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Franz Borghese  (1941-2005) - Il Padre
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Franz Borghese (1941-2005) - Il Padre

Autore : Franz Borghese Tecnica : Litografia Tiratura :22 / 150 Dimensione : Cm 25 x 35 Titolo : Il Padre Opera certificata e incorniciata timbro a secco in basso a destra La numerazione potrebbe variare FRANZ BORGHESE (1941-2005) Pittore, scultore e scrittore, Franz Borghese nasce a Roma il 21 gennaio 1941. Dipinge fin da ragazzo, negli anni del liceo artistico di via Ripetta, dove ha la fortuna di avere insegnanti d’eccellenza come Domenico Purificato, Giuseppe Capogrossi, Umberto Maganzini e Giulio Turcato. Alla fine degli anni ’50 frequenta via Margutta e nel 1961 apre uno studio con Sebastiano Sanguigni. L’anno dopo sposta lo studio in via Pompeo Magno, al quartiere Prati, dove rimarrà dieci anni. Nel 1964 fonda il gruppo e l’omonima rivista Il ferro di cavallo, cui collaborano intellettuali e artisti dell’epoca. Nel 1967 con alcuni di loro, come Daniela Romano e Giorgio Fasan, realizza il film-pittura sperimentale La grande mela che, in chiave neoespressionista, racconta la società dei consumi, le sue alienazioni e le possibili alternative. Il film viene proiettato all’XI Festival dei due Mondi di Spoleto. Nel 1968 presenta la sua prima personale in via Margutta a Roma, in una galleria che apre lui stesso con il concorso di amici. Vi espone il grande quadro In morte di Luther King. Questa prima mostra non è un successo, ma la sera della chiusura entra il giornalista sportivo Ennio Viero che diventerà il suo primo collezionista. Un altro dei suoi primi estimatori sarà il tipografo Bruno Fogar e il gallerista americano T.W. Burger gli organizza una personale a Chicago. Il quadro Le ombre viene esposto alla VI Rassegna d’Arti Figurative di Roma e del Lazio al Palazzo delle Esposizioni, mentre la Pinacoteca Comunale di Roma acquista una sua opera. Alla fine degli anni ’60 introduce nella sua poetica la satira e il sarcasmo: abbandona i toni scuri e profondi e inizia a descrivere personaggi della piccola borghesia dei primi anni del Novecento. Sviluppa quindi un nuovo linguaggio, che evoca paralleli con George Grosz, Otto Dix, James Ensor, Mino Maccari e Heinrich Hoerle.Così nel 1970 alla galleria Il Calibro di Roma presenta una serie di dipinti sul tema Processo alla borghesia. Comincia a frequentare il Caffè Fassi, dove si incontra con Agostino Agostini e altri giocatori di scacchi come lui, i quali diventeranno protagonisti di molte sue opere. Espone per la prima volta a Milano alla galleria Il Cannocchiale di via Brera. Nell’occasione, Dino Buzzati gli dedica una recensione su Il Corriere della Sera. In questi anni è profondamente colpito da Bosch e Brueghel, ma anche da Jaques Callot, da cui trae spunto per alcune originali soluzioni prospettiche. Ne I duchi ritroviamo Piero della Francesca; ancora lo interessano Goya per le sue grandi composizioni corali e per il modo crudo di rappresentare la violenza e Grosz e Dix, certamente, per la rappresentazione tragica e graffiante della società. Tra i contemporanei apprezza Longanesi e Maccari. Nel 1974 alla galleria Palmieri di Milano espone la sua prima Nave dei folli. Lì conosce Salvatore Fiume (link alla pagina di Fiume), che acquista due sue opere e con cui l’anno dopo a Canzo, in provincia di Como, realizzerà un grande dipinto a quattro mani (La condanna di Cristo), destinato ai Musei Vaticani, che verrà esposto per un mese anche alla galleria L’Isola di Milano. 
In quel periodo Franz Borghese va a vivere in via della Scrofa, in pieno centro storico a Roma, che diventerà lo sfondo di diverse sue opere.Nel 1976 realizza un centinaio di disegni satirici sul militarismo, raccolti nel libro W la Guerra, presentato in una mostra itinerante che da Perugia tocca Milano, Roma, Napoli, Avellino e Bari. Negli anni continuano le esposizioni in Italia e all’estero e nel 1986 si tiene la grande mostra pubblica al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, a cura di Carmine Benincasa, con opere realizzate tra il 1969 e il 1986. Viene presentata, nella sede di Brerarte a Milano, una monografia edita da Giorgio Mondadori, con prefazione di Giorgio Bocca. L’anno dopo Franz Borghese firma la copertina di Arte di febbraio con l’opera Più leggeri dell’aria e riprende gli studi per il ciclo di dipinti La carriera del libertino, rivisitando la famosa serie di William Hogarth. Nel 1989, in omaggio alla Rivoluzione Francese, espone all’Arte Fiera di Bologna venti acquerelli dal titolo Storia della grande Armèe. Nel 1990 scrive e illustra Waterloo, battaglia immaginaria. È di quest’anno la prima personale alla galleria Artesanterasmo di Milano, con cui collaborerà regolarmente per 15 anni, fino alla sua scomparsa.

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Autore : Franz Borghese
Tecnica : Litografia
Tiratura :22 / 150
Dimensione : Cm 25 x 35
Titolo : Il Padre


Opera certificata e incorniciata

timbro a secco in basso a destra

La numerazione potrebbe variare


FRANZ BORGHESE (1941-2005)

Pittore, scultore e scrittore, Franz Borghese nasce a Roma il 21 gennaio 1941.

Dipinge fin da ragazzo, negli anni del liceo artistico di via Ripetta, dove ha la fortuna di avere insegnanti d’eccellenza come Domenico Purificato, Giuseppe Capogrossi, Umberto Maganzini e Giulio Turcato.
Alla fine degli anni ’50 frequenta via Margutta e nel 1961 apre uno studio con Sebastiano Sanguigni. L’anno dopo sposta lo studio in via Pompeo Magno, al quartiere Prati, dove rimarrà dieci anni.

Nel 1964 fonda il gruppo e l’omonima rivista Il ferro di cavallo, cui collaborano intellettuali e artisti dell’epoca.

Nel 1967 con alcuni di loro, come Daniela Romano e Giorgio Fasan, realizza il film-pittura sperimentale La grande mela che, in chiave neoespressionista, racconta la società dei consumi, le sue alienazioni e le possibili alternative. Il film viene proiettato all’XI Festival dei due Mondi di Spoleto.

Nel 1968 presenta la sua prima personale in via Margutta a Roma, in una galleria che apre lui stesso con il concorso di amici. Vi espone il grande quadro In morte di Luther King. Questa prima mostra non è un successo, ma la sera della chiusura entra il giornalista sportivo Ennio Viero che diventerà il suo primo collezionista. Un altro dei suoi primi estimatori sarà il tipografo Bruno Fogar e il gallerista americano T.W. Burger gli organizza una personale a Chicago.
Il quadro Le ombre viene esposto alla VI Rassegna d’Arti Figurative di Roma e del Lazio al Palazzo delle Esposizioni, mentre la Pinacoteca Comunale di Roma acquista una sua opera.
Alla fine degli anni ’60 introduce nella sua poetica la satira e il sarcasmo: abbandona i toni scuri e profondi e inizia a descrivere personaggi della piccola borghesia dei primi anni del Novecento. Sviluppa quindi un nuovo linguaggio, che evoca paralleli con George Grosz, Otto Dix, James Ensor, Mino Maccari e Heinrich Hoerle.Così nel 1970 alla galleria Il Calibro di Roma presenta una serie di dipinti sul tema Processo alla borghesia.

Comincia a frequentare il Caffè Fassi, dove si incontra con Agostino Agostini e altri giocatori di scacchi come lui, i quali diventeranno protagonisti di molte sue opere.
Espone per la prima volta a Milano alla galleria Il Cannocchiale di via Brera. Nell’occasione, Dino Buzzati gli dedica una recensione su Il Corriere della Sera.
In questi anni è profondamente colpito da Bosch e Brueghel, ma anche da Jaques Callot, da cui trae spunto per alcune originali soluzioni prospettiche. Ne I duchi ritroviamo Piero della Francesca; ancora lo interessano Goya per le sue grandi composizioni corali e per il modo crudo di rappresentare la violenza e Grosz e Dix, certamente, per la rappresentazione tragica e graffiante della società. Tra i contemporanei apprezza Longanesi e Maccari.

Nel 1974 alla galleria Palmieri di Milano espone la sua prima Nave dei folli. Lì conosce Salvatore Fiume (link alla pagina di Fiume), che acquista due sue opere e con cui l’anno dopo a Canzo, in provincia di Como, realizzerà un grande dipinto a quattro mani (La condanna di Cristo), destinato ai Musei Vaticani, che verrà esposto per un mese anche alla galleria L’Isola di Milano. 
In quel periodo Franz Borghese va a vivere in via della Scrofa, in pieno centro storico a Roma, che diventerà lo sfondo di diverse sue opere.Nel 1976 realizza un centinaio di disegni satirici sul militarismo, raccolti nel libro W la Guerra, presentato in una mostra itinerante che da Perugia tocca Milano, Roma, Napoli, Avellino e Bari.
Negli anni continuano le esposizioni in Italia e all’estero e nel 1986 si tiene la grande mostra pubblica al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, a cura di Carmine Benincasa, con opere realizzate tra il 1969 e il 1986. Viene presentata, nella sede di Brerarte a Milano, una monografia edita da Giorgio Mondadori, con prefazione di Giorgio Bocca.
L’anno dopo Franz Borghese firma la copertina di Arte di febbraio con l’opera Più leggeri dell’aria e riprende gli studi per il ciclo di dipinti La carriera del libertino, rivisitando la famosa serie di William Hogarth.

Nel 1989, in omaggio alla Rivoluzione Francese, espone all’Arte Fiera di Bologna venti acquerelli dal titolo Storia della grande Armèe.

Nel 1990 scrive e illustra Waterloo, battaglia immaginaria.
È di quest’anno la prima personale alla galleria Artesanterasmo di Milano, con cui
collaborerà regolarmente per 15 anni, fino alla sua scomparsa.





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