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François Perrier (1590-1650) - Pietro Santi Bartoli (1635-1700) - Campidoglio. Statua del Nilo & Bassorilievi di mausolei romani et etruschi
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François Perrier (1590-1650) - Pietro Santi Bartoli (1635-1700) - Campidoglio. Statua del Nilo & Bassorilievi di mausolei romani et etruschi

https://www.calcografica.it/stampe/inventario.php?id=S-CL2320_11897 https://exhibits-lb.stanford.edu/lanciani/catalog/jx458dt4866 Lot di 2 acquaforte su carta vergata, una con filigrana e l'altra priva. Ottima inchiostratura e buono stato di conservazione, tracce di fioriture, bruniture come da foto. Entrambe le incisione sono prive di margini. Spedizione ASSICURATA corriere. Provenienza collezione privata. Misure: 125 x 190 mm ca (foglio) Attribuita a François Perrier (Pontarlier, 1590 – Parigi, luglio 1650) è stato un pittore e incisore francese. Della sua giovinezza e dei suoi primi studi non si hanno notizie certe. Verso i trent'anni (fra il 1620 e il 1625) partì per Roma, dove studiò i grandi maestri del Rinascimento e assunse come riferimento e modello stilistico Giovanni Lanfranco, uno dei grandi decoratori barocchi della scuola romana. Tornato in Francia, dopo un breve soggiorno a Lione, si stabilì a Parigi. Nel 1630 lavorò a fianco di Simon Vouet e, dal 1632 al 1634, ebbe come allievi Charles Le Brun e Isaac Fuller. Nel 1635 ripartì per Roma, dove rimase per dieci anni lavorando alla decorazione di palazzo Peretti. Tre anni dopo pubblicò una raccolta di 100 acqueforti: "Segmenta Nobilium Signorium et Statuarum ....", che raffigura le statue di Roma[1], e poi, nel 1645, un'altra raccolta di 55 tavole che riproducono i bassorilievi romani: "Icones et segmenta ... quae Romae adhuc extant ..." Rientrò a Parigi nel 1645 e, assieme a Eustache Le Sueur, dipinse la volta della famosa "Galerie Dorée" dell'Hôtel de la Vrillière (poi Hôtel de Toulouse e oggi sede della Banca di Francia) e del "cabinet de l'amour" dell'Hôtel Lambert. Membro dell'Accademia nazionale di San Luca a Parigi, nel 1640 Perrier fu uno dei dodici fondatori dell'"Accademia reale di pittura e scultura". François Perrier morì a Parigi nel 1650, all'età di sessant'anni. La città di Mâcon ha aperto nel 1869 un Museo di Belle arti, basandosi su un fondo costituito da 8 dei suoi quadri. Attribuita a Pietro Santi Bartoli (Perugia, 1635 – Roma, 7 novembre 1700) è stato un pittore, antiquario, incisore al bulino e acquafortista italiano, antiquario del Pontefice, della Regina Cristina di Svezia a Roma e del Senato Romano Allievo di Jean Lemaire e di Nicolas Poussin, divenne famoso nell'incisione di antichità classicheggianti, riprodusse con la tecnica del bulino pitture e copie di grandi autori. Fu sepolto nella Basilica di San Lorenzo in Lucina con solenne funerale accanto alla tomba del suo maestro Poussin. Sua maggior virtù fu la diffusione tramite incisione di opere poco conosciute dell'arte antica. Fra le numerose stampe pubblicate da Bartoli si annoverano gli archi trionfali antichi di Roma in 54 tavole; i sepolcri antichi Romani ed Etruschi scoperti a Roma ed in altre località in 110 tavole; le lucerne antiche sepolcrali figurate raccolte dalle cave e grotte di Roma in 119 tavole. La sua opera maggiore è stata la riproduzione in 55 tavole del Virgilio vaticano, nel 1677, mentre nel 1680 pubblicò trentacinque tavole che riproducevano gli affreschi della tomba dei Nasoni a Roma. Significative sono anche le riproduzioni dei fregi della Colonna Traiana e quelle della Colonna di Marco Aurelio. Johann Joachim Winckelmann lo apprezzava molto e lo proponeva ai giovani come modello di disegno delle antichità. Johann Gottlob von Quandt nella sua opera Entwurf Zu Einer Geschichte Der Kupferstecherkunst (Lipsia 1826) diede di lui un giudizio più favorevole di quello espresso da Goethe nella sua Vita di J. J. Winckelmann. wikipedia

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https://www.calcografica.it/stampe/inventario.php?id=S-CL2320_11897
https://exhibits-lb.stanford.edu/lanciani/catalog/jx458dt4866

Lot di 2 acquaforte su carta vergata, una con filigrana e l'altra priva. Ottima inchiostratura e buono stato di conservazione, tracce di fioriture, bruniture come da foto. Entrambe le incisione sono prive di margini. Spedizione ASSICURATA corriere. Provenienza collezione privata.

Misure: 125 x 190 mm ca (foglio)

Attribuita a François Perrier (Pontarlier, 1590 – Parigi, luglio 1650) è stato un pittore e incisore francese.
Della sua giovinezza e dei suoi primi studi non si hanno notizie certe. Verso i trent'anni (fra il 1620 e il 1625) partì per Roma, dove studiò i grandi maestri del Rinascimento e assunse come riferimento e modello stilistico Giovanni Lanfranco, uno dei grandi decoratori barocchi della scuola romana.
Tornato in Francia, dopo un breve soggiorno a Lione, si stabilì a Parigi. Nel 1630 lavorò a fianco di Simon Vouet e, dal 1632 al 1634, ebbe come allievi Charles Le Brun e Isaac Fuller.

Nel 1635 ripartì per Roma, dove rimase per dieci anni lavorando alla decorazione di palazzo Peretti. Tre anni dopo pubblicò una raccolta di 100 acqueforti: "Segmenta Nobilium Signorium et Statuarum ....", che raffigura le statue di Roma[1], e poi, nel 1645, un'altra raccolta di 55 tavole che riproducono i bassorilievi romani: "Icones et segmenta ... quae Romae adhuc extant ..."

Rientrò a Parigi nel 1645 e, assieme a Eustache Le Sueur, dipinse la volta della famosa "Galerie Dorée" dell'Hôtel de la Vrillière (poi Hôtel de Toulouse e oggi sede della Banca di Francia) e del "cabinet de l'amour" dell'Hôtel Lambert. Membro dell'Accademia nazionale di San Luca a Parigi, nel 1640 Perrier fu uno dei dodici fondatori dell'"Accademia reale di pittura e scultura".

François Perrier morì a Parigi nel 1650, all'età di sessant'anni.
La città di Mâcon ha aperto nel 1869 un Museo di Belle arti, basandosi su un fondo costituito da 8 dei suoi quadri.

Attribuita a Pietro Santi Bartoli (Perugia, 1635 – Roma, 7 novembre 1700) è stato un pittore, antiquario, incisore al bulino e acquafortista italiano, antiquario del Pontefice, della Regina Cristina di Svezia a Roma e del Senato Romano
Allievo di Jean Lemaire e di Nicolas Poussin, divenne famoso nell'incisione di antichità classicheggianti, riprodusse con la tecnica del bulino pitture e copie di grandi autori. Fu sepolto nella Basilica di San Lorenzo in Lucina con solenne funerale accanto alla tomba del suo maestro Poussin.

Sua maggior virtù fu la diffusione tramite incisione di opere poco conosciute dell'arte antica. Fra le numerose stampe pubblicate da Bartoli si annoverano gli archi trionfali antichi di Roma in 54 tavole; i sepolcri antichi Romani ed Etruschi scoperti a Roma ed in altre località in 110 tavole; le lucerne antiche sepolcrali figurate raccolte dalle cave e grotte di Roma in 119 tavole. La sua opera maggiore è stata la riproduzione in 55 tavole del Virgilio vaticano, nel 1677, mentre nel 1680 pubblicò trentacinque tavole che riproducevano gli affreschi della tomba dei Nasoni a Roma. Significative sono anche le riproduzioni dei fregi della Colonna Traiana e quelle della Colonna di Marco Aurelio.
Johann Joachim Winckelmann lo apprezzava molto e lo proponeva ai giovani come modello di disegno delle antichità. Johann Gottlob von Quandt nella sua opera Entwurf Zu Einer Geschichte Der Kupferstecherkunst (Lipsia 1826) diede di lui un giudizio più favorevole di quello espresso da Goethe nella sua Vita di J. J. Winckelmann.

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