L'opera è riconducibile alle tematiche spazialiste. L'effetto è quello di un bassorilievo, dove la luce e le ombre, (essendo per loro natura, in continua variazione), giocano un ruolo determinante nella percezione ottica dell'opera. Piccoli quadrati tagliati sapientemente a mano si stagliano dal supporto, riproducendo (come dei frame) l'effetto di un quadrato che si muove nello spazio. Fin dagli albori della sua ricerca, si è interessata prima al graphic design e successivamente alle dinamiche costruttiviste, nel tentativo di esplorare nuove possibilità creative, sia negli aspetti formali che in quelli tecnici, operativi, speculativi, di materiale e di contenuto, in cui il legame tra “arte e tecnologia”, o “arte e scienza”, è sempre un rapporto difficile da decifrare. Circa la "legittimità" di nuovi strumenti e tecnologie nel campo dell’arte e della creatività, quest'artista riaccende il dibattito con una sua sorprendente identità: osservare, analizzare, costruire un'ipotesi. In altre parole, sa come creare collegamenti, tra "idea e costruzione dell’idea” in relazione a materiali, tecnolo- gie e informazioni disponibili, dove “la geometria e l'umano” e “idea e poesia” si relazionano nella loro complementarità.