terminò il periodo Edo ed iniziò la Restaurazione Meiji, la struttura sociale del Giappone subì un radicale cambiamento.
Il 28 marzo del 1876 fu emanato l’editto Haitorei. Con questo provvedimento si vietava ai samurai di portare le spade in pubblico, pena la confisca dell’arma.
Questo stato di cose gettò nello sconforto gli artigiani dei metalli che si trovarono improvvisamente senza commercio.
Fu solamente una fase iniziale però, perché nel giro di poco tempo gli artigiani stessi si reinventarono. Nel corso del tempo avevano infatti affinato straordinarie capacità artistiche. Declinare quindi la loro maestria in una produzione alternativa fu quasi una naturale conseguenza. Non potendosi più dedicare alla fabbricazione di accessori per armature e spade, iniziarono una produzione di manufatti di uso quotidiano. E in molti casi di oggetti da decorazione.
Fu l’inizio di un grande successo. Presto la copiosa produzione artistica ebbe riscontri concreti. Non passò infatti inosservata agli occhi di diplomatici stranieri, viaggiatori e consiglieri militari che si trovavano in Giappone in quel periodo.
Ma i confini nazionali furono presto varcati e la partecipazione del Giappone a fiere ed esposizioni mondiali non tardò. Da qui la vera e propria esplosione di interesse nei confronti di queste sublimi opere d’arte. Il tutto si tradusse in un aumento della domanda da parte dell’Europa e dei paesi anglosassoni in particolare che ancora oggi apprezzano l’arte Giapponese.
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