Claudien - Cl. Claudianus ex optimorum codicum fide - 1630
Nr. 84055759
Pindaro - Olympia, Pythia, Nemea, Isthmia - 1566
Nr. 84055759
Pindaro - Olympia, Pythia, Nemea, Isthmia - 1566
PINDARO CELEBRA LE VITTORIE DEI GIOVANI ARISTOCRATICI NEI GIOCHI PANELLENICI
In questi brani, l'autore canta le vittorie della gioventù aristocratica dorica (alla quale apparteneva) ai giochi panellenici.
In due parti. Testo greco e latino paralleli. La seconda parte ha frontespizio, paginazione e registro separati.
Edizione della metà del XVII secolo, tradotta e curata da Henri Estienne, di una raccolta di odi alla vittoria attribuite a Pindaro, l'antico poeta greco considerato tra i massimi esponenti della poesia corale.
Contiene, oltre a Pindaro, opere dei poeti greci Alceo, Saffo, Stesicoro, Ibico, Anacreonte, Bacchilide, Simonide e Alcmano e brevi componimenti su questi poeti, opera di autori contemporanei e posteriori, greci e latini; tradotto e curato dall’erudito Henricus Stephanus, che studiò latino, greco ed ebraico, e fu anche editore, figlio maggiore di Robert Estienne, rilevando la tipografia Estienne alla morte del padre. Pindaro (in greco antico: Πίνδαρος, Píndaros; Cinocefale, 518 a.C. circa – Argo, 438 a.C. circa) è stato un poeta greco antico, tra i maggiori esponenti della lirica corale.
Brunet IV, 658; Graesse V, 294; Adam P1228
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CONTENTS
Questa edizione dei poemi di Pindaro comprende: le odi olimpiche, pitiche, nemee e istmiche e altre opere selezionate dei poeti greci Alceo, Saffo, Stesicoro, Ibico, Anacreonte, Bacchilide, Simonide e Alcmano. Questa edizione comprende anche molte altre brevi poesie riguardanti questi poeti di autori contemporanei e successivi, sia greci che latini. Curato dal mecenate delle lettere Ulrich Fugger e commentato dallo stesso tipografo, Henry Estienne, nell'ambito del loro piano editoriale comune di pubblicare testi in greco antico, il primo volume di quest'opera comprende una lettera di dedica di Estienne al riformatore protestante, studioso, e l'erudito Filippo Melantone, che lavorò su diversi autori classici, tra cui Pindaro, sul quale si concentrò ampiamente. Il secondo volume contiene una poesia in lode di Markus e Johann Fugger, che probabilmente rappresenta un segno di riconoscimento per il sostegno finanziario che questi ricchi banchieri hanno fornito all’ impresa di Estienne di stampare i classici greci.
La copiosa opera poetica di Pindaro – raccolta dai filologi alessandrini in diciassette libri – è giunta a noi in maniera parziale. La tradizione medievale ha conservato integralmente solo i quattro libri di epinici comprendenti le 14 Olimpiche, 12 Pitiche, 11 Nemee, 8 Istmiche.
Negli Epinici, Pindaro cantò le vittorie della gioventù aristocratica dorica - cui egli stesso apparteneva - ai giochi panellenici, che a cadenze fisse si tenevano a Olimpia (ed erano, questi, in onore di Zeus perciò i più importanti: appunto gli agoni olimpici), Delfi (Giochi pitici), a Nemea nel Peloponneso (Giochi nemei) e sull'Istmo di Corinto (Giochi istmici).
Cantando i modelli di un ideale umano del quale l'eccellenza atletica era solo una manifestazione, Pindaro dava conto, sicuramente con consapevolezza, di uno dei principali canoni dell'etica greca, quello che coniugava bellezza e bontà, prestanza fisica e sviluppo intellettuale: in fondo, i valori di quell'educazione aristocratica alla quale egli stesso era stato formato. Nonostante la poesia da lui prodotta sia su commissione, è evidente che il prodotto sia comunque congeniale al suo credo e quindi non si possa definire una poesia "venale".
Interprete e mentore, quindi, della coscienza della grecità classica fusa in un'unica identità culturale interna alla costante presenza del mito come garanzia storica, Pindaro viene ancor oggi ricordato attraverso un motto diventato celebre, riferito, appunto, ai suoi "voli poetici" (i "voli pindarici", appunto), vale a dire quella proverbiale capacità di dare vita a momenti narrativi ricchi di passaggi e scarti improvvisi che se apparentemente poco curanti di una necessaria coesione logica arricchiscono il testo di una particolare carica di tensione. Innalzando, inoltre, a livello sacrale la vittoria, paragonava il vincitore al dio stesso.
Per il poeta latino Orazio, la poesia di Pindaro è da considerarsi inimitabile, e nonostante in epoca moderna alcuni critici abbiano tentato di ridimensionarne la figura, tacciandolo di eccessiva adulazione nei confronti di coloro per i quali i versi erano stati scritti, risulta temerario negare l'oggettiva grandezza di una lirica che quasi in ogni sua parte tende al sublime e le cui immagini potentissime l'hanno giustamente fatta preferire a quella del pur impeccabile Bacchilide.
CONDITION REPORT
Legatura in pelle. Titolo inciso in oro al dorso con segni di usura, mancanze. Stemma inciso sul frontespizio e sul retro in oro. Ampi margini. Firma di possesso cancellata al frontespizio. Le pagine interne non presentano particolari segni di usura ne di macchie. Nel complesso, buono stato di mantenimento dell’opera. Pp. (2); 576; 2nn. 568; 12nn.
FULL TITLES & AUTHORS
Pindari Olympia, Pythia, Nemea, Isthmia. Caeterorum octo lyricorum carmina, Alcari, Sapphus, Anacreontii, Simonidis, Alcmanis... Editio V. Graecolatina H. Stepha.
Parigi,Henr. Stephanus, Huldrichi Fuggeri, 1566
Pindaro
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